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-Buonasera ragazzi! Pronti ad iniziare?- ci accoglie il prof Carnevale.

Io e Davide annuiamo, andandoci a posizionare davanti alle nostre tele.

-Oggi, siccome penso siate già in ansia per via delle pagelle di domani, ho deciso di assegnarvi un lavoro molto più semplice di quello di una settimana fa-

Con un ampio gesto del braccio, indica il panorama davanti a noi.

-Come forse avrete capito. Oggi dovrete rappresentare questo magnifico ambiente che avete davanti. E, inoltre, potrete usare diverse tecniche per realizzarlo, e non solo le tempere-

Detto questo, il prof ci fa segno che possiamo iniziare.

Sono molto felice del lavoro che ci ha assegnato. Infatti, praticamente ogni giorno raffiguro un diverso paesaggio, a Firenze. 

Questa volta, io e Dado siamo posizionati spalla a spalla. Sono così concentrata sul mio lavoro, che neanche mi accorgo del pennello di Davide che va a posarsi proprio sulla mia guancia.

Io mi giro di scatto verso di lui. Mi passo una mano sul viso, e quando la ritraggo vedo che è macchiata da vernice rossa.

-DAVIDE VAVALA', IO TI AMMAZZO!- urlo io, impugnando il mio pennello per macchiarlo di blu.

Ad intralciare il mio cammino, però, è un sasso, che mi fa inciampare e farmi cadere a terra insieme a Davide.

Dopo un millesimo di secondo, mi ritrovo a mezzo centimetro dal suo viso.

-C'era bisogno di tutta questa cerimonia, solo per poterti coricare su di me?- sussurra lui, facendomi ridere.

-Diciamo che un sasso mi ha convinto ancora di più a venirti addosso- rispondo poi.

Non faccio neanche in tempo a lasciargli un bacio, poiché sentiamo i passi del prof Carnevale avvicinarsi sempre di più.

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-ERA MEGLIO IL MIO DIPINTO, DI LA VERITA'!- urlo a Dado, anche se è seduto solamente a mezzo metro da me.

Lui si gira nella mia direzione, sorridendo.

-Ovviamente no- risponde.

Io prendo un cuscino dal divano, lanciandoglielo dritto in faccia.

-Bel colpo, Fede- dice Giordano, dandomi il cinque.

-Ah, è così?- replica Davide, alzandosi dalla poltrona e afferrando due cuscini.

-Oh-oh- ho solo il tempo di dire. Poi, entrambi i cuscini mi volano contro.

Con dei riflessi che neanche Spiderman, riesco a schivarne uno. L'altro mi finisce in piena faccia, scombussolandomi tutti i capelli.

Vedo Davide, e persino Giordano, che scoppiano a ridere.

-Siete veramente degli stronzi- dico io, facendogli la linguaccia.

-Mai quanto te- risponde Davide, venendo verso di me e caricandomi sulle sue spalle come ogni sera.

Domani ci sono le pagelle. E, proprio come quasi quattro settimane fa, ho più ansia per Davide che per me.

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Dopo la colazione, siamo tutti pronti a scendere in cortile. I sorveglianti ci fanno sedere su varie panchine, posizionate proprio sotto al gazebo bianco.

Io prendo posto vicino a Sofia e ad Esa. 

-Signor Andreini, mi segua- annuncia il sorvegliante, mentre Magnesio si alza.

Io, poco prima, lo avevo trattenuto con un grande abbraccio. Anche se, alla fine, non c'è da preoccuparsi. Infatti, Ale è il secondo in classifica quasi ogni settimana. 

Come predetto, pochi minuti dopo torna da noi con indosso l'ambita giacca rossa. Io corro verso di lui, stritolandolo in un altro abbraccio.

-Non avevo dubbi, Ale- gli dico, mentre anche gli altri si complimentano con lui.

Mi prendo un momento per osservarlo meglio.

-Beh, l'abbinamento dei colori non è il massimo, ma...mi ci abituerò- aggiungo, mentre tutti scoppiano a ridere.

Pian piano, anche altri miei compagni tornano con la nuova giacca. Esa, Usha, Sofia, Andrea e Luca hanno già addosso la loro giacca. Davide, al contrario, è ancora con quella blu.

Proprio in quel momento, vedo Giordano correre verso di noi. Quando vedo che ha ancora la vecchia divisa, il mio cuore perde un battito.

Lui vede la mia faccia preoccupata. Con un sorriso, estrae la giacca rossa da dietro la schiena, facendomi tirare un sospiro di sollievo.

-Mi avevi fatto prender un colpo- gli dico, prima tirandogli uno schiaffo sulla spalla, e poi stringendolo in un abbraccio.

-Signorina Ferrara, mi segua- ci interrompe la sorvegliante.

Io mi raddrizzo la giacca, poi mi affretto a seguirla. 

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-Buongiorno- dico io, entrando nella stanza.

Davanti a me ci sono il preside e il professor Maggi, che inizia a rovistare tra le varie pagelle, alla ricerca della mia.

-Signorina, può vedere la sua pagella- dice poi, invitandomi ad avvicinarmi al tavolo.

Prendo in mano il foglio di carta, studiando i miei voti. Sono praticamente tutti 7, tranne un 6 in matematica e un 8 in musica e arte. Non potrei essere più felice.

-E' contenta dei risultati?- mi chiede il preside.

-Si, veramente contenta. Certo, potrei migliorare in matematica, ma per il resto sono felicissima- rispondo io.

-Mi fa piacere, signorina. Ora, professore, passiamo a leggere il giudizio-

Maggi si schiarisce la voce.

-"L'alunna è ben inserita in classe, collabora con tutti i compagni in modo proficuo, soprattutto col signor Vavalà, con il quale ha legato molto-"

Nel sentire questa frase, non posso non arrossire.

-"Si impegna costantemente nelle attività didattiche, svolgendole con grande serietà. Tuttavia, dal punto di vista disciplinare, il comportamento potrebbe essere migliorato. Ha presentato sin dall'inizio una grande vena da leader, e non manca momento, in una discussione, dove non faccia sentire la sua voce"-

Sorrido ad entrambi, mentre Maggi rimette a posto la mia pagella.

-Grazie mille- dico, dopo un pò, stringendogli persino la mano.

-Grazie a lei, signorina. Vada nella stanza dei sorveglianti a ritirare la sua giacca rossa. Buona giornata- mi congeda il preside.

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-CE L'HO FATTA!- urlo, correndo verso i miei compagni e sventolando in aria la mia giacca, come una bandiera di vittoria.

Subito, Davide mi si butta addosso, quasi facendomi perdere l'equilibrio. Io lo stringo forte, mentre lui quasi mi solleva da terra.

-Lo sapevo, Ferrara- dice, lasciandomi un bacio sulla fronte.

-Sappi che se sono arrivata al 6 in matematica è solo per merito tuo- rispondo, mentre lentamente mi stacco da lui.

-FATE LARGO, ORA TOCCA AL MIGLIORE AMICO- grida Giordano, facendosi largo tra tutte le persone che vogliono abbracciarmi.

-Bel lavoro, Fede- dice poi, abbracciandomi.

-Mi fate sentire bassissima ogni volta che mi abbracciate, vi odio- replico io, ridendo.

-Signor Vavalà, è arrivato il suo turno- ci interrompe il sorvegliante.

Davide si abbottona la giacca, facendo un grande respiro.

-Tornerò con quella giacca, Fede- dice, poi si gira nell'altra direzione.


❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora