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-Buongiorno ragazzi- ci saluta il prof Maggi, mentre entriamo in classe.

Davide corre subito verso uno dei banchi in ultima fila, buttandoci sopra i suoi libri.

Io soffoco una grande risata, andando a sedermi vicino a lui.

Quando tutti siamo seduti ai nostri posti, il prof inizia a parlare.

-Oggi vorrei proporvi un'attività un pò particolare. Infatti, vorrei che realizzaste i vostri volantini elettorali- spiega, mentre Magnesio, seduto davanti a noi, sbuffa.

-Che succede?- gli chiedo, sporgendomi leggermente.

-Questa è una di quelle tante cose fatte per facilitare la vita a Di Piero. E pensano anche che io non me ne accorga.

Quasi mi ero scordata della competitività che c'era tra quei due.

Anche se devo ammettere che Andrea non ha fatto praticamente nulla.

Magnesio pensa che gli stiano semplificando il compito, anche se secondo me è solo frutto della sua immaginazione.

Maggi inizia a passare tra i banchi, dando ad ognuno i propri volantini.

-MA CHE FACCIA HO IN QUESTA FOTO?!- urlo io, non appena prendo in mano il mio.

In un piccolo cerchio in alto a sinistra, si trova una mia foto, dove ho una faccia abbastanza disgustata.

-Fà vedere...- dice Davide, prendendolo in mano.

Sta ad osservarlo per un pò.

-E quale dovrebbe essere il problema? Sei bellissima-

Io arrossisco, abbracciandolo.

-Oggi siamo sdolcinati, eh Vavalà?- 

-Si, oggi sono in vena. Quindi approfittane-

Detto questo, iniziamo a lavorare al nostro volantino.

Per tutta la mezz'ora che passa, Magnesio lancia occhiatacce ad Andrea, che sta lavorando tranquillamente.

Davide rimane in silenzio, come ogni volta che disegna o crea qualcosa.

Io non lo disturbo, chiedendogli solo di tanto in tanto di passarmi un pennarello.

Sto ancora pensando all'incontro di questa mattina.

E' successo tutto così in fretta, con così poco preavviso, che non riesco neanche a ricordare bene tutti i particolari.

Non voglio assolutamente riaprire il discorso.

Ho avuto modo di vedere quanto Davide fosse furioso solamente nel vedere Mattia, non immagino neanche cosa succederebbe se iniziassimo a parlarne.

-Fede, hai capito cosa ti sto chiedendo?-

Scuoto la testa, riconnettendomi con il mondo.

-Dado, scusa, dimmi-

-E' una cosa di estrema importanza. Il mondo non può sopravvivere senza-

Io trattengo il fiato.

Poi lui sorride.

-Puoi passarmi il pennarello nero?-

Io tiro un sospiro di sollievo, tirandogli un piccolo schiaffo sul braccio.

-Mi avevi fatto prendere un infarto- dico, per poi lanciargli il pennarello, che lui prende al volo.

-E' il mio lavoro, Ferrara- risponde lui, lasciandomi un piccolo bacio sulla punta del naso.

Intanto tutti abbiamo finito il nostro lavoro, così il prof inizia a chiamare.

-Signor Andreini, vuole venire lei?-

-Eccallà- commenta Esa, facendomi ridacchiare.

Magnesio si alza e si avvicina fierissimo al prof, che gli chiede quale sia il nome del suo partito.

-FIGA!- esclama lui, mentre tutti noi scoppiamo a ridere.

-Come scusi?- chiede Maggi.

-F.I.G.A., è un acronimo. "Forza Italia Grande Amore"- spiega lui.

-Sa che lei non verrebbe ammesso alle elezioni così, vero?- continua il prof.

-E perché scusi?-

-Beh, mi pare che tutti abbiate afferrato il doppio senso che c'è in questo nome-

Questa affermazione non fa che farci ridere ancora di più.

Ma, stranamente, Magnesio non sembra divertito.

-Certo, perché ammetterebbero subito Di Piero, vero?- sbotta, incrociando le braccia al petto.

In classe cala un silenzio perfetto.

-Oh no...- sussurra Davide, nascondendo la testa tra le mani.

-Questo non significa nulla, signor Andreini...-

-Mi spieghi il motivo! Perché non potrebbe essere ammesso?-

-Beh, perché questa parola...-

-Intanto non è una parola, ma un acronimo: F.I.G.A.-

-Ma è chiaro che allude a qualcos'altro, io...

-Non allude a niente! Ma se lei è un pervertito io non so cosa dirle-

Seguono alcuno secondi di silenzio.

Questa volta, Magnesio ha davvero superato il limite.

-Signor Andreini, come si permette?- dice il prof, scandendo ogni parola.

Magnesio non risponde. 

Forse anche lui si sarà accorto di aver sbagliato.

-Si rende conto di quello che ha detto?-

Ancora nessuna risposta.

-Per prima cosa esca fuori dalla classe. Non la voglio avere davanti gli occhi. VADA VIA!-

Lui non se lo fa ripetere due volte.

Abbassando la testa, esce fuori dall'aula, facendoci rimanere col fiato sospeso.

-Non prevedo cose buone per lui- commenta Davide a bassa voce, seguendo con lo sguardo Magnesio che esce fuori.

-Neanche io, Dado- rispondo, poggiando la testa sul banco.

-Neanche io-


❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now