"Katsuki..."

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Dopo che Kirishima vide Miyuki sparire dietro l'angolo del corridoio, con ancora l'espressione confusa in volto si girò verso l'amico che sembrava completamente paralizzato contro la parete.
Aveva lo sguardo di chi voleva urlare una marea di cose e, contrariamente a come avrebbe fatto di solito, pronto a ricevere insulti, imprecazioni e forse anche mani addosso, Kirishima entrò nella camera di Bakugou e chiuse la porta.
Con le mani nelle tasche anteriori dei pantaloni, Kirishima avanzò verso l'amico, il quale, con il labbro inferiore tremolante, sembrava essere sull'orlo di una crisi di pianto.
"Bakugou." l'altro rimase immobile "Amico si può sapere che cosa sta succedendo tra voi due?" corrugò la fronte.
Con ancora il labbro tremolante, Bakugou spostò lo sguardo verso l'amico "Non è successo niente" asserì poi a denti stretti senza però riuscire a muoversi da quella posizione.

Dentro di sé, Bakugou stava urlando.
Se Kirishima avesse ritardato solo di cinque minuti forse in quel momento lui avrebbe potuto avere le sue mani sul volto di Miyuki mentre, come tutte le volte che l'aveva immaginato, le loro labbra si intrecciavano facendo sì che tutte le sue cose inespresse potessero finalmente spiegate, dato che, lui con le parole non ci sapeva fare per niente.
Se solo Kirishima non fosse andato a chiamarlo per chissà quale motivo, in quel momento, forse lui e Miyuki sarebbero stati di nuovo abbracciati contro la porta della sua stanza, con il respiro corto, il battito accelerato e il cuore pieno.
E invece adesso lui si ritrovava immobile, contro la parete della sua stanza, con gli occhi che gli pizzicavano da morire, i nervi a fior di pelle per non essere riuscito a dire niente o a spiegare che lei si stesse sbagliando senza mettersi ad urlare e, ovviamente, con il cuore a pezzi.

"Dio Bakugou parla – gli si mise davanti e, noncurante del fatto che potesse tirargli un pugno, lo scosse con veemenza. Dopotutto, se dargli un pugno lo avesse fatto sentire meglio, Kirishima era ben felice di riceverlo – sono tuo amico!"
L'altro lo guardò di nuovo mentre i tendini del suo collo iniziavano a vedersi sempre di più a causa di quanto si stesse contraendo per impedire alle lacrime di fuoriuscire dai suoi occhi.
Kirishima gli lasciò le spalle e si passò una mano tra i capelli "E' di questo che parlava Miyuki qualche giorno fa?" chiese poi sperando che prima o poi ad una delle sue domande l'altro avrebbe risposto.
"Che cosa stai dicendo" fece Bakugou con la fronte corrugata.
L'altro alzò le spalle "Che ne so? - strinse le spalle – L'altra mattina mi ha detto che da quando sono finite le vacanze tu hai iniziato a trattarla diversamente – il cuore di Bakugou fece come per sprofondargli ancora di più nel petto – e onestamente non ci ho capito molto perché osservandovi non avevo notato nulla di strano ma poi torno a casa e vi trovo così" sbraitò.
"Che cazzo è successo tra voi due?" chiese ancora.

Impossibilitato a trattenersi oltre, Bakugou, sconfitto come mai prima in vita sua, abbassò lo sguardo e si lasciò scivolare contro la parete fino a toccare terra con il sedere.
Una volta sul pavimento, posò gli avambracci sulle ginocchia e nascondendovi in mezzo la testa, iniziò a singhiozzare silenziosamente.
Davanti a quell'immagine così umana e allo stesso tempo inusuale per la persona di Bakugou, Kirishima si accovacciò di fronte a lui e rimase in silenzio per un bel po', in attesa del momento in cui l'amico si sentisse pronto a parlare.
Dopo un tempo che parve infinito, Bakugou sembrò calmarsi lievemente e, tirato su con il naso, scosse la testa ancora nascosta dalle sue braccia.
"Non lo so cosa è successo" asserì con la schiena che, a ritmo con i suoi singhiozzi, tremava.
"Non lo so" alzò la testa mostrandosi all'amico con le guance arrossate per il pianto e ancora bagnate.
Kirishima rimase in silenzio "Quella settimana e mezzo che abbiamo passato insieme è stata la più strana, tranquilla e bella settimana della mia vita – appoggiò la fronte sul palmo della mano destra e facendola scivolare un po', si strinse alcuni ciuffi di capelli – era come se, stando insieme, niente potesse toccarmi."
"Ho iniziato a sentirmi così sin da quando l'ho vista in ospedale. Più passavo del tempo con lei e osservavo come quel cane di suo padre l'avesse ridotta, continuavo a pensare a quanto fosse forte e, - alzò la testa come per riprendere aria – dopo qualche giorno ho iniziato a sentirmi diverso quando le stavo vicino." tirò un pugno al muro dietro di sé facendo sobbalzare l'amico.
"Quando siamo tornati a casa, man mano che passavamo il tempo insieme, sentivo che la strana sensazione che avevo avvertito nel petto durante quelle notti in ospedale stava diventando più grande." tirò su con il naso "Senza rendermene conto ho iniziato a sentire sempre di più il bisogno di starle vicino e quando la sera di Natale l'ho abbracciata – si mordicchiò nervosamente lo strato sottile di pelle che gli ricopriva il dorso della mano – ho sentito come un'esplosione dentro di me."
"Era come se avessi avuto bisogno di quell'abbraccio da sempre. Più la tenevo stretta a me più mi sentivo bene, come se il battito del suo cuore si fosse sincronizzato con il mio e, quando l'ho guardata negli occhi, per un istante ho immaginato di baciarla – guardò con lo sguardo spento la stampa della maglietta di Kirishima – ed è stato così reale che, se chiudo gli occhi posso ancora sentire il profumo dello shampoo che le riempiva i capelli."

"Io...Voglio essere un Hero!" [Arc 1]Where stories live. Discover now