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Sono passati cinque giorni, non posso credere che sia già volata una settimana, Foster ha provato a ricattarmi ma ho tirato fuori l'argomento dei figli a cui non da il mantenimento ed è sbiancato, Megan ha avuto un'altra crisi nella notte e da tre giorni dormiamo insieme e ci svegliamo allo stesso modo ogni mattina, io con una mano sotto la maglietta che le palpo un seno e al risveglio i sensi di colpa che mi divorano, lei non sembra più farci caso, siamo stati a Malé, abbiamo visto squali di ogni tipo, ci siamo rilassati nella SPA ed io l'ho aiutata anche con la tesi.

-Facciamo il bagno?

Megan indossa il costume bianco di qualche giorno fa, ora che è molto più abbronzata risalta tantissimo, annuisco e ci dirigiamo verso la spiaggia, un bambino gioca con una barchetta e ci osserva mentre passiamo, saluta con la manina Megan e lei ricambia sorridendo.

-Hai sentito Foster?

Mi chiede appena ci immergiamo, scuoto la testa mentre mi stendo restando a galla.

-Non di recente, ma non credo parlerà, sono stato un pò cattivo, gli ho detto che se fosse uscita la notizia avrei svelato il suo segreto indipendentemente se fosse stato lui o no.

-Uh, ma che crudele!

Le faccio la linguaccia ma non la trovo, poi sbuca al mio fianco e mi affonda con le mani sugli addominali, preso alla sprovvista mi entra un pò d'acqua nel naso e quando riemergo tossisco, mi pizzica la gola.

-Questa me la paghi.

Mi metto a rincorrerla a bracciate mentre lei prova a scappare ma la prendo per le caviglie e la tiro a me, ride come una bambina e mi allaccia le braccia al collo, le schizzo con la mano libera un pò d'acqua in viso e lei dopo averla sputacchiata ride ancora.

-Ragazzina cattiva la prossima volta di punisco.

Scoppia a ridere ancora più forte, poi i nostri occhi si incontrano e torna quella strana atmosfera di quando si ha voglia di saltarsi addosso ma non si può, però rimaniamo così, io che le avvolgo la vita e lei il collo, i nostri visi sono così vicini che i respiri si incontrano, i nasi si sfiorano e gli occhi affogano gli uni negli altri.
Poi ci avviciniamo, non so chi inizia per primo ma le nostre labbra si sfiorano per un solo istante, poi le urla di qualcuno attirano la nostra attenzione, ci voltiamo verso due genitori che urlano e poi verso l'acqua che schizza, Megan parte prima che me ne renda conto arrivando in un battito di ciglia dal bambino che tossisce e piange a singhiozzi, mi avvicino e lei mi passa il bambino sulla schiena, andiamo a riva mentre il piccolo piange silenziosamente.

-Oh santo cielo, grazie mille!

La madre del bambino ha gli occhi lucidi e il marito si avvicina per riprenderlo.

-Grazie, grazie, grazie.

La mamma ora sta trattenendo i singhiozzi ma le lacrime le scendono dagli occhi, io e Megan sorridiamo e li tranquillizziamo.

-Come possiamo sdebitarci?

Megan sembra a disagio ed io parlo per entrambi.

-Non è necessario, davvero, siamo contenti che non sia successo nulla di grave.

Il bambino guarda Megan e le si avvicina alla gamba, lei si abbassa all'altezza del bambino e lui le da un bacio sulla guancia.

-Ecco, il debito è saldato.

Dice lei accarezzando la testolina del piccolo, i due genitori ci sorridono ma il marito vuole a tutti i costi sdebitarsi almeno con una cena, almeno...
Siamo quasi costretti ad accettare, ci aspetteranno nel ristorante alle otto in punto, poi ci separiamo.
Megan è sdraiata sul lettino a pancia in sù con gli occhi chiusi, mi siedo vicino ai suoi piedi con il mazzo di carte in mano ma i miei occhi si concentrano proprio in mezzo alle sue gambe, oltre al fatto di avere la conferma che è completamente depilata ho anche scoperto qualcosa di molto eccitante, il tessuto bianco è talmente tanto aderente da bagnato che si vedono perfettamente, due piccole sfere poco sopra l'inizio delle grandi labbra, controllo che stia ancora sonnecchiando e poi torno a guardare li, faccio un respiro profondo e mi passo la mano tra i capelli, ho scoperto un altro piercing e questo mi piace particolarmente...

-Alex...

Mi volto a guardarla e lei si tiene sui gomiti.

-Che fai?

Alzo il mazzo di carte e ringrazio per non essere stato beccato.

-Partitina?

Lei sorride e si morde il labbro, sedendosi apre le gambe e le posizione ai lati del lettino, il tessuto del costume bagnato aderisce alla mia erezione e provo a nasconderla con il braccio.

Come al solito ho perso innumerevoli volte, Megan si sta facendo la doccia ed io mi sto preparando per andare a cena con il Signore e la Signora Hernandez, alla porta sento due colpi di nocche, apro la porta a Megan che ha un accappatoio bianco e un telo sulla testa.

-Non so che mettermi.

Indosso solo un paio di jeans neri corti e i calzini, resta per un pò a guardarmi mentre analizza il mio abbigliamento.

-Camicia o maglietta?

Mi chiede, io le indico la camicia bianca di lino stesa sul letto, lei sospira e torna a guardarmi.

-Scarpe da ginnastica o... mocassini.

Dice l'ultima come se fosse una bestemmia ed io le indico le all star bianche ai piedi del letto, lei tira un sospiro di sollievo.

-Hai trent'anni ma ti vesti come un ragazzino, che bello mi fai sentire meno piccola.

Inarco un sopracciglio e mi poggio allo stipite della porta.

-Innanzitutto non ne ho ancora trenta e poi cos'hai contro il mio modo di vestire?

-Nulla, anzi mi piace più come ti vesti fuori dall'ambiente lavorativo che quando siamo in ufficio, giacca, cravatta e scarpe eleganti...sembri troppo serio.

Mi sorride e si volta per andarsene lasciandomi li a guardarla chiudersi in camera.
Finisco di prepararmi e l'aspetto in salotto, appare poco dopo con un vestitino dalla gonna svasata bianco con veli che le ricadono dietro la schiena, le lunghe gambe abbronzate sono lisce e luminosi, probabilmente ci ha spalmato qualche crema, ai piedi ha un paio di sandali alla schiava con i lacci intrecciati fin sopra il ginocchio, è truccata il minimo indispensabile ed ha sulla spalla una catenina fina che tiene una borsetta nera. Mi sorride e ci incamminiamo verso il ristorante, una volta arrivati il cameriere ci porta verso il tavolo dove la famigliola felice ci attende, il piccolo ha un'altro giocattolo tra le mani. I due ci salutano e noi ci accomodiamo.

Travel with meWhere stories live. Discover now