Marchio di fabbrica

By e_skyler_b

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Un'insolita serie di reati informatici attira l'attenzione di Jacen, Sentinella seraniana. Ad affiancarlo nel... More

Benvenuto!
PROLOGO
1
2
3 - prima parte
3 - seconda parte
4
5
6 - prima parte
7 - prima parte
7 - seconda parte
8 - prima parte
8 - seconda parte
9
10 - prima parte
10 - seconda parte
11 - prima parte
11 - seconda parte
12 - prima parte
12 - seconda parte
13
14
15 - prima parte
15 - seconda parte
16 - prima parte
16 - seconda parte
17
18 - prima parte
18 - seconda parte
18 - terza parte
19
20
21
22
23
24
25 - prima parte
25 - seconda parte
26 - prima parte
26 - seconda parte
27 - prima parte
27 - seconda parte
28
EPILOGO
GLOSSARIO
*Curiosità*

6 - seconda parte

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By e_skyler_b

La soluzione non avrebbe potuto essere più confortevole.

Kirei li aveva guidati alla zona sottomarina, la più elegante di Feliar, e accompagnati presso una tastebox.

Se all'esterno la cabina aveva pareti decorate e in linea con lo stile modernissimo e raffinato della zona, all'interno era personalizzabile scegliendo pareti trasparenti – se si voleva ammirare l'ampia e candida area pedonale – o modificando a piacimento il wallview. Jacen aveva optato per un tema astratto dai colori rilassanti.

Erano tutti seduti attorno al tavolo, ciascuno davanti a un bicchiere con la bevanda scelta, ma nessuno di loro aveva ancora aperto bocca se non per ordinare ciò che desiderava.

Jacen fece roteare il bicchiere con il Berrychop per qualche secondo, pensando a come affrontare l'argomento. Aveva già fatto capire a Rory che aveva intenzione di condurre la conversazione, perché temeva che il giovane potesse dire qualcosa di avventato, ed era stato un bene, perché il modo in cui Rory mescolava il suo Arctic Shake palesava un'irrequietezza a stento trattenuta.

«Bene, ora che siamo tutti qui tranquilli a sorseggiare qualche buon drink puoi spiegarci cosa ti ha spinto a fuggire in quel modo, atterrando il povero Rory in modo poco caritatevole» disse, cercando di dare alla frase il giusto equilibrio tra serietà e leggerezza.

Dreiz alzò lo sguardo dal proprio bicchiere e fissò Jacen per qualche istante, senza dire una parola.

«Sono curiosa anch'io» disse Kirei con un sorriso condiscendente. «Non credevo che quel tenerone del mio cuginetto potesse spaventare qualcuno»

Jacen le scoccò un'occhiataccia e Rory ridacchiò, ma Dreiz rimase impassibile.

«Speravamo che tu potessi aiutarci» disse Skyler, guardandolo negli occhi. «Siamo solo alla ricerca di informazioni, non hai motivo di preoccuparti»

«Non ne sono certo»

Skyler lo vide posare su Jacen uno sguardo diffidente che non riusciva a spiegarsi.

«Perché? Cosa ti ha convinto a fuggire?» chiese.

«Lui» rispose Dreiz con un cenno in direzione di Jacen. «L'ho riconosciuto e so chi è»

Jacen si mosse appena sulla poltroncina e non disse una parola. La curiosità di Skyler si intensificò e i pensieri corsero di nuovo alle ipotesi che aveva preso in considerazione quando l'amico aveva dichiarato di preferire il cognome materno, in particolare alla possibilità che fosse imparentato con un criminale.

Ma Kirei rise. «E in che modo ciò costituisce un problema per te?»

«Quando ha nominato Ambrian l'ho riconosciuto: ho ricordato che il padre aveva sposato una seraniana e che lui è una Sentinella. Non mi piace avere a che fare con le Sentinelle, non voglio problemi»

«In tal caso avresti dovuto notare che non indosso segni distintivi» Jacen si punto l'indice contro il petto. «Sono qui come privato cittadino»

«E che mi dici degli altri? Lei è tua cugina, e so che anche la nipote è una Sentinella» indicò Kirei con un brusco cenno del mento.

Lei allargò le braccia. «Sono colpevole. Ma anch'io non mi trovo qui in veste ufficiale, bensì in supporto. Rory e Skyler, invece, non sono nemmeno Sentinelle»

«Io sono una grafica» disse Skyler.

Rory alzò una mano con fare annoiato. «Programmatore»

Dreiz socchiuse gli occhi e li squadrò uno a uno. «E cosa volete da me?»

