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-FERDINANDO! F-E-R-D-I-N-A-N-D-O- ripeto, per forse la cinquantesima volta.

-Ok ok. Il padre della regina Margherita si chiamava Federi...- inizia Davide.

-FERDINANDO! Madonna mia, giuro che te lo tatuo sulla mano se non lo impari- 

Far imparare a Davide sedici pagine sulla regina Margherita si sta rivelando un'impresa molto più difficile del previsto.

-Allora, chiudi questo libro- dico, prendendoglielo con non molta delicatezza dalle mani -e dimmi cosa sai su questa tizia- 

Lui sembra concentrarsi per due secondi, poi sbuffa e si butta sul letto.

-Dai Fede, non ci riesco. Non ho mai imparato così tante pagine in sedici anni della mia vita- commenta, stropicciandosi gli occhi.

Io mi alzo dal letto, guardandolo dritto in faccia.

-Davide Vavalà. Io non permetterò che tu esca da questo collegio solo per una cazzata. Io posso stare qui a farti imparare tutta la vita di questa stronza per tutta la notte, solo per avere la soddisfazione di vederti uscire dalla stanza del preside con quella giacca. Devi essere veramente uno stupido per abbatterti così. Io so che non lo sei, quindi riprenditi questo fottuto libretto e studia come si deve, almeno per una volta nella tua vita- dico, porgendogli il libretto.

Davide è a bocca aperta. Intuisco che cerca di pensare a qualcosa da dire. Alla fine sorride, stringendo le dita intorno ai fogli. Tirandoli a se, mi trascina insieme a loro. Mi ritrovo, senza neanche sapere come, a un centimetro dal suo volto. L'unica distanza tra di noi è data dalle mie braccia, con le quali mi reggo sul letto. Il mio corpo è praticamente poggiato sul suo, che è entrato totalmente in tensione. All'improvviso, stupidamente, penso alla faccia della mia migliore amica quando vedrà questa scena. Sento il respiro di Davide molto, troppo, vicino al mio. Si avvicina al mio orecchio, mentre io rimango immobile, incapace di fare qualunque cosa.

-Mattia sarebbe geloso di questo?- mi sussurra, facendomi sussultare.

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POV'S GIORDANO

-CHE COSA HAI FATTO????- urlo a Marco, mentre giriamo per i corridoi del collegio.

-Shhh, 'ncè bisogno che urli- risponde lui.

-Marco, cosa hai fatto?- ripeto.

-Gli ho detto de Mattia. M'era venuto en mente che forse era na bona idea- continua.

Io mi fermo all'improvviso, prendendolo per un braccio.

-Oh no no no. Doveva dirglielo LEI! Ora sono lì dentro da soli e Fede è convinta che lui non sappia nulla- gli dico, mettendomi le mani nei capelli.

-O merda! Dobbiamo annà subito da loro e...-

-Non se ne parla proprio- lo interrompo -peggioreremmo solo le cose. Fede se la può cavare, è una ragazza molto intelligente- concludo, ma neanche io sono molto convinto delle mie parole.

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POV'S FEDERICA

-C-chi?- gli chiedo, mettendomi seduta di scatto.

Lui fa una risata amara, rimanendo comunque coricato.

-Pensi davvero che non sappia di Mattia?- risponde, guardandomi negli occhi.

-Avevo in mente di dirtelo...-

-Si? E quando?- ribatte, con voce dura.

Io cerco in tutti i modi di trattenere le lacrime. Non riesco, però, ad evitare di farne scendere una. Davide lo nota, infatti si mette subito seduto e me l'asciuga con il pollice.

-Perché non me lo hai detto prima?- mi chiede, addolcendo di molto la sua voce.

-P-perché avevo paura della tua reazione. Pensavo che, una volta che te l'avessi detto, tu avresti deciso di chiudere tutti i rapporti con me perché, insomma, sai meglio di me come sono i ragazzi- riesco a dire.

Lui mi guarda per un pò. Poi riapre bocca.

