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Osservo la mia segretaria con attenzione, noto le leggere rughe sulla fronte e e rughe d'espressione agli angoli della bocca, saranno le strane luci di questo ristorante, ma ora riesco a vedere con chiarezza la sua età.

-Quindi come si chiamano?

La riporto con lo sguardo su di me, mi osserva ma i suoi occhi non riescono a stare più di qualche secondo fissati nei miei. Li sposta concentrandosi sulla composizione di rose che sta tra noi.

-Simon e Laila. Hanno dieci e otto anni.

Faccio velocemente un calcolo mentale, è incredibile l'idea che sia diventata mamma a soli ventidue anni.

-Il papà?

La vedo arrossire leggermente e torturarsi il pollice con l'unghia dell'indice.

-I papà si sono tirati indietro appena hanno saputo che ero incinta. Fa ridere eh, il papà di Simon mi ha lasciata per messaggio dicendo che non era affar suo e che non si sarebbe preso nessuna responsabilità, dopo due anni il papà di Laila accetta il fatto che abbia un bimbo da un altro uomo ma poi resto incinta di lui e scappa perché "due figli sono troppe responsabilità e non posso avere un figlio a ventisei anni", quindi sono una mamma single con due bambini da crescere, educare, mantenere e gestire. Fortuna che ho mamma, mi da una grande mano.

-Hai fortuna in fatto di uomini...

Una risata amara le esce dalla bocca

-Si... ho incorporata una calamita per i casi umani con sindrome da "non posso".

Le mie labbra si piegano in un sorriso spontaneo, credo di aver capito il motivo per cui papà l'ha assunta, era un uomo buono, glielo riconosco, ma non un padre esemplare.

Ci arrivano gli antipasti, tartare di salmone, ricci di mare freschi, due ostriche a crudo e insalata di mare.
Mirko farà piangere il mio portafogli.

Mangiamo in silenzio, la vedo armeggiare con l'ostrica ma non ha idea di come fare, sorrido appena.

-Aspetta, prima devi metterci il limone

Dico prendendo la mia e spruzzandoci un pò di limone, l'ostrica a contatto con il liquido acre ha uno spasmo.

-Oh mamma, no no, posso vivere anche senza.

Mi scappa una risata mentre la vedo posare il crostaceo nel vassoio con scaglie di giaccio con una smorfia disgustata stampata in volto, mentre io con la forchetta stacco la povera creatura dalla conchiglia e la metto in bocca per poi prendere un sorso di vino.

-Credimi, il sapore è meglio dell'aspetto.

La osservo, indecisa, poi sbuffa leggermente e riprende l'ostrica, fa i miei stessi passaggi e mette in bocca, la sua espressione iniziale è un misto tra sorpresa e disgusto, poi ingoia e dalla sua gola esce un suono di apprezzamento.

-Un pò viscida ma buona.

-Bevi il vino

Mi guarda interrogativa

-Non so spiegarti il perchè, mio padre diceva che serviva per ucciderla, ma sinceramente non penso sia per quello, per sicurezza un sorso lo prendo sempre dopo aver mangiato qualcosa di crudo e vivo.

Annuisce e con la mano destra prende il calice... destra...non come la ragazzina che ho scoperto sia sinistra come me...

Scaccio quel pensiero e torno alla cena con la mia collega.

-Posso farti una domanda?

Finalmente non sono io a dover iniziare il discorso, annuisco mentre mangio un pò di insalata di mare.

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