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È passata una settimana dalla cena con Megan, abbiamo effettuato pagamenti e prenotazioni, il volo lo avremo la mattina presto con scalo a Malé per poi prendere l' idrovolante diretto alle Maldive.
Mi sono anticipato ogni tipo di appuntamento per poter passare per bene i giorni di vacanza, al massimo 2 o 3 appuntamenti Online con un cliente storico per appuntare le cose importanti riguardo ai vari contratti.
Non ho più avuto modo di parlare con Megan, sta studiando per preparare la tesi di laurea, vorrebbe non studiare in vacanza ma a sentire mia sorella saranno inevitabili alcuni colloqui con il suo tutor online.
Mentre sistemo le ultime cose in ufficio sento l'inconfondibile ticchettio delle décolleté di Cassandra che risuonano in tutto il corridoio, negli ultimi giorni è diventata ancora di più appiccicosa, fa di tutto per far toccare o sfiorare il mio corpo con il suo per poi leggergli negli occhi un desiderio che io non ricambio.
Come sospettavo dopo qualche passo vedo il suo caschetto biondo sbucare dallo stipite della porta per poi poggiarcisi con la schiena cercando di assumere una posizione abbastanza sexy che secondo la sua testa dovrebbe farmi cadere ai suoi piedi.
La gonna in similpelle troppo corta le sale ancora arrivando a livello inguinale mentre la camicetta rossa di velo mostra il reggiseno sottostante di pizzo nero che fa notare i suoi seni rifatti, mi guarda e mi sorride con le labbra tinte di rosso e su gli occhi una quantità eccessiva di ombretto nero.
Cerco di mandare giù l'irritazione mentre assumo un'espressione indifferente che la riporta immediatamente con i piedi per terra per riassumere un comportamento posato e composto, mi risiedo sulla poltrona e comincio a sistemare i file da dover mandare domani ad alcuni clienti e aziende sottostanti.
Lei continua a guardarmi, questa volta noto il disagio e la tensione che si sta spandendo per la stanza, cerco di non guardarla, sperando stupidamente che si giri e se ne vada come se nulla fosse, purtroppo però le mie preghiere non vengono ascoltate e ancora una volta mi chiedo come mai mio padre l'abbia assunta.

-Devi dirmi qualcosa, Cassandra?

Senza volerlo il mio tono risulta troppo freddo e scocciato, tant'è che il suo corpo viene percosso da un brivido che la fa indietreggiare di qualche centimetro dall'entrata del mio ufficio, si guarda in torno cercando di non incontrare il mio sguardo, inutilmente... i suoi occhi incontrano i miei e riabbassa lo sguardo per puntarlo ai suoi tacchi 12 rossi come la camicetta.

-Mi....mi chiedevo se fosse possibile uscire...una sera di queste...

Stacco per l'ennesima volta gli occhi dal computer per puntarli su di lei che ancora una volta nell'incontrarli si riabbassano trovando più interessanti le punte dei tacchi.

-Cassandra dobbiamo discutere di qualche cosa? Hai combinato qualcosa con qualche contratto o documento?

Il suo sguardo spaesato mi conferma che la sua è una proposta per un appuntamento ma preferisco fingermi stupito ai suoi occhi e cerco di sviare la domanda.

-N-no signore...

Torno a guardare lo schermo del pc e sistemo l'ultimo file, spengo il motore di ricerca, prendo la giacca e mi incammino verso la porta del mio ufficio.

- Allora ti auguro una buona serata.

Varco la porta e la sorpasso a passo spedito per evitare altri discorsi.

