Rose

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CAPITOLO 28 "Rose"

Prese in mano il telefono e compose rapidamente il numero di Edward.
Mentre attendeva che la chiamata andasse a buon fine, il suo sguardo cadde sugli shadowhunter nella stanza, registrando immediatamente le figure di Alec e Magnus decisamente troppo vicini per i suoi gusti. La mano dello stregone, appoggiata con confidenza sulla spalla del ragazzo, la infastidì inconsciamente provocandole un balzo allo stomaco.
Niente stava andando per il verso giusto.
Con Sebastian aveva combinato un casino, e solo Dio sapeva cosa sarebbe successo adesso. Conosceva bene il suo ragazzo... 
o forse ex ragazzo?
Lo conosceva bene, e sapeva quanto fosse inquadrato e preciso, quindi era abbastanza intelligente da capire che tutto quella storia avrebbe avuto delle serie ripercussioni sulla sua psiche abituata all'andamento lineare della sua vita.
Sebastan era un ragazzo preciso.
Preciso e deciso, sapeva quello che voleva e lei sapeva benissimo quanto avesse fatto fatica inizialmente a lasciarsi andare nella loro relazione. Aveva dovuto faticare perché si aprisse con lei e quando lo aveva fatto tutto era diventato quasi idilliaco, probabilmente la cosa più travolgente che avesse mai provato nella sua vita.
Adesso, si sentiva svuotata.
L'idea che potesse in qualche modo sentirsi tradito da lei la martoriava, tanto quanto quella mano appoggiata confidenzialmente ed innocentemente sulla spalla dello shadowhunter a pochi passi da lei la stava torturando da quando l'aveva notata.
Il bip troppo ravvicinato nel suo orecchio la destò dai suoi pensieri, riportandola alla realtà.
Nessuna risposta.
Digitò rapida il numero di Laurance, riportando il telefono all'orecchio.
Non avrebbe voluto tirare in mezzo a quella storia il suo migliore amico, sapeva che in quel momento non avrebbe voluto saperne della fuga di Marshall, ma aveva bisogno di mettersi in contatto con l'Accademia e anche molto urgentemente.
Erano in pericolo, tutti loro.
Perché accidenti nessuno rispondeva?
Chiuse la telefonata sbuffando esasperata.
Nessuno sembrava avere il telefono sotto mano, o forse Marshall aveva già fatto il suo ingresso all'Accademia? Una lieve tachicardia iniziò ad agitarla sempre di più.
Doveva fare qualcosa, e alla svelta.
Si guardò intorno alla ricerca del materiale che le sarebbe servito, ed in un attimo trovò tutto ciò di cui aveva bisogno. Infilò il telefono nella tasca e si diresse rapida verso uno degli aramdi addossati al muro presenti nell'ufficio di Alec. Aprì la vetrina, sentendo gli occhi di tutti i presenti sulla sua figura, ma non ci diede peso e continuò a fare ciò che stava facendo.
Recuperò le tre candele che aveva individuato e richiuse l'anta.
"Rose cosa stai facendo?" le chiese Alec guardandola mentre sistemava ordinatamente le candele per terra, formando un triangolo perfetto.
La ragazza non rispose, continuando a fissare le candele per terra e si portò al centro del triangolo disegnato da linee immaginarie sul pavimento.
"Igne succedat" esclamò chiaramente, senza rispondere alla domanda del ragazzo.
Le candele si accesero tutte insieme nello stesso momento e dei fili di fuoco unirono le tre candele, ormai diventate le punte di un triangolo perfetto.
"Cerca di contattare i suoi amici" rispose Magnus al suo posto, guadagnandosi per un attimo lo sguardo di Rose. Non aveva alcuna intenzione di collaborare con lui; in quel momento Rosalie Thorne avrebbe solo voluto vederlo lontano dall'Istituto.
Lontano da Alec.
Scacciò questi pensieri dalla sua mente rapidamente, doveva concentrarsi se voleva stabilire un contatto psichico con i suoi amici. E adesso era di vitale importanza riuscirci.
Passare le barriere dell'Accademia non era facile, lo sapeva bene, ma ci era già riuscita una volta e avrebbe sicuramente potuto rifarlo.