«Stiamo cercando di venire a capo di un mistero in cui ci siamo imbattuti» spiegò Jacen, raccontando la storia con poche parole, più neutre possibile.

L'uomo ascoltò in silenzio, impassibile; solo un programma di decrittazione avrebbe forse saputo leggere ciò che gli stava passando per la testa. Non fece commenti nemmeno quando Jacen terminò spiegando ciò che era accaduto alla NewProgram, limitandosi a guardare Rory con interesse.

Quest'ultimo aveva un'espressione stranissima, che Jacen non gli aveva mai visto; era anche più pacato di quanto fosse abitualmente.

«E tu saresti il rappresentante della NewProgram?» gli chiese infine Dreiz.

«No, sono un programmatore autonomo, non un dipendente» spiegò lui. «Sono qui perché cerco una spiegazione a ciò che sta succedendo. A quello che è successo a me»

L'espressione rigida di Dreiz vacillò e una fugace scintilla d'interesse gli illuminò lo sguardo. «Cosa ti è successo? Hanno tentato di truffare anche te?»

«Al contrario, sono io il pirata»

Sotto gli occhi sorpresi di Skyler, che non si aspettava una svolta simile, Rory raccontò la propria storia, senza lesinare sui particolari, in modo preciso e completo.

Al termine, Dreiz emise un basso fischio. «Questo sì che è un colpo di scena, non me l'aspettavo»

Rory sbuffò. «Se avessi ascoltato anziché fuggire ci saremmo risparmiati tutta la manfrina dell'inseguimento» 

Dreiz incrociò le braccia. «Ho i miei motivi per non volere indagini sul mio conto»

«La NewProgram non ha sporto denuncia, non vi saranno indagini, non hai nulla di cui preoccuparti» disse Kirei.

«Però abbiamo bisogno del tuo aiuto per capire ciò che è successo» aggiunse Rory. «Persone forse innocenti sono state condannate»

«Non vedo come, la mia storia è identica alla tua, non ho nulla da aggiungere»

Jacen posò sul tavolo il bicchiere ormai vuoto. «Stiamo raccogliendo informazioni su tutti i supposti hacker, per capire se abbiano qualcosa in comune; conoscenze, luoghi frequentati o visitati, familiari...»

Dopo qualche secondo di silenzio Dreiz scosse la testa. «Su di me non troverete niente, sono poco socievole e non ho famiglia»

Rory puntò un indice verso di lui. «Nemmeno tu! Questo è l'unico dettaglio che accomuna tutti noi»

Dreiz si alzò e si allontanò di qualche passo da loro, poi si voltò e guardò Rory, serissimo. «Ma io non faccio testo. È il motivo per cui non volevo domande, quello per cui sono fuggito, il fatto che non ho famiglia: sono un synth»

***

A Skyler sembrava che la mente galleggiasse. Non era facile digerire una rivelazione di quella portata. La questione synth aveva colpito con forza la Serania circa vent'anni prima e l'aveva fatta diventare una delle nazioni più chiacchierate al mondo. Non era una cosa di cui andava fiera, né qualcosa che il Paese meritasse.

Ma la storia la conosceva benissimo, come ogni seraniano. 

Tutto era iniziato quando Avix Croyle, brillante scienziato non ancora ventenne, aveva fondato la Biotech, azienda che progettava e realizzava automi. Non più destinati a occuparsi solo dei lavori logoranti e ripetitivi, come d'abitudine, ma con una componente organica via via più importante, da usare per la sperimentazione farmacologica.

La volontà di studiare risposte a stimoli estremi e interazioni più complesse aveva poi condotto gli scienziati a una sempre maggiore umanizzazione degli automi.

In breve tempo erano nati i synth, uguali in tutto agli uomini e indistinguibili, ai quali Croyle aveva via via incrementato la componente organica con l'obiettivo di studiare in modo preciso e capillare le risposte emotive a eventi stressanti, le capacità di integrazione e la psiche.

Con la terza generazione di sintetici, ormai del tutto organici, aveva scavalcato l'ultimo gradino che ancora separava i sintetici dall'uomo, possedendo, di fatto, una fabbrica di esseri umani.

Quando la notizia dell'umanità dei sintetici era trapelata ne era nata una rivolta per chiederne la tutela. Molti capi di Stato avevano firmato una petizione per riconoscere i diritti dei sintetici di terza generazione, con conseguente proposta di legge in merito.

