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Il grande giorno è finalmente arrivato. Oggi ci saranno gli esami orali, e una volta superati quelli l'attesissima festa finale. Siamo già tutti seduti in sala pranzo, chi piegato sui libri a ripassare le ultime cose e chi con la testa tra le mani per la preoccupazione. L'ansia è così densa nell'aria che sembra quasi difficile respirare. Quando il professor Maggi entra nella stanza, la scatola con tutte le lettere iniziali dei nostri cognomi tra le mani, ci alziamo in piedi.

Vedo Davide con la coda dell'occhio, seduto di fronte a me, che richiude il libro di italiano.

-Buongiorno, collegiali- ci saluta il prof, un'espressione serissima in viso -come sapete tutti, oggi è il giorno delle prove orali. Avete già saputo, ovviamente, che tutti sono stati ammessi, seppur con qualche difficoltà-

Dicendo questo, lancia un'occhiata ad Andrea Prezioso, seduto accanto al fratello alla fine del tavolo.

-E sapete anche che questo esame può essere superato come non può essere superato. Sta a voi impegnarvi e uscire vittoriosi da questo collegio- conclude.

-Perciò, credo che possiamo subito proseguire con l'estrazione della prima lettera- riprende poi, infilando la mano dentro la scatola e iniziando a mescolare.

Ero così sicura che uscisse la F, che quando la vedo scritta in nero sul foglio di carta nella mano di Maggi non sono per niente sorpresa.

-Signorina Ferrara, sarà lei ad aprire gli esami della classe 1992- decreta il prof, per poi lasciare la scatola e iniziando ad incamminarsi verso la sala dei professori.

Io mi alzo, lanciando un'ultima occhiata a tutti i libri aperti sul tavolo davanti a me.

Tutti si fiondano ad abbracciarmi, sussurrandomi dei "buona fortuna" nell'orecchio e tirandomi pacche amichevoli sulle spalle. Per ultimo rimane Davide, la cravatta come sempre storta e col nodo allentato, che mi aspetta a braccia aperte prima di lasciarmi andare.

-Spacca tutto- mi dice, lasciandomi un bacio sulle labbra prima che il sorvegliante venga a prendermi.

Tutti applaudono, gridando il mio nome, poi la porta di legno e vetro si mette tra di noi.

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Mentre percorro quel corridoio che avrò già percorso un milione di volte dal mio arrivo, l'ansia inizia ad assalirmi. Inizio a chiedermi se so davvero tutto ciò che era presente sul programma stilato dal preside e dai professori, ripeto velocemente tutti gli argomenti su cui ho avuto più difficoltà, e infine prendo un grande respiro. La porta è davanti a me, e dentro riesco già a intravedere il preside e tutti i professori disposti ai suoi lati. Stringo forte il pennarello di Davide che ho nella tasca.

-Buona fortuna, signorina Ferrara- mi dice la sorvegliante, sorridendomi per la prima volta da quando sono entrata in questo collegio.

-Ci renda fieri- aggiunge il sorvegliante.

Io sorrido ad entrambi, una nuova forza che mi scorre nelle vene. Poi spalanco la porta ed entro.

-Buongiorno, signorina- mi saluta immediatamente il preside.

-Buongiorno a lei- rispondo io, sedendomi sulla sedia esattamente di fronte a lui.

-Come va? Come si sente?- mi chiede.

-Un pò agitata, non posso negarlo-

-Beh, questo è normale. Quello che sta per sostenere è un esame, e mi sorprenderei se invece non fosse agitata-

Una piccola pausa, poi riprende a parlare.

-Bene, io direi che possiamo iniziare. Professor Maggi, le do la parola-

-Innanzitutto, signorina, le comunico subito che il suo è risultato essere il tema migliore di tutti. I miei complimenti-

Il cuore mi fa una capriola nel petto, mentre io sorrido.

-Grazie...grazie mille- dico, non sapendo in che altro modo rispondere.

Dopo questa prima gioia iniziale, l'esame ha veramente inizio. Maggi mi chiede di parlargli di Giacomo Leopardi, e io non potrei esserne più felice. Leopardi è sempre stato uno dei miei autori preferiti in assoluto, nonché quello che forse conosco meglio di tutti.