"Adesso silenzio" disse risoluta chiudendo gli occhi ed immaginando intensamente il volto del suo migliore amico. Arrivò con la mente all'Accademia, iniziando a scorrere rapida per tutti i corridoio che ormai aveva percorso innumerevoli volte ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a recepire la presenza di Laurance in nessuno luogo.0
Era come se Laurance Meyer non fosse lì.
Come poteva essere?
Aprì gli occhi preoccupata, torturandosi le dita pensierosa.
"Qualcosa non va?" le chiese Magnus.
"No" rispose secca, rendendosi conto subito di aver risposto un po' troppo d'impeto.
"Non riesco a trovare Laurance... provo con Edward" aggiunse sbuffando.
Richiuse gli occhi e si concentrò sulla ricerca della presenza dle ragazzo; non le ci volle molto per trovarlo, era in camera sua con Elisabeth.
Perché mai era in camera sua?!
"Ragazzi" pensò intensamente, e li vide ruotare gli occhi intorno a loro alla dua ricerca, quindi si affrettò a proseguire "non sono all'Accademia, sono ancora a New York... abbiamo un problema"
"Si abbiamo un problema bello grosso Rose" esclamò Elisabeth iniziando a camminare avanti e indietro nervosamente per tutta la stanza.
"Cos'è successo?" chiese la bionda intuendo subito il suo turbamento.
"Laurance è sparito" disse Edward precedendo l'amica.
"Che cosa?!" chiese sconcertata "come è sparito?"
"L'ho lasciato solo per qualche minuto... sono andato a prendere qualcosa da mangiare e quando sono tornato non c'era più" spiegò abbassando la testa rassegnato.
"L'abbiamo cercato in ogni posto Rose... non c'è, non sappiamo che fine abbia fatto... sono preoccupatissima, era fuori di sé" aggiunse Elisabeth torturandosi le mani nervosa.
"Merda" imprecò Rosalie "da quanto è sparito?"
"Ormai saranno un paio di ore"
"Dobbiamo trovarlo ragazzi"
"E pensi sia facile?!" sbottò innervosita Beth "l'ho cercato in ogni posto davvero, ho usato anche la meditazione e la ricerca spirituale ma niente... credo non voglia far ritrovare le sua tracce, credo abbia fatto un incantesimo anti tracciamento"
"Marshall è scappato" confessò Rose e subito i due ragazzi si bloccarono sul posto.
"Come Marshall è scappato?" sbottò Edward "com'è possibile?"
"Questo non lo so ancora... ma dovete proteggere a tutti i costi la copia del compendio dell'Accademia" aggiunse la bionda decisamente preoccupata.
"La cosa?" chiese Elisabeth senza capire.
Giusto. Loro non sapevano niente.
Merda, si stava complicando tutto.
"Marshall ha fatto uccidere Joseph Meyer per prendere la sua copia del Compendio... un libro scritto al pentagono anni fa che contiene tutti gli incantesimi oscuri"
"Il Pentagono? Ma cosa stai dicendo Rose?" chiese confuso il ragazzo.
"Vi spiegherò tutto, adesso non ho tempo... andate da De la Roux ed avvisatelo, proteggete quel Compendio a costo della vita... De la Roux e mio padre capiranno quello che vi ho detto" disse frettolosamente "ragazzi Marshall non deve trovare Laurance, dobbiamo trovarlo prima noi" aggiunse preoccupata. Se Tom Marshall avesse trovato suo figlio prima di loro sarebbe stato un grosso problema. La magia di Laurance era troppo potente, unita a quella di Marshall sarebbe stato un vero e proprio disastro; senza considerare lo stato emotivo di Laurie in quel momento, sicuramente precario... si fidava ciecamente di lui, ma adesso era una bandiera in balia del vento e sarebbe stato capace di tutto, lo sapeva. 
"Non vorrei che facesse qualche cazzata" aggiunse sempre più preoccupata. I due ragazzi compresero all'istante le paure della bionda e si concretizzarono velocemente anche in loro.
"Sarebbe un vero distastro... se Laurance si avvicinasse a Marshall per qualsiasi motivo non so se riuscirebbe a tenergli testa in questo momento" ammise Edward passandosi una mano tra i capelli "magari vuole cercare vendetta o cose del genere..."
