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Oggi non ho nessun appuntamento, mi sistemo le scartoffie da solo anziché chiedere a Cassandra, l'ultima volta ha fatto casino e mi ha fatto saltare quattro appuntamenti non poco rilevanti.

Sono le otto di sera, non ho mangiato tutto il giorno ed inizio ad avere fame, mando un messaggio veloce a mamma dove le dico che a cena starò con loro, in risposta mi manda la faccina che manda i baci, alzo gli occhi al cielo in modo cansonatorio e finisco di sistemare gli ultimi appuntamenti.

Indosso il giacchetto da motociclista e prendo il casco, uscito dall'ascensore controllo che lei non ci sia, sono le otto e mezza e teoricamente dovrebbe essere andata via. Appena ho la certezza di essere solo all'ingresso, vado a passo spedito fino alla porta girevole, purtroppo però la sua voce mi ferma.

-Signor Jones mi aspetti!

La sento arrivare dal suo ticchettio dei tacchi a spillo, si incastra al mio braccio facendolo aderire al suo seno rifatto, un brivido di ribrezzo mi percorre la schiena ma cerco di controllarmi, sorrido falsamente ed usciamo dall' edificio, il suo caschetto biondo svolazza di qua e di là, la camicia ha i bottoni che si tengono per miracolo, la gonna è decisamente troppo corta e la giacca è l'unica cosa che si può definire "da lavoro", ha un rossetto rosso sulle sue labbra leggermente rigonfiate dal silicone, una linea di eyeliner decisamente troppo lunga paragonabile agli antichi egizi. Mi guarda come se volesse saltarmi addosso da un momento all'altro, perennemente a tastarmi il braccio e a fissarmi le labbra. Quasi arrivato alla mia KAWASAKI NINJA H2R, il mio giocattolo preferito, la scrollo non molto delicatamente e la saluto con un cenno veloce della mano, sbuffa in malo modo e si dirige alla sua 500 rosa Barbie.

Mi infilo il casco e sfreccio verso la villa di mamma, entro dal cancello automatico con il telecomando, parcheggio la moto e mi dirigo alla porta, busso due volte e ad aprirmi è la piccola bambolina di casa. Mi salta in braccio e mentre entro mi accolgono sia mamma che Marta, dalle scale che portano al piano superiore scende mio fratello, poso per terra la piccola e mi preparo ad una cosa che abbiamo sempre fatto, lui prende la rincorsa e mi salta in braccio mentre io lo prendo al volo, mi stringe e mi urla "stronzetto" con la vocina modificata, ridiamo come due bambini.

Andiamo in sala da pranzo già apparecchiata, mamma e Marta cominciano a portare la cofana con l'insalata, le bruschette con i pomodori e le bistecche dentro ad ogni piatto, ci sediamo e cominciamo a parlare del più e del meno... noto mamma guardarci, è serena, felice ed ha quel solito velo di malinconia negli occhi. Mio padre non era l'uomo più buono del mondo, era severo, preciso, dittatoriale.

Amava mamma, la amava tantissimo, lo sapeva tutto il mondo, amava anche noi a modo suo, un pò distaccato ma non ci ha mai fatto mancare nulla, e con me ha avuto tantissima pazienza, non sono mai stato un bambino tranquillo, anzi...

Tutto il paese sa del mio passato, anche quando sono entrato come capo dell'azienda, ricordo bene lo scetticismo iniziale, la mia faccia era su tutti i notiziari e in prima pagina, il mio nome sulla bocca di tutti.

Sono anche finito dietro le sbarre per una finta accusa fattami da una ragazza con cui ero stato a letto. Mio padre è sempre stato pronto a prendere le mie difese, all'accusa non seppe che dire, mi guardò per mesi come se fossi uno sconosciuto, solo dopo la mia innocenza cominciò a rivalutarmi, ma io ormai avevo perso fiducia in lui, si ok, non ero un agnellino docile, ma mai avrei toccato una donna.

Non ebbi contatti con lui fino alla mia laurea, finii gli studi nonostante non volessi, ma volevo rendere fiera mamma, lei se lo meritava.

Prima di morire lasciò una lettera con il mio nome all'avvocato per l'eredità, Josh aveva ereditato la casa al mare e l'azienda contabile, Marta era in dolce attesa e le lasciò la casa di famiglia dove vive con mamma e il ramo assicurativo, a me lasciò l'azienda bancaria... La responsabilità più grande, il motivo per cui siamo così importanti, le banche con il nostro nome sono tra le più apprezzate e richieste di tutti, abbiamo un livello di professionalità e precisone più alto delle altre banche, anzi, molte si sono unite alla nostra per aumentare la media di guadagno, abbiamo salvato dozzine di banche che stavano andando in banca rotta.

