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-Pronto per passare un'intera giornata fuori dal mondo? Senza cellulare, tra le creature marine e la vita semplice degli abitanti delle isole?

Annuisco per la ventesima volta alla ragazza saltellante ed euforica al mio fianco che non perde occasione si ribadirmi il programma giornaliero.

-Ma non sei felice?

Sospiro e la fermo per le spalle, questo suo saltellare di continuo mi ricorda mia nipote.

-Sono contentissimo, sto semplicemente metabolizzando ancora come mi chiamo, mi hai buttato giù dal letto nell'esatto modo con cui lo fa mia nipote.

Lei scoppia a ridere e manda la testa all'indietro.

-Originale eh?

-Megan, mi ti sei fiondata a letto ed hai iniziato a saltare mentre io credevo di essere stato travolto da un terremoto.

Lei ride ancora più forte e poi mi fa gli occhioni dolci.

-Ragazzina con me non funziona, fossi stato qualcun altro ti avrei cacciata a calci dalla camera.

Dico, proseguendo verso una barchetta che ci condurrà nell'isola abbandonata.

-Quindi dovrei considerarmi onorata visto che mi hai praticamente catapultata giù dal letto con una cuscinata? Mi fa ancora male il culo.

Le scocco un'occhiataccia e lei mima con le labbra "sedere" mentre alza le amni e gli occhi al cielo.
Saliamo sulla barchetta con già un uomo ad aspettarci, si presenza con il nome di Kamun, sarà il nostro "taxi" per oggi, ci spiega che l'isola dove "naufragheremo" è a circa mezz'ora di barchetta e che una volta lì saremo soli con qualche civile che ci vive, mangeremo i loro piatti tipici e ci mostreranno le loro abitudini, poi faremo delle immersioni, seguiti da una compagnia di professionisti che ci porterà in mare aperto.
Mentre Meg ascolta attentamente io osservo lei, all'inizio non ci avevo fatto caso ma ora vedo due evidenti borse nere sotto i tuoi occhioni da cerbiatta, spero che la causa della sua nottata in bianco non siano le voci che girano su noi due, però cerca in tutti i modi di non farlo notare, sprizza gioia da tutti i pori ed è contagioso il suo entusiasmo.

-Va bene per te Alex?

Osservo i due che mi scrutano come se attendessero una mia risposta, aggrotto la fronte e Meg gentilmente viene in mio aiuto.

-Kamun ci stava spiegando che per vedere il plancton dovremmo rimanere oltre il tramonto, cosa ne dici?

Sospiro e mi massaggio con il pollice e l'indice la radice del naso, poi annuisco.

-Tutto quello che vuoi cara.

Annuisce incerta e partiamo, l'enorme uomo davanti a noi guida con una mano il motore rombante della barchetta guardando davanti a sé mentre io mi guardo intorno, tutto ciò che vedo è blu, azzurro, isole e altro blu. Megan fissa l'orizzonte senza vederlo veramente, cos'ha?
È seduta al mio fianco ed ha le mani in grembo, stamattina quando l'ho vista ho pensato che fosse di una bellezza genuina, indossa un vestitino bianco con qualche ricamo di pizzo che le arriva a metà coscia con una gonna svasata che svolazza con il minimo soffio di vento, due bretelline fine sulle spalle e un fronzolo al seno che lo fa sembrare più grande.
Stendo il braccio sulla superficie morbida dietro di noi e con i polpastrelli le sfioro la pelle leggermente più scura per via del sole preso ieri.
Sobbalza sul posto ma poi si rilassa, la stringo a me e le do un bacio tra i capelli mentre lei si accoccola sulla mia spalla.

-Tutto ok?

Lei muove la testa da sopra a sotto continuando a guardare il mare ma non è sincera, non capisco perché non mi dice cosa le passa per la testa o perché non mi dice ciò che prova realmente.
Con l'altra mano le alzo il mento fino a far incontrare i nostri sguardi, i suoi occhi sono leggermente rossi, non ha dormito per niente.

Travel with meWhere stories live. Discover now