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*2 giorni dopo*


Stamattina mi sono svegliata più felice del solito. Non è servita neanche la campana della sorvegliante per farmi saltare in piedi. Anche Esa, Sofia e Giulia Scarano sono già sveglie, anche loro consapevoli che questa è l'ultima volta che ci svegliavamo insieme nella stessa stanza.

-Buongiorno, signorine! Il sole è alto sul vostro ultimo giorni in collegio!- ci saluta la sorvegliante, battendo come ogni mattina la sua campana sui nostri letti. Passano dieci minuti, durante i quali ci siamo vestite, pettinate i capelli e abbiamo aggiustato i nostri letti.

-Signorina Ferrara, vedo che dopo tutte queste settimane ha finalmente imparato ad aggiustare il suo letto- mi dice la sorvegliante. La vedo persino sorridere, cosa che è successa così raramente in questi giorni da sembrare troppo bello per essere vero.

Io e Sofia ci guardiamo, capendoci senza neanche parlare. Noi due e tutte le altre ci stringiamo intorno alla sorvegliante e la abbracciamo. Lei, nonostante in un primo momento protestasse, alla fine si abbandona al nostro gesto e lo ricambia. Fatto ciò esce dalla stanza, ma non prima di aver raddrizzato la cravatta di Giulia Matera.

A colazione i ragazzi sono eccitati proprio come noi. Tutti non vediamo l'ora di prendere il nostro diploma e rivedere finalmente i nostri genitori. Tra poche ore ritorneremo alla vita normale, quella che vivevamo prima di entrare in questo collegio. Alzando lo sguardo dalla mia tazza di latte, incontro lo sguardo di Davide. Mi stava già osservando da prima, lo capisco da come le sue guance diventano rosse quando si accorge che lo ho scoperto.

-Ti ho visto, Vavalà- lo prendo in giro, ridendo.

-Si, mi hai visto- ammette lui, annuendo con fare di resa. -Ma ora anche tu stai guardando me-

-Ti voglio guardare il più possibile, prima che tutto questo finisca-

Quella frase rimane ad alleggiare nell'aria, e il viso di Davide sembra oscurarsi. 

-Hai ragione, ogni minuto è prezioso-

-Ogni secondo, vorrai dire-

-Ogni centesimo di secondo-

-Ogni millesimo di secondo-

Entrambi scoppiamo a ridere, proprio quando il signor sorvegliante entra in sala da pranzo e ci annuncia che il preside è pronto a riceverci in cortile. Il cuore mi fa una capriola nel petto: finalmente rivedrò la mia famiglia.

Per la prima volta da quando sono qui, sono impaziente di vedere il preside. Lui e tutti gli insegnanti sono schierati in cortile, perfettamente in riga. Ma, questa volta, non sono da soli. Seduti sulle sedie disposte apposta per l'occasione ci sono tutti i nostri genitori.

Mia sorella è in ginocchio sul suo posto, e non appena mi vede mi indica col dito e fa segno a mia madre di vedermi. Lei si copre la bocca con una mano, mentre lacrime di commozione iniziano a farle luccicare gli occhi.

I sorveglianti ci guidano verso un palchetto, dove saliamo. L'insegnante di musica inizia a suonare il pianoforte, e tutti insieme intoniamo le note dell'inno del Collegio. Mentre canto, passo lo sguardo da Davide, sorridente come non mai, a mia madre e mia sorella. Mia madre sta ancora piangendo, mentre mia sorella le passa un fazzoletto dopo l'altro.

-Alunni, genitori, buongiorno- dice il preside, accolto da un grande applauso -e bentornati in questo collegio. Ci avete affidato i vostri ragazzi, e noi abbiamo fatto di tutto per migliorargli. Speriamo che, dopo questo lungo e per nulla facile percorso, li ritroverete cresciuti e maturati. I ragazzi saranno degli uomini, le ragazze delle donne. E ora sarei felice che tutti voi ascoltiate dei passi tratti dai due temi che sono risultati i migliori dopo l'esame scritto di italiano. Signorina Ferrara, prego-

Scendo dal palchetto e mi avvicino al leggio che il sorvegliante ha posto davanti a me, quello che di solito il preside usa per i suoi discorsi. Mi schiarisco la voce e inizio a leggere:

-"Quando sono entrata in questo collegio, non avrei mai pensato di riuscire ad arrivare fino alla fine. Può sembrare da pessimisti, ma era proprio così. Non avrei mai pensato di trovare la forza necessaria per affrontare questo duro cammino, ma ora eccomi qui, arrivata fino agli esami. Questo non vuol dire, ovviamente, che sia filato tutto liscio dall'inizio alla fine. Sono caduta tante volte, ma sono sempre riuscita a rialzarmi, aggrappandomi a quelle persone che hanno reso questa esperienza una delle più belle della mia vita. Ho imparato tante cose, restando qui, in questo collegio. Ho imparato l'importanza delle piccole cose, ho imparato quanto sia realmente importante avere un vero amico che ti sta sempre accanto, ho capito che la tecnologia non è poi così importante, ho capito che si può vivere bene anche senza uno smartphone. Ho imparato che l'amore non è solo un sentimento, è un milione di piccole cose. Ho riso, pianto, urlato, sorriso, stretto amicizie, litigato. Se tornassi indietro non cambierei assolutamente niente, perché tutto quello che è successo, ogni momento è come un tassello di un grande puzzle. Il puzzle non è completo se manca anche solo uno di quei pezzi. E quel puzzle lo conserverò con cura, e lo riguarderò quando ne avrò bisogno, e vedendolo mi ricorderò di tutto quello che ho passato qui, ricorderò ogni singola persona che mi è stata vicina in questa montagna russa di emozioni. Quello che posso dire, arrivata alla fine, è solamente una cosa: grazie"-

Non appena finisco di leggere, i professori, i miei amici e anche i genitori esplodono in un grande applauso, cosa che mi fa emozionare ancora più di prima. Tutti i miei compagni corrono ad abbracciarmi, circondandomi in una gigantesca stretta. Sento mille voci intorno a me, sento che adesso è arrivata finalmente la fine, sento Davide che mi tiene stretta a sé, sento le sue labbra posarsi sulle mie ancora una volta. Mi sento felice, solamente felice.

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⏰ Last updated: Jan 23, 2022 ⏰

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❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Where stories live. Discover now