Arrivo alla macchina e prima che possa mettere in moto un suono al vetro mi fa saltare sul posto, cerco di calmarmi per evitare di sbraitare contro Cassandra, ma nel voltarmi anziché trovare l'azzurro sbiadito della bionda trovo l'ambra screziato di oro di Megan.
Corrugo la fronte cercando di capire se sia reale ma dopo un po' mi arriva un altro colpo con una nocca al vetro che mi riporta alla realtà.
Esco dall'auto e mi ritrovo a sovrastarla molto più dei soliti 10 centimetri.
Ha un piumino nero con pelliccia nera nel cappuccio, un paio di jeans neri sbiaditi strappati un po' ovunque e un paio di scarpe da ginnastica nere.
Mi guarda con il solito sguardo curioso ed io faccio altrettanto, ma che ci fa qua?
Come al nostro primo incontro, sembra leggermi nel pensiero e così mi risponde alla domanda interiore che mi sono posto.

-Volevo chiederti se potessi concedermi una settimana di stage nell'azienda ma ho avuto un piccolo ripensamento nel vedere la risposta glaciale che hai rivolto all'altra ragazza... eri talmente preso nel fuggire che mi sei passato davanti come se non esistessi...

Continuo a guardarla cercando di capire cosa rispondere, il mio sguardo vaga dai suoi occhi alla suo bocca per poi andare suoi capelli sciolti che le ricadono in morbide onde sul piumino, ed improvvisamente i suoi venticinque anni si mutano in quindici.
È struccata completamente, neanche un filo di rimmel o lucida labbra. Acqua e sapone.
Però mi rendo conto di starla ad osservare troppo quando mi schiocca le dita davanti per poi fare un sorriso soddisfatto al mio strizzare gli occhi.

-Ehm...diciamo che Cassandra ed io abbiamo un rapporto complicato...

Per niente soddisfatta dalla mia domanda corruga la fronte per poi continuare con la sua curiosità.

-Complicato per colpa sua o tua?

-Mh... sua.

Improvvisamente il suo sguardo cambia, la curiosità lascia il posto ad un luce strana nei suoi occhi, si vede a un miglio il pensiero perverso che le ha attraversato la mente per poi aprirsi in un sorriso altrettanto perverso.

-Ha fantasie sul suo capo.

Le scappa una risatina ed io improvvisamente mi sento messo a nudo e un po' a disagio.

-Le avrei anche io, tutto il giorno in ufficio con un uomo così... credo ogni donna o ragazza del mondo dopo un po' vorrebbe più attenzioni anziché ordini.

Mi scappa una leggera risata nel vederla alzare le sopracciglia ritmicamente mentre pronuncia l'ultima fare.
Torno a guardarla e adesso il suo sguardo è lo stesso allegro e spensierato che mi piace tanto vederle sul viso.

-Quando vorresti iniziare?

Il suo sorriso si allarga nel capire che ho accettato la richiesta muta che mi ha fatto poco fa.

-Essendo venerdì...che ne dici di Lunedì? Mi servono quaranta ore di stage da documentare e spedire al mio tutor, nel campo della comunicazione.

Le sorrido e acconsento con un cenno della testa.

-Ti aspetto lunedì alle nove, ok?

Annuisce con enfasi per poi avvicinarsi a darmi due baci sulle guance.

-A lunedì.

Si volta e la vedo camminare sul marciapiede verso la sua macchina a passo veloce con le mani nelle tasche del piumino, senza volerlo i miei occhi si abbassano e notano il suo sedere sodo stretto nei jeans che ad ogni passo ondeggia con le anche.
Mi volto mordendomi il labbro e salendo subito in macchina scaccio l'immagine che si era fatta vivida e poco casta nei miei pensieri.

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Passo il week and a casa di mia madre e mia sorella, trascorro il tempo tra telefonate e giochi con mia nipote, mentre mia sorella è impegnata a lavorare ad un progetto.
Susan mi parla della scuola e del suo amichetto che sembra essere cotto di lei, la piccola creatura dai lunghi capelli neri mi parla con una luce di vita e felicità negli occhi che mi riporta alla mente Megan, sorrido mentre la vedo concentrata a dare il thé ai suoi peluche mentre si crea monologhi e discussioni tra i vari soggetti.

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