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Non appena entro nella camerata, dove ovviamente tutti sono ancora svegli, vengo travolta dai miei compagni.

-AUGURI FEDEEE- urlano Esa e Giordano, che sono i primi ad abbracciarmi.

Rimaniamo tutti abbracciati a lungo, fin quando Magnesio rompe il silenzio.

-Ok ok, ora fatevi un attimo da parte- dice, col suo accento romagnolo che io adoro.

-Ho un regalo per la signorina qui presente- continua, avvicinandosi a me.

Da dietro la sua schiena, compare uno scopino per il water che ha come parte di sopra i capelli di Trump, e un suo pupazzetto di gomma attaccato sotto.

-Ma è stupendo- dico, scoppiando a ridere e prendendo l'oggetto.

-Ora, ogni volta che pulirai il water, penserai a me- risponde lui, dandomi una pacca sulla spalla.

-Auguri scè- dice dopo un pò Marco, abbracciandomi.

-WOWOWO LE DISTANZE- urla Davide, facendo staccare Marco da me.

-Fateme capì, state di nuovo 'nsieme?- chiede Marco, scollandosi finalmente dall'abbraccio.

Io arrossisco all'improvviso, mentre Davide pensa a come rispondere.

-Beh, così sembra- risponde alla fine, circondandomi le spalle con un braccio.

Sentendo quelle parole, Giordano corre verso di noi. Con le mani nelle tasche del pantalone, ci osserva pensieroso per un lungo momento. Alla fine si decide a parlare.

-Mi sembri felice- dice, rivolto a me. Poi sposta lo sguardo su Davide. 

-E buon per te che lo sia- 

Davide inarca un sopracciglio. 

-Adesso viene la parte in cui mi dici che se la faccio soffrire tu mi uccidi con le tue mani?- gli chiede, sorridendo.

-No- risponde Giordano. -Se fai soffrire Fede, lei è perfettamente in grado di ucciderti da sola. Se possibile con un'ampia varietà di armi-

Davide sembra quasi compiaciuto all'idea-

-Senti- riprende Giordano. -A me basta che Fede sia felice, e sarò contento anch'io-

Il diretto interessato annuisce, con un'espressione lievemente più seria di prima.

-Agli ordini signor capitano- dice, mettendosi sull'attenti.

Dopo pochi minuti, andiamo tutti a dormire, ancora non psicologicamente pronti a una nuova giornata.

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La lezione con la Petolicchio è appena finita, e Marco e Simone sono di nuovo dal preside.

Stavolta siamo tutti completamente sicuri che verranno espulsi.

-Bel compleanno di merda- commento, poggiando la testa sul banco.

Davide si gira verso di me, accarezzandomi i capelli.

-Ehi, non fare così. Ancora non siamo sicuri della loro espulsione, e...-

-Come non siamo sicuri?!- lo interrompo io, mentre una lacrima solitaria mi scende sul viso.

-Il preside gli ha dato troppe possibilità. Le avranno sprecate tutte ormai-

Proprio in quel momento, i due ragazzi entrano in classe. 

Io mi alzo di scatto, correndo verso Marco.

-Sono fuori- dice lui, mentre si sbottona la giacca.

-SEI FUORI?- ripeto io, mentre tutte le lacrime che mi ero trattenuta fino a quel momento escono a fiumi dai miei occhi.

Marco se ne accorge, infatti mi stringe in un abbraccio.

-Oh Fede, non piangere- mi dice, poggiando la sua testa sulla mia.

-Io non mi pento di niente, lo sai te. Però me devi promette 'na cosa. Arriva fino in fondo, non abbatterti mai e prendi quel diploma anche per me, ok?- continua, mentre io non riesco a smettere di piangere.

-L'unica cosa che mi dispiace è averti rovinato il compleanno- aggiunge, facendomi sfuggire una risata.

-Ti voglio bene- riesco a dire, tra un singhiozzo e l'altro.

-Anche io Fede, tanto tanto- risponde lui, dandomi un bacio sulla fronte.

Alla fine, io e Marco ci stacchiamo l'uno dall'altra, per dargli la possibilità di salutare anche gli altri. Vedo che Davide è nelle mie stesse condizioni. Con gli occhi lucidi e un'espressione distrutta in viso. Decido di salutare Simone, anche se non con tutte le cerimonie fatte con Marco (e ovviamente direi).

Dopo che i nostri due compagni si sono cambiati, li vediamo uscire definitivamente dal cancello.

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Sto tornando dal bagno, mentre tutti i miei compagni sono già seduti intorno al tavolo per la cena. Hanno fatto veramente di tutto per farmi sentire meglio, poi nel giorno del mio compleanno. A tirarmi su di morale sono state anche mia mamma e mia sorella, che mi hanno telefonato dopo pranzo. 

Apro la porta della sala, e vengo accolta da un coro di "AUGURIIII" che rimbomba per tutta la stanza.

Io spalanco la bocca, rimanendo veramente sorpresa e felice allo stesso tempo. In questo momento, come direbbe Dado, ho proprio un "mix d'emozioni". 

-O mio dio- dico, avvicinandomi al tavolo. 

Incredibile a dirsi, ma sui piatti di ciascuno non ci sono le solite cose disgustose, ma una pizza e delle patatine.

Io mi fiondo a sedere, mentre anche i professori mi fanno gli auguri.

-Ringraziate me raga, altrimenti tutti a mangiare teste di gallina- commento, mentre i miei compagni scoppiano a ridere.

Quando tutti abbiamo finito di mangiare, è arrivato il momento della torta. Davide mi si avvicina e, cogliendomi totalmente alla sprovvista, mi da un bacio.

Ok, voi direte, "è normale, è il tuo ragazzo".

Il fatto è che, davanti a noi, ci sono tutti i professori. 

Io arrossisco violentemente, cercando con tutte le mie forze di non incrociare lo sguardo di Maggi, Raina o qualcun altro.

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Un' altra settimana sta ormai per finire, e la mancanza di Marco si sente eccome. Non sapete quanto mi mancano tutti i casini che faceva durante le lezioni, nelle camerate, in qualunque momento. Mi manca vederlo seduto davanti a me la mattina. Mi manca persino il suo accento romano, che mi faceva spaccare dalle risate. Ma, grazie a Davide e agli altri miei compagni, sto riuscendo ad andare avanti. E, tra l'altro, è arrivato il sabato. Questo significa che oggi pomeriggio avrò una lezione di arte con Davide.

Proprio adesso stiamo camminando verso il giardino del collegio, dove il prof Carnevale ci sta aspettando.

-Buonasera ragazzi- ci saluta, indicandoci due tele posate su due cavalletti.

-Io, e d'altronde tutti i miei colleghi, abbiamo potuto notare che c'è un grande legame tra voi due- continua, mentre noi due sorridiamo.

-Proprio per questo motivo, oggi vi chiedo di rappresentare su questa tela cos'è per voi l'amore. Sarete posizionati l'uno di fronte all'altro, e nessuno dei due dovrà guardare il lavoro dell'altro fin quando ve lo dirò io. Tutto chiaro?-

Noi due annuiamo, incamminandoci verso le nostre tele.

Io so esattamente cosa dipingere. Molto semplicemente, proprio quello che ho davanti. Perché si, per me l'amore è una persona. E si chiama Davide.

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now