Continuo con scienze, e lì la tensione inizia a farsi sentire. Anche se la fortuna sembra essere dalla mia parte, almeno per una volta. La Petolicchio mi chiede di parlarle dei vertebrati e poi degli invertebrati, chiedendomi di elencarle tutte le varie differenze. Poi inizia a fare i nomi di alcuni animali, e io dovevo capire se fossero vertebrati o invertebrati. 

L'esame va avanti con delle domande di inglese, poi di storia e geografia. Procede tutto bene, senza intoppi, come avevo desiderato.

Alla fine anche il preside mi fa i complimenti, e io stringo la mano a tutti i professori. 

Esco dalla stanza con un enorme sorriso stampato in faccia, e inizio a correre da tutti i miei compagni. Quando intravedo il viso di Davide dietro la porta, sembra che il mondo sia tornato ad esistere.

Per tutta la durata del mio esame, infatti, mi sembrava di essere su un altro pianeta, lontana dal mondo. 

A risvegliarmi da questi miei pensieri sono i miei compagni, che mi corrono subito incontro abbracciandomi. Iniziano a tempestarmi di domande: com'è l'esame? E' difficile? Che domande ti hanno fatto? Tutti i professori interrogano? Il preside sembrava tranquillo?

-Calmatevi, calmatevi. Fatela un attimo respirare- dice Esa, prendendomi da parte e facendomi sedere. Accanto a me accorrono subito Giordano, Davide e Sofia.

-Com'è andata?- mi chiede la ragazza, abbracciandomi forte.

-Benissimo, forse meglio di come pensavo- rispondo io, lasciandole un bacio sulla guancia.

-Oh, menomale. Sentivo la tua ansia da qua- commenta Giordano, facendomi ridere.

L'unico che non dice niente è Davide, che rimane semplicemente seduto accanto a me, la sua mano stretta nella mia, sorridente.

-Non avevo dubbi, Ferrara- dice alla fine, facendomi sorridere.

-E neanche io su di te, Vavalà. Andrai lì e farai un esame perfetto, credimi-

Il tempo sembra passare veramente troppo velocemente. Luna, Giordano, Giulia Matera e Luca hanno già fatto l'esame e sono già tornati da noi. Io e Davide stavamo ripetendo insieme gli ultimi argomenti di storia, quando il sorvegliante lo chiama.

-Signor Vavalà, mi segua. E' il suo turno- dice, aprendo la porta e aspettando che Davide lo raggiunga.

-Buona fortuna- gli dico, stringendogli forte la mano.

Quando arriva vicino alla porta, toglie qualcosa dalla tasca. E' il mio santino di Harry Styles. Scoppio a ridere, chiedendomi come abbia fatto a prendermelo dalla tasca senza che io me ne accorgessi.

-Tranquilla, c'è Harry a portarmi fortuna- 

Detto questo, esce dalla stanza.

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Davide sembra ritornare da me dopo secoli, anche se in realtà sono trascorsi solamente quindici minuti. Vedo varie persone che corrono da lui: Giordano, Sofia, Bonny, persino Giulia Matera.

Vedere quest'ultima così vicina a lui mi fa rivoltare lo stomaco. Ma, guardando bene Davide, noto una cosa che mi fa tranquillizzare all'istante. Non sta nemmeno guardando Giulia, nonostante sia praticamente davanti a lui. I suoi occhi cercano immediatamente i miei. E, quando li incontrano, guarda me, e solamente me, come se fossi l'unica persona nella stanza. 

Quando finalmente tutti si staccano da lui, corro tra le sue braccia. Lui mi attira subito a se, stringendomi forte.

-Com'è andata?- gli chiedo, a un soffio dalle sue labbra.

-Benissimo, proprio come avevi detto tu- risponde lui, per poi azzerare tutta la distanza fra me e lui.

-Certo che avete gli ormoni a mille, voi due- commenta Giordano, venendo dietro di me e staccandomi da Davide.

Tutti nella stanza scoppiamo a ridere, chi ha già sostenuto l'esame molto più tranquillo degli altri.

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now