"Laurie non lo farebbe mai" cercò di rassicurarli Rose, ma la voce le morì in gola al termine della frase. Sapeva ne sarebbe stato capace, sarebbe stato proprio da lui.
"Rose devi tornare qui, da soli non possiamo farcela" disse infine Beth.
Rose sospirò rassegnata, i suoi amici avevano ragione, avevano bisogno di lei all'Accademia e Laurance aveva bisogno di lei.
Dovevano trovarlo prima che lo facesse Marshall.
"Sistemo delle cose e torno lì... tenete d'occhio Martens ed il Compendio, non appena sarò lì ci occuperemo di Laurie" disse risoluta cercando di elaborare un piano.
Dovevano agire in fretta.
"Adesso vado, ci vediamo presto ragazzi" concluse e, prima che potessero aggiungere altro, la magia si interruppe riportandola repentinamente all'Istituto di New York.
Sbattè un paio di volte le palpebre, ancora intontita dal viaggio psichico appena compiuto e decisamente provata. Le sue gambe tremarono per un istante, poi si lasciò cadere per terra seduta sfinita.
"Rose tutto bene?"
Alec si precipitò da lei, sorreggendole le spalle delicatamente e guardandola in volto.
Annuì per non farlo preoccupare, ma il ragazzo continuò a fissarla insistentemente.
"Non hai una bella cera..." commentò serio sfiornadole il volto.
"Sono solo stanca..." disse flebilmente "adesso mi riprendo" cercò di rassicurarlo.
"E' meglio se ti riposi un po'..."
"Non posso, devo tornare subito all'Accademia"
"Che cosa?!"
"Laurance è scomparso" ammise angosciata guardandolo negli occhi "non vorrei facesse qualche pazzia ed andasse in cerca di Marshall... adesso che è a piede libero potrebbe succedere di tutto" aggiunse preoccupata. Alec la guardò intensamente, cercando di leggere le sue emozioni nel suo sguardo.
"Laurance Meyer è scomparso?" ripetè Jace credendo di non aver sentito bene.
Rose guardò il biondo ancora vicino alla porta ed annuì.
"Sì..."
"Stai tranquilla, non gli succederà niente" la rassicurò frettolosamente Alec "adesso abbiamo altro a cui pensare" aggiunse continuando a sorreggerla.
"No!" esclamò di botto allontanandosi dalla sua presa "non l'avete visto prima che io venissi qui... era distrutto, non so cosa sarebbe capace di fare adesso..."
"Cosa intendi dire?" indagò Magnus.
Rose abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente in colpa.
Il ricordo della loro discussione prima della notizia della morte di Meyer tornò nella sua mente, torturandola alla sola idea di aver contribuito al malessere del suo migliore amico.
Laurance c'era sempre stato per lei e, nonostante le avesse mentito, non lo aveva fatto apposta.
"Prima di venire qui abbiamo discusso... e poi ha scoperto della morte di Meyer" spiegò a bassa voce mangiucchiandosi l'unghia del pollice "è colpa mia se è scappato"
"Non è vero Rose, non colpevolizzarti" disse Alec.
"Cosa ne sai tu?" sbottò innervosita scattando in piedi "non lo sopporti da quando lo abbiamo conosciuto, andandosene ti ha fatto un favore probabilmente" aggiunse acida guardandolo. Il ragazzo si alzò in piedi a sua volta, guardandola dritto negli occhi.
"Hai ragione, non mi sta simpatico quello stregone. Ma credo si abbastanza intelligente da non andare a cercare Tom Marshall in questo momento"
"E' arrabbiato Alec. E' arrabbiato con tutti e si sente solo" gli fece notare la ragazza.
"Allora dobbiamo trovarlo. Non possiamo permettere che la situazione si complichi ancora di più" disse improvvisamente Jace interrompendo il loro dialogo.
Rose lo guardò per un istante, poi annuì.
"Io andrò a cercare Laurance" disse la ragazza "ma ho bisogno che qualcuno di voi venga all'Accademia con me per decidere come muoversi" aggiunse guardando seria i ragazzi.
Le loro espressioni incerte le lasciarono intendere il loro timore, quindi si affrettò a parlare.
