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Dormo il necessario e appena sveglio vado a farmi la doccia, mi metto un paio di jeans neri, maglietta con scollo a V nera, una felpa e metto i documenti e il cellulare nella giacca sportiva che utilizzerò oggi, poco dopo qualcuno suona alla porta e felice come un bambino apro a Megan, ha un jeans nero e una maglietta a collo alto molto aderente, sopra una felpa e giacchetto di pelle, la faccio accomodare e le dico di togliersi il giacchetto mentre salgo in camera e ripesco nei meandri dell'armadio una cosa che ormai non mi sta più bene da anni ma che mi fa comunque piacere rivedere, scendo e l'aiuto a mettersi la mia prima giacca moto Berik nera con logo rosso, le sta perfetta.

-Che strano vederla indossata dopo così tanti anni.

-Era tua?

Annuisco mentre le porgo il casco che un tempo utilizzava mia sorella prima che rimanesse.

-Eri così piccolo?

-Avevo sedici anni Megan.

-Un ragazzino.

Sorrido e mi metto il mio, usciamo di casa e quando vede la moto trattiene il fiato.

-Oh dio... Alex non avevo realizzato...

Ride euforica e mi guarda con gli occhi che le brillano, alzo gli occhi al cielo ma quella risata mi alleggerisce il cuore, le metto il casco e incastro il gancio, le porgo un vecchio paio di guanti di mia sorella che le stanno leggermente piccoli e poi mi metto il casco, mi aiuta a legarlo anche se so perfettamente come si fa, è comunque bello farlo fare a lei ed averla più vicina.
Una volta sistemati salgo in sella e accendo il mio bolide, lei saltella sul posto battendo le mani e scommetto che sta ridendo come una bambina, le dico di avvicinarsi e sincronizzo i microfoni al lato dei caschi.

-Mi senti?

-Si.

La sua voce mi avvolge la testa e mi manca un battito, mi abbasso la visiera e la faccio salire abbassando i cavalletti posteriori.
Lei sale e posiziona subito i piedi per non toccare la marmitta, quando le sue braccia avvolgono la mia vita sento il calore irradiarsi per tutto il corpo, il seno premuto sulla mia schiena e il battito del suo cuore che mi rimbomba nell'interno.

-Pronta?

Lei in risposta si stringe di più a me aumentando la presa delle sue gambe intorno ai miei fianchi ed usciamo dal cancello di casa mia con il guardiano che ci saluta.
Parto tranquillo e appena lasciamo le strade della città per entrare in quelle tra gli alti alberi della boscaglia accelero facendola stringere ancora di più a me.

-Alex.

-Dimmi.

-È bellissimo.

Con una mano le accarezzo le sue e poi riprendo il volante, dopo quaranta minuti di viaggio arriviamo finalmente a destinazione, Lago George.
Cammino a velocità costante sul fianco del lago e Megan allenta la stretta sulla mia vita per poter alzare la testa e godersi il panorama.

-Che spettacolo!

-Ci venivo con la mia famiglia, ci piaceva passare le giornate calde qui con un bel gelato.

Parcheggio dopo averla fatta scendere e la porto davanti al cartello "Welcome to thè village of Lake George", nel lago ci sono alcune barche ormeggiate sulle pedane di legno, camminiamo fino al ristorante in cui ho prenotato: Boathouse.
Una struttura interamente di legno con design antico che da un senso di pace e di vissuto che incuriosisce, Megan osserva l'ambiente a bocca aperta e il suo braccio ancora il mio.

-Buongiorno!

Una cameriera con un vestitino verde tipico con maniche a sbuffo bianche e un grembiule legato in vita ci accoglie sorridente in sintonia con l'ambiente.

-Ho prenotato per due. Alex Jonson.

Lei scorre il dito con l'unghia laccata di verde e fa un segno sul mio nome.

-Prego da questa parte!

Saliamo delle scale di legno che ci conducono al piano superiore dove c'è la vista del lago, fuori c'è una terrazza priva di tavoli per via del freddo e il nostro tavolo è proprio di fronte al panorama.

-Alex...

Non le vengono le parole, resta semplicemente a bocca aperta con gli occhi che le brillano.
I miei occhi cadono sul suo collo, dove la catenina d'argento e il punto luce brillano in contrasto con la maglietta nera.

-È magnifico...

Parliamo tranquillamente e ci fermiamo solo per ordinare, prendiamo due coca cole e due mega panini con cotoletta e hamburger di manzo, mentre mangiamo Megan si gusta il panorama e a me scappa una risata quando non riesce a mordere l'enorme panino che le hanno portato, prende forchetta e coltello ed io mi pulisco gli angoli della bocca.

-Megan, se ti azzardi a mangiarlo in questo modo giuro che me ne vado lasciandoti qui.

Lei mi guarda con il labbro inferiore piegato e le posate sospese.

-Ma non riesco a morderlo, è troppo grande.

-Dai non ci credo che non ci riesci.

Con sguardo determinato prende il panino e fa per mordere ma la sua bocca non arriva ad addentare tutto, scoppio a ridere mentre la salsa le cola agli angoli della bocca piena e prova a masticare, mi fa il dito medio mentre le sue guance sembrano quelle di un criceto.
Si sforza di non ridere per non sputare tutto e continua a masticare.

-Ma cos'hai la bocca di una formica?

Cattura con un dito la salsa che le cola da un angolo e se lo mette in bocca alzando un sopracciglio, i miei pantaloni improvvisamente sono più attillati.

-Sei tu che ce l'hai enorme!

La guardo mordendomi il labbro e cambiando posizione sulla sedia mentre con le labbra mimo "lo so", lei arrossisce e si copre con una mano.

-Intendevo la bocca...

-Anche quella.

Sbuffa rossa in viso ed io continuo a mangiare guardandola soddisfatto.

Ordiniamo anche un tiramisù da dividerci, lei sta scoppiando ed io sono sazio il giusto, sento che ci stiamo riavvicinando di nuovo e ne sono felicissimo, non sopportavo quando a malapena mi parlava, non ho tirato fuori l'argomento "bacio" perché qualsiasi cosa sia stato aspetto lei che mi dia spiegazioni senza farla sentire in imbarazzo, non parlo neanche della sua confessione e di ciò che mi tiene nascosto, sto benissimo con lei in questo momento e non voglio rovinare la serenità che si è ricostruita.
Passiamo il resto della giornata a passeggiare per digerire il pranzo pesante, ridiamo e scherziamo come due vecchi amici... amici... insomma, la gente ci osserva e sorride, so che mi hanno riconosciuto la maggior parte ma nessuno osa rovinare il momento con fotografie o commenti.
Quando rientriamo a casa Megan deve scappare per un colloqui con il tutor ed io vado a farmi un altra doccia, sono stato benissimo e sorrido ogni volta che penso ad un momento specifico della giornata, questa ragazza mi sta facendo impazzire...

Travel with meWhere stories live. Discover now