Ma gli interessi economici in ballo e la fama della Biotech, già divenuto un impero a pochi anni dalla creazione, avevano dilatato i tempi, portando all'esasperazione i gruppi di attivisti per i diritti dei sintetici. Vedendo mancata l'approvazione della legge a tutela e con l'aiuto interno di un collaboratore di Croyle pentito, tali gruppi erano passati all'azione, riuscendo a organizzare una fuga di massa dei sintetici. Dopo quel giorno dei synth non si era più saputo nulla.

Nessuno ne aveva più avuto notizie.

E ora, eccone uno davanti a loro.

«Sapevo che eri una Sentinella e ho immaginato che fossi qui per la vicenda della NewProgram. So quello che ho tentato di fare, anche se non ho capito perché sia successo; non avrei mai compiuto una sciocchezza del genere, la sola idea di abbattere le difese di Leti Lyen è assurda, voi lo sapete meglio di me. Eppure ci ho provato e quando vi siete presentati alla mia porta ho capito che il mio segreto era in pericolo e che il fatto di essere un synth avrebbe aggravato la mia posizione»

«In che modo avrebbe dovuto farlo?» Jacen corrugò la fronte. «A maggior ragione, visto che mi hai riconosciuto, non avresti dovuto pensarlo; dopotutto le posizioni della mia famiglia sull'argomento sono note»

«Non potevo essere certo che la pensassi come tuo nonno» rispose Dreiz guardando di sottecchi anche gli altri.

Kirei gli sorrise e Skyler sostenne lo sguardo, mentre Rory si mosse sulla poltroncina un po' a disagio, senza dire una parola.

«Ora lo sai» disse Jacen. «La penso esattamente come lui, e credo di parlare anche per Kirei»

«Certo. Sono contenta, anzi, di sapere che la vostra scomparsa ha avuto un lieto fine; non avevo mai conosciuto un sintetico prima di oggi»

Dreiz abbozzò un sorriso. «Quando ci hanno liberati, la maggior parte di noi ha scelto di ricevere nuovi ricordi e di ricominciare da quelli, senza legami con il passato. Siamo stati aiutati, il nostro caso aveva mosso le coscienze e i gruppi che ci hanno fatti fuggire avevano un'organizzazione eccellente. Non mi stupisce se nessuno di voi conosce sintetici: la maggior parte di loro non sa nemmeno di esserlo, si sono confusi nel mondo e nessuno potrebbe distinguerli. In pochi abbiamo deciso di mantenere il ricordo della nostra identità. Io non volevo dimenticare: conoscere le mie origini e ricordare ciò che ho subito mi aiuta a comprendere quanto siano sciocchi i pregiudizi di qualsiasi tipo e a sapere fino a che punto possono spingersi le persone quando considerano le altre inferiori a loro»

«Mi dispiace per ciò che hai dovuto sopportare» la voce di Skyler era commossa. «Ero troppo piccola per ricordare quei giorni, ma posso immaginare le vostre sofferenze»

«Ti ringrazio, ma sapere che la maggior parte di noi ora sta bene è di conforto: io stesso, pur avendo coscienza della mia identità, posso vivere la mia vita e fare le mie scelte. Almeno finché questo segreto rimarrà tale»

Kirei bevve l'ultimo sorso del proprio drink. «Non abbiamo motivo di rivelarlo»

«Ci hai confermato che il tuo caso va inserito tra quelli che stiamo studiando e ti saremo grati se ci aiuterai a venirne a capo dandoci qualche indicazione, ma non vogliamo in alcun modo crearti problemi» aggiunse Jacen.

«Noi pensiamo che siano state condannate delle persone innocenti e che anche tu lo sia» disse Skyler fissando Dreiz negli occhi. «Ciò che avete fatto non è dipeso dalla vostra volontà»

Dreiz non rispose subito, ma attese qualche istante prima di dire: «Vi aiuterò, per quanto possibile. Non posso permettere che degli innocenti paghino per qualcosa che non hanno commesso»


TASTEBOX: cabina gastronomica che si trova lungo le strade. Permette di magiare fuori casa senza rinunciare alla privacy e alla tranquillità, e il suo interno è esteticamente personalizzabile

BERRYCHOP: bibita analcolica fruttata

ARCTIC SHAKE: bibita alcolica, ghiacciata e rinfrescante


Innanzitutto chiedo scusa per "lo spiegone" sui sintetici; ho cercato di renderlo più breve possibile e accetto consigli su come migliorare la parte.

Ora sapete qual è la "spinosa questione synth" per cui è famosa la Serania.
Ed ecco chiarito il perché Dreiz abbia sfidato i sistemi difensivi della NewProgram: non era in sé.

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