"Al diavolo anche il Conclave!" sbottò incrociando le braccia al petto "non siamo più nella posizione di lavorare separati, dobbiamo collaborare!" esclamò convinta.
"Rosalie ha ragione" disse improvvisamente Sebastian entrando nella stanza, seguito da Isabelle, Clary e Jo. Lo sguardo di Rose venne calamitato immediatamente dal biondo e cercò i suoi occhi sorpresa, ma il ragazzo sfuggì al suo sguardo rapidamente.
"Grazie..." disse la ragazza a bassa voce, ma Sebastian non le rispose e continuò a parlare.
"Rosalie tornerà all'Accademia, Alec tu devi andare con lei, sei il capo dell'Istituto è giusto che sia tu a rappresentarci" aggiunse guardando il moro. Alec lo guardò confuso, spiazzato da come lo avesse lanciato senza alcun problema verso Rose, e la ragazza fu altrettanto stupita.
Rosalie fissò attentamente Sebastian, senza intuire le sue intenzioni.
Non l'avrebbe mai lasciata da sola con Alec prima, si sarebbe sicuramente proposto lui per accompagnarla... e forse in cuor suo un po' ci sperava. 
Cosa gli passava per la testa?
"E va bene, io andrò all'Accademia con lei... Jace, lascio tutto in mano a te qui" disse Alec rivolto al suo Parabatai "Magnus tu resterai qui, se ci sarà bisogno di uno stregone con te qui sarò più tranquillo..."
"Voglio venire anche io con voi" disse improvvisamente Jo, ma Alec fece un passo verso di lui e gli appoggiò una mano sulla spalla.
"Jo ho bisogno che tu resti qui con Isabelle" gli disse sotto voce ed il ragazzo intuì all'istante la sua preoccupazione per l'incolumità della sorella. Del resto, era reciproca.
"Baderò io a Rose, non ti preoccupare" aggiunse il moro, e Joel gli diede una pacca sulla spalla annuendo e si scambiarono uno sguardo d'intesa che non sfuggì agli occhi dei presenti.
"Alec dobbiamo andare" gli ricordò la bionda, impaziente di tornare all'Accademia e finalmente iniziare le ricerche di Laurance. Se gli fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonata.
Guardò quello che era stato il suo ragazzo per più di tre anni, e finalmente incrociò il suo sguardo blu. Riuscì a leggere tutta la delusione e la sofferenza che nascondeva dentro, ma non a lei; lei lo conosceva troppo bene ormai per farsi prendere in giro da quella maschera di falsa indifferenza che era molto bravo ad indossare.
Sempre così preciso e ligio alle regole, ma in realtà con un animo spaventosamente colorato. Sebastian non si mostrava molto facilmente; era timido e responsabile, ma il suo cuore probabilmente era il più grande che avesse mai conosciuto. 
L'idea di averlo deluso o in qualche modo fatto soffrire non le dava pace. 
Con la mente ripercorse rapida tutti i mesi passati senza di lui, tutti i mesi passati ad odiarlo e poi a compiangerlo e, adesso che ce l'aveva davanti a lei, era come se si fosse eretto un muro invisibile davanti a loro, che non gli permetteva di riavvicinarsi.
"Sebastian scegliti degli uomini e forma una squadra...vai ad Alicante ed iniziate le ricerche di Marshall... dobbiamo prenderlo prima che si allontani troppo da lì"
La voce di Alec raggiunse prepotentemente le orecchie di Rose, provocandole una dolorosa morsa allo stomaco.
"Sei impazzito?! Si afranno ammazzare" sbottò d'istinto verso il moro, rendendosi conto subito dopo di aver reagito in modo forse un po' troppo esagerato.
"Rose, qualcuno deve iniziare le ricerche" disse Alec guardandola attentamente.
"Si ma..."
"Prenderò Mills, Turner, Jackson e Steven... è meglio se non andiamo in troppi, non vorrei dare nell'occhio" si intromise Sebastian, come se neanche avesse sentito il commento della ragazza. Rose si voltò guardandolo spiazzata, cosa accidenti gli prendeva?
"E' una missione suicida!" esclamò sciogliendo le braccia dal petto.
