Yin e Yang

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CAPITOLO 33 "Yin e Yang"

Si incamminarono fuori dal salone mentre il sole sorgeva al di là del lago davanti ai loro occhi, donando uno spezza colo mozzafiato grazie alle grandi vetrate presenti in quell'ala dell'Accademia.
Alec ammirò rapito la bellezza di quel luogo; immerso nella natura, era decisamente diverso rispetto alla confusione che regnava sovrana a New York ogni giorno. Ogni cosa lì sembrava sprizzare magia all'esterno, rendendo l'ambiente quasi mistico.
Gli ricordava un po' il regno Seelie, in cui era entrato solo qualche volta.
Le sfumature rosse dell'alba illuminavano lo specchio d'acqua a pochi metri dall'Accademia, mentre il silenzio invadeva le loro orecchie. Neanche i loro passi leggeri sul paviemnto sembravano raggiungere le sue orecchie, tutto sembrava ancora immerso nell'oscurità della notte, ma le prime luci del mattino iniziavano a far brillare ogni cosa intorno a loro di una luce rossastra.
"Ho fame... andiamo a fare colazione?" propose Edward spezzando quel silenzio idilliaco.
"Perché no, sono sicura che nelle cucine avranno già preparato qualcosa" rispose Beth continuando a camminare davanti a lui.
Laurance continuò a camminare senza dire una parola, infilando le mani in tasca e proseguendo dritto per la sua strada scostandosi qualche ricciolo dal viso.
Lo sguardo del cacciatore si spostò sulla ragazza accanto a lui, che camminava lentamente ma con un passo ben scandito e deciso.
Rose.
Era stanca, ne era certo.

