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Percorro i lunghi corridoi, osservando i dipendenti che lavorano nei loro uffici, chi al telefono, chi al computer e chi in compagnia di clienti.

Entro nel mio ufficio, il sole che entra dall'enorme vetrata illumina la stanza risaltando l'arredamento nero e le pareti bianche.

Mi accomodo sulla mia soffice poltrona girevole e mi sistemo sulla mia scrivania di marmo nera, accendo il mio Mac e controllo gli appuntamenti di oggi... tra un ora devo vedermi con l'assicuratore e nel pomeriggio con il contabile.

Il mio telefono emette una vibrazione che mi distrae:

-Passa a prendere Susan alle 16:30 per favore!

Sorrido al messaggio di mia sorella e rispondo con un "ok".

Mi alzo dalla poltrona e vado verso l'enorme finestra da cui posso vedere tutta la città, mi concentro a guardare un aereo che passa in cielo, tra le nuvole, un sentimento di malinconia mi attraversa la mente, lo scaccio via e torno nel mondo presente.

- Ho proprio bisogno di una vacanza

Il suono inconfondibile che proviene dal telefono aziendale mi avvisa della voce squillante e irritante di Cassandra:

- Signor Jones è arrivato il signor Smith!

Le ordino di farlo accomodare in sala riunioni e attacco.

Non ho mai capito per quale motivo mio padre l'abbia assunta, non è sveglia e come segretaria non è il massimo, è solo di bella presenza, la solita Barbie umana tutto fisico e niente cervello.

Faccio un respiro profondo e mi dirigo in sala riunioni dove poco dopo attraversa la soglia un uomo panciuto con grandi occhiali, in completo blu notte e con una valigetta nella mano destra.

Sorrido amichevole e ci accomodiamo.

***

A passo svelto mi dirigo all'ascensore, pigio il pulsante che mi porterà in garage e attendo.

Salgo sulla mia BMW serie 8 grigia metallizzata e parto in direzione della scuola di Susan.

Parcheggio e vado verso i cancelli dove sono ormai appostate molte mamme in attesa dei loro bambini, molte si girano ad osservarmi ed altre sussurrano qualcosa alla mamma accanto.
Pettegole...

La campanella le riporta tutte all'attenti sui cancelli ed improvvisamente un' ondata di bambini si riversa fuori dall'istituto, ed io la vedo subito, la creatura più bella che io abbia mai visto, appena i suoi occhioni verdi intercettano i miei le sue labbra si allargano in un enorme sorriso e mi corre in contro, i suoi lunghissimi capelli neri come la pece svolazzano di qua e di là e io mi piego per poterla prendere al volo e farla girare per aria.

-Tio!

La stringo forte a me e le do un bacio sulla fronte, la analizzo tutta, controllo che ogni cosa sia al suo posto, lei mi guarda ipnotizzata con il sorriso fisso. Quando mi accerto che è tutto ok le dò un altro bacio e la porto in macchina.

La porto a prendere un gelato e poi ai giochi, la vedo saltare sul tappeto elastico con un'altra bambina che ha conosciuto nel pomeriggio, non la perdo di vista un attimo mentre parlo all' auricolare con un cliente. La mamma della bambina che gioca con Susan mi si avvicina e comincia a parlarmi non rendendosi conto che sono impegnato, le faccio un gesto di attesa ed indico l'apparecchio elettronico al mio orecchio, fa un gesto di scuse e io mi sbrigo a terminare la telefonata.

Mi volto verso la signora, bassina ma con le curve al posto giusto, avrà una trentina di anni, i capelli sono ricci e castani, ha dei grandi occhi marroni, il naso con un leggera gobbetta e le labbra sottili. Mi sorride ed inizia a parlarmi della sua bambina, mi chiede di me e della mia vita, parliamo tranquillamente mentre le bambine passano da un gioco all'altro ridendo e scherzando.

Travel with meWhere stories live. Discover now