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Non so descrivere alla perfezione cosa sia successo nei minuti successo.

Tutto troppo velocemente, e di male in peggio.

Prima il prof ci ha sgridato, e devo dire di non averlo mai visto tanto furioso.

Poi Ylenia si è intromessa, dicendo che Magnesio non aveva fatto nulla di male, e che era stato lui ad aver fatto sembrare peggiore il tutto.

Anche lei è stata sbattuta fuori dalla classe.

Ora regna un'atmosfera veramente strana, che non avevo mai sentito prima.

Sappiamo già tutti cosa succederà, anche perché sia Magnesio che Ylenia sono stati catapultati nella stanza del preside.

Finalmente possiamo uscire fuori dall'aula, anche se non c'è quella solita felicità nell'aria.

Io e Davide andiamo a sederci vicini sulla solita panchina, e io poggio la testa sulla sua spalla.

-Verranno espulsi?- gli chiedo, cogliendolo di sorpresa.

Lui si gira verso di me, con sguardo confuso.

-Verranno espulsi? Magnesio e Ylenia, intendo-

-Vorrei poter dire di no, ma la situazione è abbastanza complicata. Ci vorrebbe un miracolo-

Io sbuffo, cercando di mascherare le lacrime che minacciano di uscire.

Davide lo nota, così si affretta a cingermi le spalle con un braccio.

-Ehi, no no no, non piangere. Noooo- dice, facendomi ridere.

-E' che...prima Moska, poi Marco, ora anche loro due...- continuo.

-Pensi che a me non dispiaccia? Certo che si-

Io annuisco, per poi alzarmi dalla panchina.

-Io vado in camerata. A dopo- lo saluto, per poi avviarmi nel corridoio.

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In camerata c'è solo Valentina, seduta sul suo letto intenta a scrivere qualcosa su un quaderno.

-Ehi- dico, solo per farle capire che sono entrata.

-Ehi, Fede- risponde lei, chiudendo di scatto il quaderno.

-Notizie da Magnesio e Ylenia?-

-No, ancora niente. Chissà cosa gli dirà il preside...-

Vado a sedermi accanto a lei, che mi fa spazio sul letto.

-Cosa stavi scrivendo?- chiedo, troppo curiosa per non farlo.

-Oh...niente- dice lei, con tono evasivo.

Noto che nasconde il quaderno sotto al cuscino.

-C'è qualcosa che non va?- le chiedo.

-No no...niente...è solo che...-

Prende un grande respiro, socchiudendo gli occhi.

-Mi manca molto la mia famiglia. Pensavo fosse molto più semplice sopportare la mancanza, ma mi sbagliavo-

Dopo questa affermazione, inizio a ragionare, unendo tutti i tasselli del puzzle.

-Non dirmi che...hai intenzione di andartene?-

Lei estrae lentamente il quaderno da sotto il cuscino.

-Vedi...stavo scrivendo questa lettera per il preside...ancora non è niente di sicuro, ma...

-Ma perché? Credevo che andasse tutto bene...-

-Si ma...da quando ho telefonato i miei genitori ho sentito veramente la loro mancanza. Fino ad adesso non c'avevo pensato molto-

-Senti, anche io ho attraversato un periodo così, ma alla fine sono rimasta. Ti consiglio di pensarci bene, Vale, è una scelta importante-

Lei annuisce.

-Leo cosa ha detto a riguardo?- aggiungo.

-In realtà...non gli ho detto nulla-

-E questo è proprio quello che non devi fare. Parlarne con qualcuno è sempre la scelta migliore. Io ho sbagliato una volta, perciò puoi fidarti-

Lei si gira verso di me.

-Dici che dovrei sentire un suo parere?-

-Dico che è assolutamente quello che devi fare-

Lei si alza dal letto, seppur con un'espressione ancora un po' incerta.

-Sai se è in camerata?- mi chiede, prendendo il suo quaderno.

-Penso di sì-

-Perfetto, allora vado. Grazie, Fede-

Io le sorrido, per poi rimanere sola in dormitorio.

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now