1-A

309 26 10
                                    

Quando Miyuki aprì gli occhi quella mattina, fuori dalla finestra il sole non era ancora sorto e come aveva fatto da due settimane a quella parte, si mise a sedere sul letto e rimase a contemplare la vista che le offriva la sua stanza.

Non aveva mai avuto una finestra così grande nella sua stanza: l'unica fessura che si poteva definire tale era posta sul tetto ma per quanto era piccola, l'unica cosa che si riusciva a cogliere era solo l'alternarsi del giorno e della notte.
Per questo motivo, da quando Aizawa ed All Might l'avevano fatta trasferire dall'ospedale a quell'appartamento, si svegliava sempre prima del suono della sveglia per poter vedere l'alba e godersene ogni minimo particolare.

Quella mattina però, il motivo per cui si era svegliata così presto non comprendeva soltanto il voler assistere al sorgere del sole: doveva incontrare la persona che da quel giorno avrebbe stabilito come avrebbe proseguito la sua vita.
C'erano solo due possibilità, o l'avrebbero ammessa alla Yuei permettendole di far vedere quando valesse e di farla diventare un Hero oppure sarebbe stata costretta a vivere per sempre nell'ombra per fuggire da suo padre.

Si grattò lentamente la nuca e sbadigliando spostò le coperte per potersi alzare anche se, lasciare il letto ogni mattina era una vera e propria sofferenza, non aveva mai avuto un letto così comodo e, a dirla tutta, non aveva mai avuto una stanza così grande solo per lei.

A casa, la sua stanza era un quadrato privo di qualsiasi contatto con l'esterno se non per la piccola finestra citata prima e la porta.

Non aveva scrivania o altri mobili vari, figurarsi oggetti a lei cari. Era come una prigione, buia e fredda, dalla quale poteva uscire solo per allenarsi e mangiare - quelle rare volte in cui non mangiava lì dentro.

Ecco perché, da quando due lunedì prima Aizawa ed All Might l'avevano portata lì, si sentiva un po' spaesata. Era troppo grande solo per lei, c'erano troppi mobili e cianfrusaglie anche se, abituarcisi era stato meno difficile del previsto. Le piaceva anche il colore che nonostante non fosse chissà che - era un beige molto chiaro - era sicuramente meglio del grigio topo che copriva le pareti della sua camera precedente.

Fece un respiro profondo e stiracchiatasi rumorosamente si avvicinò alla sedia per recuperare i vestiti del giorno precedente: una felpa e un pantalone della tuta, entrambi blu.
Ovviamente non erano i suoi vestiti, quelli erano probabilmente saltati in aria o finiti nello stesso posto di suo padre, perciò si era trovata costretta a chiedere ai due Heros se potessero procurarle magari due cambi, niente di troppo impegnativo - era una che sapeva arrangiarsi.

Con sua sorpresa, All Might ed Aizawa le avevano fatto trovare il giorno dopo tre paia di felpe e quattro paia di pantaloni mentre la Dottoressa si era preoccupata di pensare all'intimo.

"Vi ringrazio" aveva detto lei estremamente colpita. Non immaginava che esistesse qualcuno disposto a fare qualcosa di carino per lei in così poco tempo. Solitamente un gesto del genere doveva meritarselo prendendo a calci qualcuno.

Il pensiero che qualcun altro avesse fatto qualcosa di carino per lei la faceva sentire strana, non sapeva se fosse una sensazione piacevole o meno, era solo strano . In realtà però, in quel momento stava provando così tante emozioni diverse che forse ciò che sentiva era solo un miscuglio di cose confuse che le stavano facendo venire la nausea.

Andò in bagno a farsi una doccia cercando di non pensare a cosa sarebbe successo quella mattina.
Era ovviamente più facile a dirsi che a farsi.

Per tutto il tempo, da quando aveva aperto gli occhi a quando era finalmente arrivata davanti la porta dell'ufficio del Preside, nel suo cervello non facevano altro che accavallarsi pensieri su pensieri.

"Io...Voglio essere un Hero!" [Arc 1]Where stories live. Discover now