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E' mattina, e dopo il solito e traumatico risveglio, ci troviamo tutti in aula magna. Come sempre, ascolto ben poco di quello che dice il preside. L'unica cosa che mi fa gelare il sangue è l'imminente taglio di capelli. Ho visto fin troppe edizioni del Collegio per sapere che quei parrucchieri sono moooolto crudeli.

Ma non è finita qui. Dalla porta, ad un tratto, entra un ragazzo. Ha i capelli mori con un ciuffo dorato, una maglia nera e un jeans. 

-Mamma mi, portatemi ossigeno- commenta Giulia Scarano, sventolandosi le mani davanti al viso.

Beh, su questo non posso dire nulla. Di bello è bello. 

Controllati Federica, ora stai con Davide. Non fare passi falsi

Il ragazzo si presenta. Si chiama Simone, ha 16 anni e vive in provincia di Pisa. Noto subito che guarda molto spesso nella mia direzione, ma io ovviamente lo ignoro. Ho Davide vicino, che lo guarda in cagnesco. 

-Ti sta già antipatico vero?- gli sussurro, chinandomi per avvicinarmi al suo orecchio.

-A me basta che ti lasci stare e mi starà simpaticissimo- risponde lui, facendomi ridere.

-SIGNORINA FERRARA, SIGNOR VAVALA', LO TROVATE DIVERTENTE?- urla il preside, facendomi fare un salto sulla sedia.

-Siccome avete questo grande senso dell'umorismo, sapete che vi dico? Ora ve lo faccio io uno scherzo. Sarete voi i primi a tagliare i capelli. E ora tutti fuori!- conclude.

Appena uscita dall'aula, mando un bellissimo vaffanculo al preside, proprio con tutto il cuore. Non so da quant'è che non taglio i capelli, e sinceramente non ho molta voglia di ritrovarmi con la frangetta o con un caschetto.

Sento qualcuno abbracciarmi da dietro.

-Hai paura?- mi chiede Davide, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-E' la parrucchiera a dover avere paura. Se solo prova a farmi la frangetta o il caschetto penso che la potrei uccidere con quella forbice- rispondo.

Lui ride, contagiando anche me.

-Saresti bellissima comunque, anche con il casco di banane che ha Bettin in testa- conclude, baciandomi.

-OHHH! Piano con quella lingua, Vavalà!- urla Rahul, battendo le mani.

-Signori e signorine! Dietro di noi, forza!- ci interrompe il sorvegliante.

Noi seguiamo i suoi ordini, andandoci a sedere su due panchine separate.

-Signorina Ferrara! Vada a sedersi lì, prego- mi dice la sorvegliante, indicandomi la sedia davanti alla parrucchiera. Io mi alzo sbuffando, mentre Davide mi fa l'occhiolino come per rassicurarmi. Mi siedo, mentre la parrucchiera inizia a prendere i suoi strumenti di tortura. Sento la forbice che si poggia sui miei capelli. Vedo le mie compagne trasalire. Io capisco cosa vuole fare. Con uno scatto, sposto la sua mano ad appena cinque centimetri dalle mie punte, costringendo la parrucchiera a tagliarmi veramente pochi capelli. Tutti i miei compagni scoppiano a ridere, ma per mia sfortuna la sorvegliante ha visto tutto.

-SIGNORINA FERRARA! NON SI PERMETTI! Signora, le tagli il doppio di capelli!- sbraita, battendo un piede a terra.

La parrucchiera fa come le è stato chiesto. Vedo ciocche di capelli biondi cadere a terra. Mi alzo di scatto, rifiutandomi di continuare.

-No no no, lei non me li taglia più!- urlo, incamminandomi verso l'entrata.

Vedo Davide alzarsi dal suo posto e corrermi incontro. Mi prende per le spalle e si avvicina al mio orecchio.

-Non fare cretinate Fede. Qui ti cacciano solamente se lanci un aeroplanino di carta, e sappiamo tutti e due cosa farei in questo caso. Ora vai lì, stringi i denti e sopporta. Forza Ferrara- mi dice.

Io gli lascio un piccolo bacio a stampo, poi ritorno dalla parrucchiera. Mentre nella mia testa dico tutte le parolacce del mondo contro la sorvegliante e la parrucchiera, pian piano i miei capelli si accorciano. Per finire, mi ritrovo una fascia azzurra a mo di frontino. Mi precipito immediatamente verso una finestra. Davide mi segue, nonostante il sorvegliante lo preghi di rimanere seduto. Appena vedo il mio riflesso nello specchio rimango pietrificata. I capelli ora mi arrivano appena sotto le spalle e quella fascia mi fa sembrare Alice nel Paese delle Meraviglie. Me la tolgo con uno strattone e la butto per terra. Vedo Davide correre verso di me. Anche lui ha i capelli più corti, ma è rimasto sempre bellissimo. Mi prende il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi.

-Sei bellissima comunque- mi dice.

Io lo abbraccio forte. Ad interrompere quel momento è un urlo veramente straziante, che proviene dalla zona taglio. È Giulia Matera, alla quale hanno appena ridotto i lunghi capelli in un caschetto.

-Come godo- dico, ridendo.

Non si sarà capito, ma non mi è mai andata a genio.

Davide non dice nulla. Guarda solo la scena.

Alla fine tutto si sottopongono al tragico taglio. Giordano, senza quei suoi baffetti,  sembra più piccolo di almeno due anni. Marco rimane senza il ciuffo e Luca senza il suo codino. Quando arriva il turno di Luna, è una *tragedia*. Dopo corse in presidenza, pianti e sgridate dalla sorvegliante, decidiamo insieme di farglieli accorciare di appena un dito. 

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È finalmente arrivato il momento di una fantastica lezione di arte con il mio amato prof Carnevale.

-Oggi parleremo di punti di vista- inizia, mentre passa tra i banchi e vi poggia sopra un foglio d'album.

-Dovrete scegliere compagno a vostra scelta, e disegnare il mondo visto dalla sua prospettiva-

Io inizio subito a pensare. Ovviamente, alla fine, scelgo Davide. Sono sicura al cento per cento che anche lui abbia scelto me, non che mi interessi più di tanto alla fine.

Io, gelosa? Pfff, ma quando mai.

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-Signor Francati, vuole iniziare lei?- dice il prof, quando tutti abbiamo finito i nostri lavori.

Giordano si alza, schiarendosi la voce con fare teatrale.

-Io ho rappresentato il mondo visto dalla signorina Ferrara- risponde, girando il foglio.

Io sorrido. 

Ha disegnato le persone tutte di un colore, ossia il nero. Solo una è bianca. 

-Signor Francati, perché solo una persona è bianca?- gli chiede Carnevale, incuriosito.

-Questa persona è Federica. E come vedete, sta trasmettendo la sua luce ad una sola persona. Che rappresenta il signor Vavalà- spiega, mentre io arrossisco violentemente.

Non lo avevo notato prima, ma una delle figure da nera si sta pian piano schiarendo.

-È un lavoro molto bello, Francati. Dal grande significato- commenta il prof, sorridendo in direzione di me e Davide.

Il mio compagno mi guarda, sorridendo.

-Alla fine anche la Peto verrà a sapere di questa cosa- gli dico, facendolo ridere.



❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu