Bollore

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Il resto di quella mattinata scolastica passò tranquillo. Bakugou e Miyuki erano rimasti a guardare in silenzio tutti gli allenamenti dei loro compagni, alternandosi sguardi quando qualcuno di loro faceva qualcosa di stupido o semplicemente agiva nel modo in cui loro ritenessero più inutile e dispendioso di energie.
"Quell'idiota non vuole capire che se si spreme tutto subito non avrà mai la possibilità di battere nessuno" aveva commentato lui annoiato, con le braccia incrociate dietro la testa, mentre sotto di loro Kaminari aveva appena cercato di attaccare Kirishima con tutta la sua energia scaricandosi subito.
"Più che altro è stupido colpire Kirishima con il fulmine, se vuoi davvero fargli male devi colpirlo o con qualcosa di più duro o con qualcosa di appuntito" rispose lei che forse per la prima volta stava davvero studiando tutti i movimenti, gli attacchi, e le strategie dei suoi compagni.

Dopo un'ora in cui davanti a loro avevano sfilato a due a due tutti i suoi compagni, Miyuki aveva già capito la maggior parte dei loro modus operandi quando si trattava di attaccare o di difendersi.
Erano davvero pochi quelli che attaccavano con una strategia e tra tutti loro non c'era mai davvero una via di mezzo, o c'era chi perdeva le ore a capire cosa fare per poi agire nel modo più corretto, perdendo però di tempismo come Momo e chi come Kaminari partiva direttamente al pieno delle forze senza ponderare punti deboli e aperture dei suoi compagni.
"Se avesse schivato per il tempo in cui Kirishima riesce a mantenere la sua forma indurita, senza contare che per la versione unbreakable bastano solo dieci secondi, avrebbe benissimo potuto colpirlo e mandarlo al tappeto usando nemmeno un terzo di tutti i volt che ha appena usato" continuò mentre, come al solito, gli infermieri portavano Denki in infermeria.

"A essere onesta qui peccate un po' tutti di spirito di osservazione" aggiunse poi appoggiandosi nuovamente contro lo schienale della sedia "solo Midoriya pensa esattamente ad ogni piccolo dettaglio prima di attaccare."
"A volte pensare troppo non porta a buoni risultati" rispose Bakugou guardandola; Miyuki lo guardò a sua volta "Si ma nella maggior parte dei casi se ti lanci di faccia contro il nemico, senza nemmeno aver capito quali possano essere le sue abilità, finisci per ammazzarti."
"Immagino che tu ne abbia imparate di cose durante i tuoi dodicimila combattimenti" asserì lui portando l'attenzione su Mineta e Tsuyu che si mettevano in posizione sotto di loro.
Miyuki sospirò "Forse più di quante me ne servano."

Da quando aveva quattro anni infatti, a parte i primi combattimenti in cui non aveva fatto altro che prenderle da persone decisamente più grandi di lei, Miyuki aveva imparato ad osservare bene qualsiasi movimento del suo avversario.
Aveva imparato che scagliarsi per prima non sempre era la scelta migliore, che per prima cosa doveva tenere d'occhio la posizione in cui l'altro si stesse mettendo, sia quella d'attacco che di difesa, in modo da riuscire a capire quali fossero gli arti che venivano usati principalmente poi, un altro fattore importante era sicuramente quello della respirazione.
Un contendente che partiva già con il fiato corto era sicuramente qualcuno che avrebbe iniziato ad attaccare per primo perché sicuro delle sue capacità e pronto ad attaccare alla massima potenza sin dai primi momenti dell'incontro mentre, chi deglutiva parecchio e non teneva gli occhi fissi su di lei, era sicuramente qualcuno che, come sul ring anche nella vita di tutti i giorni, non era davvero sicuro di riuscire a farcela in quanto, nonostante consapevole delle sue qualità, non riusciva mai a dare il massimo e preferiva ricevere i primi attacchi per poter capire la forza di chi si trovasse davanti.

Miyuki aveva sempre trovato la seconda categoria molto interessante.
Stavano lì, seppur scettici nel vedersi di fronte una ragazzina, con l'aria di chi non era mai del tutto sicuro di vincere.
Puntualmente lasciavano iniziare lei che, dopo i primi cento combattimenti in cui partiva spedita, aveva cominciato a capire il tipo e decideva sempre di attaccare, almeno nei primi istanti, come se fosse già stanca in modo tale da lasciar credere al suo avversario che quella, dopotutto, sarebbe stata una vittoria facile.
Quando però questi rispondevano usando molta più forza della sua, Miyuki, come un motore che prende velocità e scala le marce dalla seconda alla quinta, caricava il suo quirk alla massima potenza e, solitamente, dopo nemmeno due colpi incassati, questi crollavano a terra.

"Io...Voglio essere un Hero!" [Arc 1]Where stories live. Discover now