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-Quale modo?- chiedo io, tremendamente curiosa.

-Andrò dal preside, gli spiegherò il motivo di quello che hai fatto, e gli chiederò di farmi fare di nuovo il test d'ingresso, ovviamente diverso dal precedente- mi spiega Valentina.

Io ci penso su, poi annuisco.

-Potrebbe funzionare-

-Deve funzionare- replica lei, alzandosi dal letto.

Prima di uscire dalla camerata, mi lancia un'ultima occhiata.

-Dovresti andare a parlare con Davide. Giordano non ce la fa più a tenerlo chiuso lì dentro-

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-Giò, dov'è Davide?- chiedo al mio migliore amico, non appena entro nel dormitorio maschile.

-Qualcuno mi ha chiamato?- risponde proprio Davide, dal fondo della stanza.

Non so come avessi fatto a non notarlo prima, ma lui è seduto esattamente sul suo letto.

Io mi siedo accanto a lui, schiarendomi la voce.

-Ho bisogno di parlarti- esordisco, guardandolo negli occhi.

-Era ora- rispose lui, pur continuando a sorridere.

-Prima cosa: scusa- continuo.

-Scuse accettate. Qualunque cosa tu abbia fatto-

Io gli sorrido, ringraziando il cielo per la dolcezza di questo ragazzo.

-Seconda cosa: SPIEGAMI COS'E' SUCCESSO TRA VALENTINA E LEONARDO-

Lui scoppia a ridere, mentre si passa una mano tra i capelli.

-Allora, hai presente quando, per un obbligo, lei mi ha baciato? Dopo quello, non mi ha più considerato. Ha avuto un crollo emotivo al quale tu non hai assistito, perché eri in sala relax con Sofia e Giordano. Leonardo ha passato tutto il pomeriggio con lei, consolandola e tutto il resto, e diciamo che si sono innamorati a vicenda. E per la cronaca, baci molto meglio tu-

Io scoppio a ridere, tirandogli una cuscinata.

-Non posso crederci. Ho messo in atto tutto questo piano malefico, e poi è andata a finire che lei si è fidanzata con Leo-

Lui annuisce.

-Posso farti una domanda?- mi chiede dopo un pò.

-Certo- rispondo io.

-Tu hai fatto tutto questo...per paura di perdermi?-

Nel sentire quelle parole, sento le lacrime che fanno fatica a non uscire.

-S-si, proprio così. Ho avuto così tanta paura di perderti, da arrivare a rischiare l'espulsione. So che non l'avrei dovuto fare, mi dispiace tanto-

Davide non ha neanche il tempo di rispondere, perché Valentina è appena entrata come un razzo in camerata.

-FEDE. HA DETTO CHE PUOI RESTARE. DEVI SOLO IMPARARE A MEMORIA UNA POESIA!- urla. Sembra davvero felice, cosa che mi lascia abbastanza sconvolta.

Sia io che Davide tiriamo un sospiro di sollievo.

-Non vi libererete mai di me- dico io, mentre tutti in camerata iniziano ad applaudire.

-E direi che è meglio così- risponde Dado, lasciandomi un bacio sulle labbra.

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Non mi interessa veramente nulla della poesia da imparare. Stanotte, invece di fare casino, rimarrò in camerata ad impararla. Giordano si è già offerto di aiutarmi, e io ovviamente ho accettato. 

Ci sono molti vantaggi nell'avere un migliore amico che frequenta il liceo classico.

Per adesso, non ci resta che prepararci alla lezione di italiano.

Riprendo possesso del mio posto vicino a Davide, che Magnesio mi ha gentilmente ceduto.

In realtà...non proprio gentilmente.

Lo ha fatto semplicemente perché ho minacciato di legargli le gambe con lo scotch.

-Buongiorno ragazzi- ci saluta il prof, mentre noi ci alziamo in piedi.

-Oggi parleremo della satira. E, per una volta, potrete "prendere in giro" me e tutto il resto del corpo docente-

Io e Davide siamo super gasati per quest'attività, come del resto tutta la classe.

-Prof, ma siamo sicuri che se io prendo in giro la Petolicchio lei non mi manda dal preside?- chiedo io, tanto per essere tranquilla.

-No, Ferrara. Glielo assicuro- mi risponde lui.

Dopo pochissimo tempo, abbiamo tutti finito le nostre satire.

Il primo che viene chiamato è proprio Davide.

Mi ha assolutamente vietato di sbirciare la sua opera d'arte, perciò io non vedo l'ora di vederla.

-Io ho disegnato il preside, che sta leggendo la guida su come espellere i collegiali senza motivo-

Tutti scoppiamo a ridere.

-Simpatico, si- commenta Maggi.

-E' una denuncia contro il collegio- aggiunge Davide, sorridendo.

-Tagliente al punto giusto, benissimo- conclude il prof. 

Appena ritorna a posto, io gli do il cinque.

Ora è arrivato il turno di Magnesio.

-Il preside ha più capelli che quoziente intellettivo, quando vede uno scemo con la cravatta gli viene più duro di quando vede una bella figa. Quella palla da bowling porterà l'Italia alla rovina incoraggiando persone incompetenti ad andare in politica, e assumendo professori con una mentalità così retrograda che non riescono neanche a guardare oltre le apparenze-

Inutile dire che stiamo ridendo almeno il triplo di prima.

Nonostante ciò, il prof non sembra neanche lontanamente offeso.

Continuiamo con tutte le nostre satire e tante risate, anche da Maggi.

E' quando arriva il turno di Rahul che la situazione precipita.

La sua non è più una satira. Sono veri e propri insulti.

Nessuno di noi sta ridendo, stessa cosa per il prof.

-Ti faccio vedere che casino che succede mo- sussurra Davide, nascondendo la testa tra le braccia.

-Signor Teoli, secondo lei faceva ridere?- chiede il prof.

-No, io ho detto solo come stanno le cose- risponde Rahul, senza neanche guardarlo in faccia.

-A questo punto, però, quello che ha fatto non è più satira. Sono veri e propri insulti-

-E allora lei adesso cosa fa? Mi manda dal preside? Siccome è quello che sta più in alto? Wow, che novità!- continua lui.

In classe c'è un silenzio tombale.

Prima che Maggi possa dire qualcosa, Rahul si alza di scatto per uscire dall'aula.

-Signor Teoli, se lei esce da quella porta, è fuori definitivamente-

Lui, che ha la testa dura più della mia, esce comunque, andandosi a sedere sulla panchina.

-Fuori un altro- commenta Davide, mentre io mi copro il viso con le mani.


❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora