Marchio di fabbrica

By e_skyler_b

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Un'insolita serie di reati informatici attira l'attenzione di Jacen, Sentinella seraniana. Ad affiancarlo nel... More

Benvenuto!
PROLOGO
1
2
3 - prima parte
3 - seconda parte
4
5
6 - prima parte
6 - seconda parte
7 - prima parte
7 - seconda parte
8 - seconda parte
9
10 - prima parte
10 - seconda parte
11 - prima parte
11 - seconda parte
12 - prima parte
12 - seconda parte
13
14
15 - prima parte
15 - seconda parte
16 - prima parte
16 - seconda parte
17
18 - prima parte
18 - seconda parte
18 - terza parte
19
20
21
22
23
24
25 - prima parte
25 - seconda parte
26 - prima parte
26 - seconda parte
27 - prima parte
27 - seconda parte
28
EPILOGO
GLOSSARIO
*Curiosità*

8 - prima parte

30 8 11
By e_skyler_b

Quello che le avevano proposto di fare era complicato. No, complicato era un eufemismo poco efficace; folle era un aggettivo più adeguato.

Jacen ripensò allo sguardo che aveva mentre gli riferiva del nuovo lavoro, a quella luce che le illuminava gli occhi, orgogliosa del proprio successo. Sapeva quanto quel lavoro fosse importante per lei e cosa rappresentasse in termini di stabilità e prestigio. Eppure non si era tirata indietro, non aveva vacillato, pronta a mettere tutto in discussione per quella che era un'indagine non ufficiale, per un ideale.

Quel giorno chiunque avrebbe potuto interrompere il suo lavoro alla Bringbey: un ficcanaso, un mitomane in cerca di fama, perfino un dipendente dell'azienda. Invece era comparsa dal nulla quella ragazza brillante e idealista; quante possibilità c'erano che accadesse?

Non aveva mai creduto nel destino, ma la fortuna, quel giorno, gli aveva di certo sorriso.

Skyler aveva ascoltato la proposta di Emerald in silenzio e non aveva aperto bocca nemmeno quando Jade si era detta contraria, definendo il piano troppo rischioso. Alla fine aveva guardato lui, Jacen, solo per un istante, prima di dire che era disposta a correre il rischio.

***

Aver ottenuto il lavoro che desiderava tanto era un successo, le aveva permesso di capire il proprio valore: ora sapeva di potercela fare. Ma quando aveva scoperto che il proprietario dell'azienda era l'uomo che più di ogni altro era responsabile del problema synth qualcosa era scattato dentro di lei.

Aveva accettato la proposta di lavoro e, una volta a casa, recuperato ogni informazione possibile sulla "questione synth": al momento dei fatti era troppo piccola e ricordava a malapena qualche sensazione e frammento di conversazione tra i genitori, oltre le brevi righe che aveva letto durante il periodo di formazione.

Era subito nata in lei una profonda antipatia per Avix Croyle, certamente dotato di una mente brillante, ma carente dal punto di vista emotivo. L'empatia, in particolare, sembrava essergli estranea, come se avesse disertato ogni lezione di educazione civica e umana del proprio piano di studi. O forse, più semplicemente, credeva davvero in quello che sosteneva: i sintetici erano macchine di sua proprietà, creati in laboratorio dal suo team, e non andavano considerati esseri umani.

Ma Skyler aveva conosciuto Adam e ne aveva percepito la sofferenza. Non vi era segno alcuno che lo distinguesse da chiunque altro; vi era anzi in lui anche la preoccupazione per ciò che la sua condizione avrebbe potuto causare alle persone vicine, motivo che l'aveva spinto a scegliere un'esistenza solitaria. Un sentimento non solo umanissimo, ma nobile, che rendeva la storia ancor più malinconica.

Dopo aver letto le dichiarazioni di Croyle le era diventata insopportabile l'idea di lavorare per lui. La proposta di Emerald era perfetta: rendeva utile la sua posizione alla Livetech e dava loro speranza di trovare le spiegazioni che stavano cercando.

Jacen non le era sembrato entusiasta, aveva sottolineato le difficoltà che avrebbe potuto incontrare durante l'esecuzione e i rischi che avrebbe corso. Aveva ragione: nessuno di loro aveva idea di come fosse strutturato l'edificio, né conoscevano abbastanza Croyle e i suoi collaboratori più stretti da capire come avrebbero reagito se l'avessero colta in flagrante. Ma, dopo una discussione pacata e costruttiva, avevano escogitato un piano d'azione che Skyler considerava prudente e ben congegnato.

Il giorno successivo una delle assistenti della Livetech l'accompagnò in una breve visita guidata, mostrandole le diverse zone in cui era suddiviso l'edificio. Fu un'esperienza interessante per Skyler, che ebbe modo di apprezzare la tecnologia e la praticità che trasparivano da ogni superficie e dettaglio.

Visitò i piani inferiori della torre minore, che ospitava il dipartimento "ricerca e sviluppo" e quello "risorse umane", quindi raggiunse la torre più alta a bordo dell'elevatore, che correva lungo uno dei ponti trasparenti che aveva ammirato dall'esterno.