Lo capiva dal suo incedere lento e cadenziato, dalle sue spalle leggermente abbassate rispetto al solito ed agli occhi gonfi che aveva potuto guardare fino a poco prima. Adesso, la giovane strega gli stava donando le spalle come se niente fosse, ed il suo sguardo non riuscì a non analizzare i suoi capelli biondo platino assumere una sfumatura rosea, illuminati dalla luce dell'alba che stava sorgendo fuori dalle finestre.
Adesso Alec, dopo molto tempo, riusciva a vederla avvolta da una luce... una luce diversa.
Forse si riferiva a questo quando gli aveva parlato della doppia natura della magia. Forse avrebbe dovuto ascoltarla quando aveva cercato di spiegargli che non per forza con la sua magia avrebbe dovuto copiere azioni negative e maligne, ma lui non lo aveva mai fatto. Lui non l'aveva mai ascoltata.
E adesso si ritrovavano lì. Nel suo mondo, insieme, ma seprati da un muro invisibile che lo rendeva ancora più distante dal suo mondo magico e dalla sua vera natura.
Non aveva saputo ascoltare quando ne aveva avuto l'occasione.
Jace glielo diceva sempre che quando si metteva in testa una cosa nessuno riusciva a fargli cambiare idea, anche rischiando di rovinare le cose belle che gli arrivavano...
Arrivarono a quella che suppose fosse la loro mensa; un ambiente totalmente diverso da quello tecnologico e moderno dell'Istituto. Lì dentro tutto sembrava risalire minimo al 1200, compresa la sala per mangiare.
Seguì Edward ed Elisabeth al suo interno ma, senza che se ne accorgessero, Laurance rimase un po' indietro rispetto a loro e tirò per il braccio Rosalie, in modo che restasse con lui.
La ragazza si voltò di scatto stupita, ma Laurance gli fece segno di stare zitta per non attirare l'attenzione degli altri. Rose sospirò, ed osservò Edward, Elisabeth ed Alec entrare nel salone senza che si accorgessero di loro, fermi sull'ingresso della mensa. Si rivoltò verso lo stregone, guardandolo interrogativa.
"Ti sei ripreso in fretta" osservò squadrandolo dal basso verso l'alto.
"Il Maestro mi ha dato un po' di Ophrys apifera... ha fatto miracoli, come sempre" disse accennando un sorriso, poi abbassò lo sguardo tentennante e Rose abbassò lo sguardo sulle sue mani.
Le sue dita giocherellavano nervose con la miriade di anelli che indossava.
Rose rimase in silenzio, riportando lo sguardo negli occhi del ragazzo davanti a sé e, quando risollevò lo sguardo, i suoi occhi brillavano di un dorato sopranaturale.
Era nervoso.
E le sue emozioni non gli permettevano di controllare la sua magia.
"Laurie che c'è?" gli chiese appoggiando improvvisamente la sua mano sulle sue, interrompendo quel giocherellare nervoso che continuava da svariati minuti. Lo stregone sussultò al suo tocco e si ritrasse immediatamente, immergendo le mani nelle tasche dei pantaloni e guardandola inespressivo.
"Si... io, beh... ecco... volevo dirti che..." iniziò tenetennanate, e Rose giurò di non averlo mai visto così in difficoltà nel parlare con lei. Sollevò un sopracciglio confusa, cosa stava succedendo?
"Sono stato un coglione prima e... beh ecco non dovevo avvicinarmi così tanto e..."
Come una bomba che viene buttata nell'oceano ed esplode sotto acqua, una bomba esplose nel petto di Rose facendole comprendere all'istante da cosa fosse dovuto l'imbarazzo del ragazzo davanti a sé.
Aveva cercato di fare finta di niente, aveva sperato potessero fare finta che non fosse mai successo niente.
Dall'esterno poteva sembrare calma e tranquilla, ma dentro di lei qualcosa esplose in sordina.
Guardò dritto negli occhi il ragazzo davanti sé. Laurance Meyer, lo stregone più promettente che conoscesse, il suo migliore amico, la sua ancora di salvezza, l'unico su cui era certa di poter contare, l'unico con cui poteva parlare di tutto senza alcun timore, il suo yang...
"Non è colpa tua" esclamò convinta interrompendo il suo flusso di pensieri, ma il ragazzo non la fece terminare e la interruppe a sua volta.
"Non so di chi sia la colpa ma non voglio che questo crei problemi tra noi" disse tormentato.
"Non creerà nessun problema, faremo come se non fosse mai successo... tu avevi bevuto ed io ero stanca e confusa" lo rassicurò guardandolo negli occhi, e per un attimo Rose potè giurare di aver visto uno scintillio spegnersi nelle sue iridi dorate. Probabilmente era la stanchezza.
"Giusto, io avevo bevuto..." farfugliò a bassa voce, come se stesse parlando tra sé e sé.
"Ero preoccupata per te Laurance" ammise sincera appoggiandogli una mano sul petto "se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai... un po' mi sento colpevole della tua fuga, non avrei mai dovuto dirti quelle cose che ho detto prima di partire per New York"
"Hai detto quello che provavi, hai fatto bene a dirlo Rose. Lo sai, dobbiamo parlarci per poter collaborare..."
"No Laurie, non capisci"
