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-Grazie per la bellissima giornata, sono stata benissimo.

Sorrido mentre leggo il messaggio di Megan, mi sto recando in ufficio ed improvvisamente mi sento più sereno, passo l'atrio dove Cassandra mi saluta radiosa e un pò meno truccata, ricambio il sorriso e penso che la relazione con Mirko le stia facendo molto bene, entro in ufficio e la vista panoramica sui grattacieli mi smorza il sorriso, sono tornato alla mia solita vita...
Il cellulare vibra e leggo velocemente il messaggio di mia sorella:

-Domani abbiamo l'appuntamento all'università, tieniti libero.

Sbuffo lanciando la giacca sulla poltrona girevole e digito velocemente:

-Non puoi andarci tu come ogni anno?

Mi arriva la risposta in un attimo:

-Andremo tutti e tre.

Alzo gli occhi al cielo e le mando il pollice alzato, ogni anno andiamo nell'università che finanziamo per fare un discorso ai laureandi, da quando è morto papà se ne occupava Marta e mi sembra strano che questa volta andremo tutti e tre.
Mi siedo cercando di trovare la voglia di mettermi a lavoro ma la mente viene sommersa dai ricordi della vacanza, il mare, la spiaggia, la tartaruga che a momenti mi stacca una mano, al piccolo Nicolas, alla cena piena di bugie... a Megan, alle sue crisi notturne causate dagli incubi, alla mia mano che ogni mattina finiva sotto la sua maglietta, al bacio...
Scuoto la testa e mi metto a lavoro, anche non averla più in ufficio mi fa strano, ero così abituato alla sua presenza che ora mi rende malinconico il non averla nella stessa stanza.
Le ore passano tranquille, mando mail, aggiorno l'agenda, mi organizzo tutti i documenti e quando alzo lo sguardo per vedere l'ora mi rendo conto che sono le otto di sera passate, mi preparo ed esco dall'edificio con Cassandra che si sta sistemando il poco trucco che ha, fuori c'è Mirko che mi saluta con una pacca alla spalla e si allontana con la mia segretaria sottobraccio.
A casa mi mangio qualcosa al volo, faccio una doccia lunga e mi butto sotto le coperte, resto a guardare il soffitto per un'eternità, poi mi decido a dormire per affrontare la giornata di domani.

***

-Perché dobbiamo andare tutti e tre?

Chiedo a mia sorella mentre saliamo sulla mia macchina, lei sbuffa per la terza volta e alza gli occhi al cielo.

-Perché non la smettete di fare i bambini e iniziate a prendervi le responsabilità del nostro nome?

Io e mio fratello ci guardiamo annoiati e ci dirigiamo verso la University of Economics and Marketing, è strano ripercorrere questa strada dopo tutti questi anni, quando parcheggiamo e percorriamo il sentiero mattonato verso la grande entrata molti ragazzi si voltano nella nostra direzione ed alcuni fanno foto.

-Ma che cazzo siamo un'attrazione?

Do una gomitata a mio fratello per farlo tacere mentre Marta ci scocca un'occhiataccia di rimprovero, il preside ci accoglie appena attraversiamo le porte di vetro e metallo, un uomo sulla sessantina con un completo grigio topo, capelli bianchi e due grandi occhi neri, lo stesso preside di tanti anni fa...

-Ragazzi, che bello rivedevi! Come siete cresciuti!

-Grazie Preside Woodstok, è sempre un piacere tornare tra queste mura.

Mia sorella stringe la mano all'uomo e poco dopo facciamo lo stesso io e mio fratello sorridendo cordiali.

-Alexander, Joshwa! Come state?

Travel with meWhere stories live. Discover now