Io e i miei fratelli siamo responsabili dei pilastri su cui si fonda la nostra famiglia.

Aiutiamo a sparecchiare ed infine ci mettiamo tutti sul divano, io e Josh ci guardiamo e siamo pronti per uscire, però quella ficcanaso di nostra sorella capisce al volo.

-Dove andiamo?

Mando la testa all'indietro e mio fratello sbuffa

-Serata tra uomini, tu non vieni.

Marta guarda in cagnesco Josh e sorride strafottente come quando era bambina.

-Da uomini? E sentiamo, cosa dovete fare?

Mio fratello mi guarda e io sgrano gli occhi e mimo " non osare", troppo tardi, lui sgancia la bomba.

-Nostro fratello deve rimettersi in pista

Sorride soddisfatto e mia sorella mi guarda con un punto interrogativo in faccia, mi stropiccio gli occhi con l'indice e il pollice cercando di non incontrate il suo sguardo ma poi la sento dire molto stupita.

-Non ci credo... sapevo che fossi impegnato con il lavoro, ma addirittura così? Da quanto non lo fai?

Sbuffo e mi alzo, mi posiziono davanti alla finestra e ripenso a quello che ho detto due giorni fa...

-Ho bisogno di una vacanza...

Mi volto a guardarli, so perfettamente che non possono venire con me, Marta ha la piccola mentre Josh ha il suo lavoro più l'azienda.

-Usciamo, ho bisogno di una birra.

Prendo il giacchetto ed esco, li aspetto davanti alla macchina di Josh, Marta si è cambiata, ha dei jeans blu e dei stivaletti con tacco, indossa il suo cappotto lungo fino a metà coscia aderente dalla vita in su' con il sotto svasato.

Josh ha il giacchetto di pelle nero, jeans neri e scarpe sportive.

Io ho il giacchetto della moto con sotto maglia nera e jeans neri, scarpe adidas, sembro un ventenne vestito così ma non mi andava di mettermi il completo in moto.

Mi metto al posto del passeggero mentre Marta sale dietro e si posizione con il busto tra me e il guidatore, mentre la macchina cammina c'è un silenzio imbarazzante, alla fine lo dico... mi sotterrerei ma sono comunque i miei fratelli.

- Cinque anni...

Il primo a reagire è mio fratello.

-Cinque anni?! Ma stai scherzando? Ma come si fa a non scopare per cinque anni? Ti ricordi almeno di come è fatta una donna?

Lo guardo male ma resto in silenzio, torno a guardare la strada ma sento lo sguardo di mia sorella su di me.

-Devi dirmi qualcosa anche tu?

- Che siamo in due.

Scoppia a ridere come una matta e io non riesco a rimanere serio, nostro fratello ci guarda senza parole, non sa che dire, poi comincia a fare battutine.

-Sorellina avrai le ragnatele li sotto, ma ragazzi si può sapere come si fa a non farlo per così tanto tempo? Addirittura Freud sosteneva che il sesso è l'elemento che ci rende completi...

Lo guardo in modo sorpreso ma nostra sorella lo contraddice.

-Non è esattamente così, Josh.

Lui alza le spalle e intanto continua a guardare la strada.

-L'ultima volta che l'ho fatto era alla festa della nostra laurea, al bar del campus con tutti quelli dell'ultimo anno che festeggiavano... lo ricordo perfettamente perché una ragazza bellissima mi chiese di essere il primo... aveva un'espressione imbarazzata da morire, solo che non mi ricordo i lineamenti. Lo abbiamo fatto in bagno, credo di non essere mai stato così delicato in vita mia, e mi sono impegnato a farla venire, volevo che non fosse una cosa tanto per... poi quando abbiamo finito mi ha ringraziato con le lacrime agli occhi ed è andata via.
Sapete, aveva un piercing particolare, credo si chiami Christina, lo ero andato a cercare su internet come un matto, mi piaceva troppo.
Era la cosa più eccitante del mondo quel coso.

-Uh... romantico...

Do un colpo alla spalla a mio fratello mentre invece mia sorella mi osserva silenziosamente cercando di sviare il discorso raccontandoci di come lei vomitó ininterrottamente alla fine di quella festa.

Continuiamo a ridere tutti e tre, ed è in questi momenti che la mia mente torna a quando eravamo più giovani, a quando io e Josh ci facevamo una ragazza diversa ogni notte, a quando Marta veniva sempre importunata da altri ragazzi e io li pestavo tutti facendomi cacciare dai locali.

Travel with meWhere stories live. Discover now