-Fede, so che ci conosciamo da neanche tre giorni, ma non devi avere paura di dirmi le cose. Io sono qui, ti ascolto, non dico nulla. A me basta che tu sia felice- inizia, stringendomi una mano nella sua.

Io lo guardo con gli occhi lucidi, non sapendo cosa dire. Certo, ho un peso in meno ora. Almeno sa di Mattia. Mi avvicino a lui, e gli cingo il collo con le braccia. Lo abbraccio forse un pò più forte del previsto, ma lui non sembra infastidito dalla cosa.

-Grazie, Vavalà- gli sussurro a un orecchio.

Lui inarca un angolo della bocca, infilando la testa nell'incavo del mio collo.

Dopo quella che sembra un'infinità, ci stacchiamo. Davide mi guarda per un pò, per poi posare delicatamente i pollici sulle mie guance per asciugarmi quel che rimane delle lacrime.

-Sai che i tuoi occhi sono molto più belli senza quelle lacrime?- mi dice, mentre si rimette coricato sul letto.

-Se lo dici tu- rispondo, facendomi sfuggire una risata.

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-Allora, per concludere?- chiedo, dopo quasi quattro ore di ripetizione.

-Per concludere, l'unica cosa buona che ha fatto la regina Margherita è quella di aver dato il nome alla pizza, punto, arrivederci e grazie- conclude Davide.

Io scoppio a ridere, chiudendo finalmente quel dannato libretto. Siamo stesi a pancia in su sul mio letto, l'uno di fianco all'altra. Nessuno dei due ha detto niente per opporsi. Ci è venuto semplicemente naturale. Lancio un'occhiata all'orologio che è nella stanza, vedendo che sono già le due e mezza di notte. Mi giro verso Davide, che ha gli occhi arrossati dal sonno. Ripenso sorridendo a quello che mi aveva detto.

-Sai che i tuoi occhi sono molto più belli senza queste occhiaie?- gli dico, facendolo ridere.

-Che c'è? Mi copi anche le battute adesso?- risponde, stropicciandosi gli occhi.

Proprio in quel momento, sentiamo una moltitudine di voci che provengono da fuori la camerata.

La prima che entra nella stanza è (ovviamente) Esa.

-Allora, come stat-ah- si interrompe, notando solo in quel momento la nostra situazione.

-Direi molto bene- conclude, grattandosi imbarazzata ciò che rimane dei suoi capelli.

A quel punto, pian piano, entrano tutti. Giordano mi lancia uno sguardo, che io traduco con un "com'è andata". Io annuisco, indicando con la testa Davide e facendogli l'occhiolino. Lui tira un sospiro di sollievo, mentre dice qualcosa sottovoce a Marco che io non riesco a capire.

-Allora? I due piccioncini come stanno?- chiede Sofia, sedendosi sul letto alla nostra destra.

Io le lancio uno sguardo assassino, ma per fortuna è Davide ad avere l'ingrato compito di rispondere.

-Almeno io sto benissimo, poi Fede...-

-Anche io, una meraviglia- lo interrompo, alzandomi lentamente dal letto.

Proprio quando sto per mettermi in piedi, sento la mano di Davide chiudersi intorno al mio polso. 

-Me ne fai andare senza il bacio della buonanotte?- dice, guardandomi fisso negli occhi.

Io sbuffo ironica, chinandomi verso di lui e puntando alla sua guancia. Proprio quando sono a pochi millimetri da essa, sento la sua testa fare uno scatto verso sinistra, cosa che fa incontrare le nostre labbra per pochi secondi.

-Ohhh, così non vale signor Vavalà- dico, facendo la finta arrabbiata.

-E questo è solo l'inizio, signorina- risponde lui, alzandosi dal mio letto e incamminandosi verso l'uscita.

-Weee, placa gli ormoni!- commenta Giordano, che di nascosto aveva osservato tutta la scena.

Io scoppio a ridere, contagiando quasi tutti in camerata.



❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now