Le zone comuni per le riunioni intersettore e per il relax erano curate e piacevoli; una vocina maligna le sussurrò a più riprese che si stava comportando da idiota continuando a seguire quell'indagine dal futuro incerto anziché godersi il lavoro dei suoi sogni, per il quale si impegnava da anni.

Soprattutto visitare il giardino panoramico fu doloroso in quella prospettiva e non apprezzò come era solita fare la vista strepitosa che si poteva ammirare da lassù.

Lavorò per tutta la giornata collaborando con il resto del team marketing: per la prima volta aveva a disposizione i programmi e gli strumenti più all'avanguardia, che semplificavano molto il lavoro. Inoltre Ryben si dimostrò un ottimo coordinatore, in grado di cogliere il meglio delle proposte di ognuno di loro e di valorizzare ogni idea; con lei, poi, fu particolarmente gentile.

La vocina maligna continuava a tormentarla quando si presentò alla porta di Jacen, quella sera, ma Skyler era decisa a non darle ascolto.

La Sentinella la accolse con un sorriso, ma lei si accorse subito dell'ombra che lo rendeva meno spontaneo; non era difficile capire che il motivo era il senso di colpa.

Skyler salutò lui e i suoi ospiti con entusiasmo, decisa a non mostrare il minimo tentennamento. Era sempre stata convinta che verità e giustizia fossero più importanti del denaro e del successo, questo le aveva insegnato la famiglia e confermato gli studi. In passato egoismi, falsità, corruzione, disinteresse per il bene comune avevano portato alcuni Paesi al collasso e lei non aveva alcuna intenzione di venir meno ai propri principi. Anche se significava sacrificare il lavoro dei suoi sogni.

***

Emerald non perse tempo. «Ci sei riuscita? Hai visitato la Livetech

Jade gli lanciò un'occhiata infastidita; più di tutti lei si era opposta al piano, non trovando corretto mettere a repentaglio la carriera di Skyler in quel modo.

Jacen si sentiva molto più vicino alla visione di Jade che a quella di Emerald e sapeva che i due fratelli ne avevano discusso a lungo anche nel corso della giornata. Non era raro che Jade ed Emerald discutessero; il primo di solito era pratico, a volte poteva sembrare insensibile, ma Jacen sapeva che in realtà non lo era affatto. Aveva ereditato il carattere del nonno, anche se più mitigato e tranquillo, mentre Jade assomigliava a Eekeb, suo padre.

Jacen non era intervenuto in alcun modo, li aveva lasciati alle loro proposte, idee, dubbi, conscio che solo Skyler avrebbe potuto decidere e scrivere il finale. E ora che la vedeva entrare, lieta e serena, comprese che Emerald avrebbe avuto la meglio.

«Sì, ho fatto una visita guidata in tutto l'edificio, a eccezione delle zone a ingresso limitato. Mi ha accompagnata un'assistente robotica, quindi ho potuto porre qualche domanda che a una persona non avrei avuto il coraggio di fare» rispose Skyler. Poi guardò Jacen negli occhi. «Quando vuoi»

Furono tutti catapultati nel ricordo che il Vortex aveva memorizzato e lui accese il programma di analisi. Ripercorrendo i corridoi e le stanze della Livetech si soffermò spesso su qualche particolare, interrogando il programma e rilevando così un maggior numero di dettagli; era certo che un buon approfondimento avrebbe permesso loro di ottenere ottimi risultati ed era importante cercare di non lasciarsi sfuggire nulla di rilevante.

Vedeva Jade ed Emerald discutere a bisbigli. Non aveva bisogno di sentirli per immaginare il tenore dei loro discorsi e sapeva che tra i suoi conoscenti i gemelli erano i più adatti a quel genere di lavoro.

Anche senza essere un esperto in grafica e pubblicità comprendeva che il livello di tecnologia che Croyle aveva adottato per la propria azienda avrebbe fatto impallidire quelle concorrenti. Per non parlare delle scelte d'arredo: ogni particolare trasudava ricchezza e ricercatezza, più volte provò il desiderio di lavorare anche lui in un ambiente tanto confortevole e bello.

E il volto di Skyler mentre la guida le spiegava la funzione delle diverse stanze esprimeva un sentimento del tutto simile: le brillavano gli occhi di fronte all'opportunità che aveva ottenuto e che ora rischiava di perdere.

Vide la squadra con la quale lavorava e provò immediata antipatia per Vita, che pareva tutt'altro che amichevole nei confronti di Skyler; ma anche per Ryben, per il motivo contrario.

Quando il ricordo di Skyler sfumò, Emerald fu il primo a parlare. «Dalla disposizione dei punti di raccolta informazioni che ho visto un po' in ogni area, e dal tragitto che hai compiuto assieme all'assistente credo di aver capito dove si trova il luogo che ci interessa: ovviamente è all'interno della zona ad accesso limitato e dobbiamo trovare un modo per farti entrare» 

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