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-Ti sta guardando, ti sta guardando, TI STA GUARDANDO- continua a dire Davide.

Siamo in sala relax, con la televisione che trasmette non so quale programma sulla politica. Simone, secondo Davide, mi sta fissando sin da quando siamo entrati. 

-Si sta alzando. Sta venendo qui. STA VENENDO QUI- mi sussurra a un orecchio, facendomi girare di scatto.

Davide ha ragione. Simone Bettin sta camminando verso di noi. Anche se non sembra molto interessato a Davide. 

-Ehi- dice, rivolgendosi a me -io sono Simone, piacere. Mancavi solo tu all'elenco, quindi sono venuto a presentarmi- continua, ridendo.

Prima che io possa dire qualunque cosa, Davide mi circonda le spalle con un braccio, con fare protettivo. 

-Lei è Federica, io sono Davide, fine- dice, mentre io cerco in tutti i modi di non scoppiare a ridere.

-...ok?- risponde Simone, leggermente sconcertato.

-Lascialo perdere, è abbastanza iperprotettivo- dico io, lasciando un bacio sulla guancia a Davide.

-Togli abbastanza- commenta lui, facendomi girare la testa e incontrare le sue labbra.

-PIANO CON QUELLA LINGUA VAVALA'!- urla Giordano dall'altra parte della stanza.

-Che c'è, ora mi copi anche le battute?- risponde Rahul.

Io scoppio a ridere, mentre Davide lancia l'ennesimo sguardo di fuoco a Simone.

Alla fine, quest'ultimo se ne va, ritornando su una poltrona accanto a Luna. Io poggio la testa sul petto di Davide, che non ha ancora tolto il braccio dalle mie spalle. 

-Vero che appena usciamo di qui mi porti a vedere Bologna, si?- gli chiedo, circondandogli il busto in un abbraccio.

-Solo se prima mi porti a vedere Firenze- risponde lui, mentre gioca con una ciocca dei miei capelli.

Io sorrido, chiudendo gli occhi e desiderando di restare lì per sempre.

Ad un tratto, un rumore mi fa rizzare a sedere. Do una rapida occhiata alla stanza. Alla fine scopro che, ad aver provocato quel rumore, è stato Marco. Probabilmente si era provato ad arrampicare sull'armadio, facendo cadere un gigantesco dizionario che vi era poggiato sopra. 

-Bella scusa per toccarmi gli addominali, Ferrara- commenta Davide ridendo.

Io abbasso lo sguardo sulla mia mano. Effettivamente, è poggiata proprio sui suoi addominali che, per la cronaca, CI SONO ECCOME. 

Arrossisco violentemente, togliendo di scatto la mano. 

-Ehi, non ti devi preoccupare. Sei la mia ragazza ora, hai tutto il diritto di farlo- mi dice, prendendomi per i fianchi e facendomi ripoggiare a lui.

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-Signorina Ferrara, vuole venire qui e mostrare ai suoi compagni come si calcola il valore di un monomio?- dice la Petolicchio, battendo una mano sulla cattedra. Io mi alzo dal mio posto, nonostante non abbia la minima idea di cosa fare. Mi posiziono davanti alla lavagna e mi giro subito verso Davide. Lui ha in mano un foglio d'album, dove ha scritto a caratteri grandi un monomio. Io mi lascio sfuggire una risata, mentre la prof è troppo occupata a sgridare Marco per accorgersene. Copio velocemente sulla lavagna ciò che mi suggerisce Davide. Ho appena finito quando la Peto mi rivolge di nuovo la sua attenzione.

-Benissimo signorina Ferrara. Direi che può andare a posto con un buon sette e mezzo- mi dice, mentre io devo concentrarmi al massimo per non riderle in faccia.

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now