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Dopo una breve (ma intensa) lezione con il nostro Alessandro Borghese, capisco che la recitazione non è fatta proprio per me. Nonostante passi gran parte delle mie giornate a guardare film e serie tv su Netflix e a leggere vita, morte e miracoli di tutti gli attori presenti, non ho imparato granché sulla loro recitazione. La lezione di oggi era sugli scioglilingua, e fino a lì tutto bene. Quando poi si è passato ad altro...meglio non parlarne. 

Ci mettiamo in fila uno dietro l'altro, per recuperare il nostro panino da Enzo.

-We Federì, t'apposto con Vavalà?- mi chiede, quando è arrivato il mio turno.

-Fino a ora tutto appostissimo, poi si vedrà- rispondo io, prendendo al volo il panino che mi ha lanciato.

-Non te fidà troppo dei ragazzi. Sono delle vere teste di cazzo, ascolta a me- continua lui, facendomi ridere.

Certo che, a volte, Enzo è peggio di noi adolescenti.

Adesso è arrivata l'ora di geografia.

Dopo alcune perle di saggezza, come "il capoluogo della Sicilia è Parma", di Bonny, la lezione finisce. Io e Davide passiamo praticamente tutto il tempo a disegnarci qualunque cosa ci passi per la mente su un braccio. Davide ha riempito il suo con una moltitudine di occhi, di colori e dimensioni diverse. 

Il prof, per fortuna, non se ne accorge, così riusciamo a scamparla semplicemente indossando la giacca e coprendo le nostre piccole opere d'arte.

Appena il prof esce dalla classe, come sempre, tutti iniziano a fare tutt'altro che ripetere qualcosa per l'ora successiva. Davide inizia a dare dei piccoli ritocchi ai suoi disegni, mentre io rimango a guardarlo.

-Put a price on emotion, I'm looking for something to buy. You've got my devotion. But man, I can hate you sometimes- inizio a cantare a bassa voce, pensando di non essere sentita dal ragazzo che ho a fianco.

-I don't want to fight you, and I don't wanna sleep in the dirt. We'll get the drinks in, so I'll get to thinking of her- continua a cantare lui, seppur un pò stonato, girandosi verso di me e sorridendo.

Io ricambio il suo sorriso.

-We'll be a fine line- concludiamo insieme.

Io mi lascio sfuggire una piccola risata.

-Non dirmi che ti piace Harry Styles?- dico io.

-Stai scherzando, vero? Da piccolo mi piaceva così tanto che credevo di essere diventato gay- risponde lui, mentre io scoppio a ridere.

-Bene, allora la mia camera ti piacerà. E' piena di poster, tazze, cuscini e persino pupazzi di Harry e dei One Direction- replico io, pensando a tutti i gadget che ho su quei ragazzi.

-Mi stai indirettamente invitando in camera tua?- chiede lui, mentre io arrossisco lievemente.

-Beh, appena tornerò a Firenze...sarai il benvenuto in camera mia- rispondo io.

-E COSA FARETE IN QUELLA CAMERA??- si intromette Giordano, che ovviamente ha ascoltato tutta la conversazione.

-Non pensare male Giò. Ho solo sedici anni-

-Non sei tu che mi preoccupi, ma il ragazzo alla tua sinistra- continua lui, indicando Davide.

-E dai Giordà, ti ho promesso che farò il bravo- dice, mettendo finalmente a posto i pennarelli che aveva usato sul suo braccio.

-Altrimenti io ti potrei uccidere con una spada angelica- aggiungo io, ridendo.

-HO CAPITO QUESTO RIFERIMENTO!- urla Sofia, dall'altro lato della classe.

Non ho neanche il tempo di risponderle, perché il professor Callahan è già entrato in classe.

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-Lei, signorina Scarano, cosa vuole fare da grande?- chiede il prof a Giulia, col suo fantastico accento americano.

Lei ci pensa un pò. Poi, convintissima, risponde:

-The chirurg-

Tutti scoppiamo a ridere, mentre il prof la corregge e le chiede il perché voglia fare quel lavoro.

-Because...I want to rifare the noses at the person - risponde lei, mescolando il suo accento pugliese alla pronuncia inglese.

Dopo di lei, tutti gli altri rispondono alla sua stessa domanda.

Per ultima rimango io.

-Signorina Ferrara, what do you want to do when you grow up? - mi chiede il prof.

-As an adult, I dream of becoming a writer- rispondo io, con l'accento inglese che il mio caro Harry Styles mi ha insegnato.

-Una scrittrice? Wow, very beautiful, Ferrara- risponde il prof, mentre Davide si gira verso di me.

-Vero che sarò il primo al quale farai leggere i tuoi libri, si?- mi chiede.

-Certo, Dadone. Devo avere la tua approvazione prima di pubblicarli- gli rispondo io, passandogli una mano tra i capelli.

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La lezione di inglese è finita, e solo Esa è rimasta a parlare con il prof. Infatti, durante una specie di gioco dove ognuno doveva travestirsi da un personaggio a scelta di Callahan, lei si è rifiutata di mettere in testa un innocuo cappellino di carta.

-Spero solo che non le facciano niente...- dico, mentre sono seduta accanto a Davide e a Giordano su una panchina, lontano dalla classe.

-Non le possono fare nulla. Insomma, l'unica cosa che ha fatto è stata scriversi sulla fronte "mi piacciono i pelati", nulla di più- risponde Davide, cingendomi le spalle con un braccio.

-Se non contiamo tutte le fughe notturne, alle quali lei ha partecipato- aggiunge Giordano, pensieroso.

-Si, ma non è un buon motivo per farla andare via. Insomma, alle fughe partecipiamo tutti, quindi dovremmo essere espulsi tutti...-

Davide non ha il tempo di finire, perché Esa sta venendo verso di noi.

Io mi alzo di scatto dalla panchina e corro verso di lei. La stringo forte in un abbraccio, e lei fa lo stesso con me.

-Sei ancora dentro, vero? Ti prego dimmi di si- dico io, lasciandola finalmente andare.

-Certo che sono ancora dentro- risponde lei, mentre annusa curiosa l'aria.

-Sai d'inchiostro- sentenzia alla fine, aggrottando la fronte.

Io mi tolgo la giacca, mostrandole i disegni tracciati a pennarello sulle mie braccia.

-Ma queste...sono le rune degli Shadowhunters!- capisce alla fine, studiandole una a una.

-Esattamente- rispondo io, fierissima del mio lavoro.

-No vabbè, la runa della vista...-

-...accuratamente sul dorso della mano destra- concludo io, ridendo.

-Sei un genio Ferrara- dice dopo un pò Esa, mentre io mi rimetto la giacca.

-Lo so lo so. Grazie di avermelo ricordato- rispondo io, mentre lei scoppia a ridere.


❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now