"Si lo capisco, e non devi fartene una colpa... io non sono andato via per quello che mi hai detto e, anche se fosse, tu hai fatto la cosa più giusta dicendomi in faccia qual è il tuo problema con me. Se non so cosa ti passa per la testa non potremo mai essere in sincronia, neanche con la nostra magia" disse facendo un passo verso di lei ed avvicinandosi al suo volto. Rose osservò gli occhi dorati del ragazzo e d'istinto portò una mano sulla guancia morbida e calda del ragazzo davanti a lei in una carezza.
"Su questo hai ragione... ma le cose che ti ho detto non sono vere" disse riportando la mano lungo il fianco. Il ragazzo sussultò guardandola confuso "in che senso?"
"Nel senso che il problema non sei tu laurance, sono io"
"Questo è quello che dicono tutte"
"Questo è quello che dico io, ed io non sono tutte" precisò repentina la bionda, poi sospirò rassegnata.
Doveva dirgli tutto.
"Nella mia anima è cambiato qualcosa dal giorno in cui... ho torturato Paul Martens" ammise con difficoltà, e la voce le andò via per un istante alla fine della frase. Sospirò cercando di riacquistare un contegno davanti al ragazzo che la fissava ancora più confuso, e riprese a parlare per spiegarsi meglio.
"Quel giorno ho usato magia nera... non la solita magia nera che usiamo... ho permesso che le tenebre avessero la meglio sulla luce. L'equilibrio dentro di me quel giorno si è spostato verso il buio per qualche minuto, fino a quanto siete arrivati tu ed il Maestro. Un pezzo della mia anima è stata donata per sempre alle tenebre e questo non potrà mai cambiare."
Laurance la fissò in silenzio, inespressivo.
"Ti prego, dì qualcosa" lo supplicò mordicchiandosi nervosamente l'unghia del pollice.
"Non capisco Rose, non capisco cosa tu stia cercando di dirmi" ammise sincero sospirando.
"Sto cercando di dirti che l'equilibri dentro di me in questo momento non è ancora del tutto ristabilito. Lo Yin in questo momento è più pesante dello Yang e credo resterà per sempre sbilanciato... devo solo ristabilire l'equilibrio con due pesi diversi" cercò di spiegarsi timorosa "la natura della mia magia è nera, per me è stato facilissimo lasciarmi andare al buio..."
"Certo che lo è stato, tu sei puro Yin Rosalie" decretò il ragazzo guardandola attentamente.
Rose smise di mangiucchiarsi le unghie e lo guardò sorpresa.
"In che senso?"
"Tu sei lo Yin Rose, tu sei il buio, ma hai dentro di te anche la radice dello Yang... devi solo trovare il modo di farla crescere" spiegò il ragazzo pacatamente.
Rose lo fissò imbambolata, meditando attentamente sulle sue parole.
Non ci avev amai pensato a questo; non aveva mai pensato di poter essere in qualche modo portatrice di luce, anche se la sua doppia natura in realtà ne era la prova eclatante.
Lei era sia buio che luce allo stesso tempo, e tendeva troppe volte a dimenticarsene .
"Non ti preoccupare, dovrai solo fare dimestichezza con il tuo nuovo equilibrio... ti aiuterò io, ci eserciteremo insieme come abbiamo sempre fatto" la rassicurò il ragazzo e gli occhi di Rose tornarono fissi su di lui.
"Insieme ce la faremo... spero" disse la ragazza mordicchiandosi il labbro.
Laurance sorrise.
"Siamo i figli della notte" affermò deciso "siamo nati per collaborare" aggiunse.
"Laurie... secondo te" disse incerta "siamo gli unici discendenti del Pentagono?" gli chiese di getto e liberandosi finalmente di quel dubbio che le aleggiava nella testa da un po' di tempo. Laurance la guardò spiazzato.
"Credo... credo di sì... lo sapremmo se così non fosse" rispose poco convinto "in ogni caso adesso dobbiamo pensare a te ed alla tua magia" aggiunse serio.
"Come pensi di aiutarmi?"
"Qualche modo lo troverò..." disse sicuro di sè "l'ho sempre trovato..." aggiunse dolcemente e  scostandole un ciuffo ribelle dal volto, con una delicatezza che non aveva mai avuto prima.
Rose sentì distintamente le sue iridi diventare rosse, palesando il suo sentimento di riconoscenza e di affetto nei confronti del ragazzo davanti a lei...

Ma c'era qualcos'altro anche... che non riusciva a comprendere...

D'istinto avvolse il suo collo e lo abbracciò facendolo scontrare contro il suo seno. Dopo qualche attimo di sorpresa per la reazione inaspettata della ragazza, Laurance a sua volta avvolse il suo corpo magro tra le braccia e la strinse a sé ancora più forte immergendo il naso nei suoi capelli biondo platino, annusando il loro profumo vanigliato che aveva sempre amato.
"Grazie" sussurrò la ragazza allontanandosi appena per guardarlo negli occhi.
Le loro iridi, così diverse ma così lucenti e magiche allo stesso tempo, si fissarono intensamente.
Non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare fino a lì senza Laurance Meyer.
"Grazie a te Rose, per avermi stravolto la vita..." sussurrò lo stregone fissandola mentre i loro occhi brillavano magici "finalmente ho trovato il mio Yin"

Claimed by the shadows - II VolumeWhere stories live. Discover now