Finalmente il biondo la guardò, ma nel suo sguardo lesse un'emozione che raramente aveva visto nei suoi occhi azzurri... rabbia e nervosismo.
I famosi e rispauti nervi saldi di Sebastian erano definitivamente saltati, e lei ne era la causa.
"Per l'Angelo!" imprecò sotto voce scuotendo la testa preoccupata ed incredula che il ragazzo avesse davvero accettato la missione e che nessuno dicesse niente.
"Qualcuno deve pur farlo, e oggi tocca a me" disse il ragazzo fissandola negli occhi.
"Si ma siete in cinque! E Tom Marshall è pericoloso, molto pericoloso e..."
"Sono uno shadowhunter Rosalie, è questo quello che facciamo. Lottiamo, andiamo in missione, uccidiamo demoni... siamo cacciatori" replicò svelto il ragazzo. Prima che Rose potesse rispondere, si intormise Jo.
"Sebastian ha ragione Rose... qualcuno deve andarci e Sebastian è uno dei migliori shadowhunter" disse guardando la sorella "non ti preoccupare, sa cavarsela" aggiunse dandogli una pacca sulla spalla.
"Ma siete fuori di testa?" chiese allibita guardandosi intorno "Tom Marshall è pericoloso"
"Proprio per questo va fermato" affermò Sebastian guardandola distaccato. 
"Andrò io con lui" disse Clary attirando l'attenzione di tutti "è meglio se vado anche io... dei poteri angelici potrebbero essere d'aiuto" aggiunse guardando il biondo.
Sebastian la guardò a sua volta e si scambiarono un sorriso d'intesa.
Rose li osservò attentamente ed inclinò la testa appena per guardarli meglio. Il suo senso senso le fece scattare qualcosa dentro e quello che sentì non le piacque per nente. 
Strano, c'era qualcosa di strano in quello sguardo.
"Adesso andate, si è fatto tardi..." disse Magnus "non appena sarete andati via, attiverò una barriera intorno all'Istituto" aggiunse guardandosi intorno, ma Rose continuò a fissare Sebastian, in piedi a qualche metro da lei e totalmente preso dallo sguardo della rossa.
"Alec vieni un attimo... devo chiederti delle cose sulle misure di sicurezza dell'Istituto prima che tu vada" disse Magnus indirizzandosi verso il corriodio, e subito Jace si incamminò dietro di lui svelto con il tablet in mano pronto per prendere direttive. 
"Arrivo subito" le disse Alec uscendo a sua volta dalla stanza per seguire i due ragazzi.
Rose sospirò guardando l'orologio impaziente; Laurance era già sparito da troppo tempo, trovarlo sarebbe stata un'impresa, senza considerare che sarebbe potuto essere in ogni angolo remoto della terra... sapeva bene quanta fantasia potesse avere quel ragazzo.
"Ragazzi intanto venite, vi do le vostre armi" disse Isabelle rivolta verso Sebastian e Clary, poi guardò Rose e tentennò per un istante.
"Buona fortuna Rose... fateci sapere se trovate Laurance e se avete bisogno di aiuto chiamateci" le disse con un sorriso incoraggiante. Rosalie ricambiò il sorriso, felice che suo fratello avesse trovato una persona così bella da avere al suo fianco. Izzy era gentile, dolce, buona, ma allo stesso tempo decisa e con le palle.
Perfetta per Joel.
"Stai attenta piccoletta" disse suo fratello distogliendola dai suoi pensieri. Le fece un'occhiolino e Rose accennò un sorriso guardandolo meglio. Non poteva vivere senza suo fratello.
"Stai attento tu piuttosto" rispose cercando di sembrare più tranquilla possibile.  Jo annuì ricambiando il sorriso e le accarezzò la schiena, poi si allontanò. I due fratelli si scambiarono un'ultima occhiata ed i quattro ragazzi uscirono dalla stanza lasciandola sola.
Rose fissò la schiena di Sebastian allontanarsi dall'ufficio di Alec, rendendosi conto di come non si fossero neanche salutati ne guardati in faccia, nonostante la precarietà del momento. 
Ancora una volta, non sapeva se l'avrebbe più rivisto.
Un muro.
Si era alzato un muro tra loro.
Era questo che voleva?

Claimed by the shadows - II VolumeNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