Sebastian

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CAPITOLO 23 "Sebastian"

Sbatté le palpebre un paio di volte credendo di avere le allucinazioni, ma l'immagine di Rose restava sempre davanti ai suoi occhi, sfilando verso di loro avvolta da uno strano alone luminoso che la rendeva ancora più bella del solito.
Stava forse impazzendo? No, Rosalie Thorne era davvero all'Istituto di New York.
A prima vista, gli sembrò subito ci fosse qualcosa di diverso in lei, ma non riuscì a capire cosa.
Sembrava sicura di sé, e per un istante si chiese con una sensazione di fastidio allo stomaco se quella sicurezza fosse dovuta dalla vicinanza con il ragazzo al quale stava camminando affianco.
Raggiunsero il tavolo sotto lo sguardo attonito di tutti, mentre il silenzio regnò sovrano per una manciata di secondi e gli sguardi erano fissi sui ragazzi appena entrati, poi Jo ruppe il silenzio.
"Per l'Angelo Rose..." disse scuotendo la testa "cosa cavolo ci fai qui" aggiunse sorridendo ed abbracciando di getto la sorella senza farselo ripetere due volte.
La ragazza ricambiò subito l'abbraccio, sorridendo a sua volta visibilmente felice.
"Vengo a salvarvi il culo ancora una volta, mi sembra ovvio" disse ironica tirandogli un pugno delicato sul braccio. Sciolsero l'abbraccio e si osservarono a vicenda per poi girarsi verso tutti i presenti. Rose li guardò uno ad uno, ma evitando accuratamente lo sguardo di Sebastian, e lui se ne accorse immediatamente.
"Ciao ragazzi... sono felice di rivedervi tutti" salutò tutti con un cenno della mano con fare piuttosto imbarazzato.
"Che bello che tu sia qui!" esclamò Izzy sorridente.
Il biondo fissò attentamente la mano della ragazza, notando svariati anelli che non le aveva mai visto indossare prima; poi, finalmente, gli occhi azzurri della ragazza incrociarono il suo sguardo blu, calamitati come se fossero poli di cariche opposte che non potevano stare distanti.
Si fissarono per qualche istante a disagio, restando in silenzio.
Rose aprì la bocca per dire qualcosa, ma non uscì alcun suono, mentre il volto di Sebastian si aprì in un sorriso tirato di circostanza piuttosto imbarazzato, non sapendo bene come reagire alla presenza della ragazza.
Se fosse stato per lui, sarebbe corso a baciarla immediatamente, soprattutto considerando l'ultima notte passata insieme qualche settimana prima; ma sapeva che nessuno dei presenti sarebbe dovuto venire a conoscenza del loro incontro e soprattutto la presenza di Alec avrebbe sicuramente messo in imbarazzo Rose.
Il sorriso si spense sul suo volto all'ultimo pensiero ed abbassò lo sguardo sul tavolo imbarazzato.
Non sapeva come comportarsi, ne cosa dire ne cosa fare, mentre tutti li osservavano in attesa di una qualche reazione. Poté avvertire distintamente lo sguardo di Alec fisso su di lui, ad analizzare precisamente ogni sua mossa ed ogni sua reazione, mentre pregava con tutto sé stesso di mantenere il controllo e non correre dalla ragazza; Rose, lo avrebbe ucciso.
Per intervento divino, Isabelle decise di prendere parola.
"Ragazzi ascoltate... perché non lasciamo due minuti a Rose e Sebastian" disse guardando tutti i presenti "non si vedono da molto, immagino abbiano parecchie cose da dirsi..." aggiunse sorridendo alla ragazza. Rose ricambiò il sorriso, facendole un cenno di ringraziamento con la testa.
"Grazie..." disse a bassa voce "torniamo subito..." aggiunse incamminandosi svelta verso il corridoio adiacente, non prima di aver lanciato un'occhiata nervosa ad Alec che la fissava seriamente. Sebastian notò lo scambio di sguardi, ma la seguì in silenzio, totalmente confuso su come comportarsi. Incrociò per un istante gli occhi verdi di Clary, ma distolse subito lo sguardo.
"Scusate..." disse solamente, prima di allontanarsi dietro alla strega piuttosto teso.
Sbucarono nel corridoio adiacente e si incamminarono in silenzio verso un luogo più appartato.
Tutti credevano che fosse la prima volta che parlavano da quando Sebastian era tornato in vita, ma non era così e loro lo sapevano fin troppo bene.
Il ragazzo continuò a seguirla, fissando la sua schiena pensieroso. Non si era mai voltata da quando erano usciti dalla centrale operativa, ma lui moriva dalla voglia di baciarla e capire se anche lei avesse voglia di baciarlo.
Le sembrava strana, diversa rispetto al solito.
Aveva qualcosa che la rendeva diversa, ma non riusciva a capire cosa.
Il suo sguardo cadde sull'orlo della gonna corta sfiorarle le cosce, ma subito distolse lo sguardo appoggiando la mano sul suo pugnale angelico ancorato alla gamba per scaricare la tensione; quelli non erano di certo pensieri consoni al momento, ma era più forte di lui.
Desiderava la ragazza davanti a lui, dal momento in cui l'aveva conosciuta.
Sospirò esasperato.
"Rose adesso siamo soli... si può sapere che..." non fece in tempo a finire la frase, perché la ragazza si voltò di scatto e lo spinse rapidamente facendo leva sul suo petto dentro una porta affianco a loro, ritrovandosi in un bagno. Rose con uno scatto si avvicinò a lui, lasciandolo spiazzato, e si fermò a pochi centimetri da lui.
"Insonoro" decretò secca sotto lo sguardo confuso del ragazzo e, prima che potesse dirle qualcosa, avvolse il suo collo con le braccia spingendolo contro il muro con forza ed unì le loro labbra come se fosse una bombola di ossigeno.
Sebastian restò spiazzato per un istante, ma si riprese immediatamente dalla sorpresa e le sue mani afferrarono subito la vita della ragazza per attirarla di più a sé. Schiusero le labbra a vicenda senza resistere un attimo di più, iniziando a giocherellare con le lingue. Le mani del ragazzo scivolarono veloci sotto la gonna troppo corta della ragazza, risalendo lentamente sul suo addome piatto e sfiorando il piercing sull'ombelico.
Sorrise divertito sulle sue labbra e la ragazza si allontanò appena per farlo parlare.
"Non ti sei ancora tolta questo coso?" le chiese divertito riunendo immediatamente le loro labbra. Si baciarono famelici, incapaci di staccarsi, come non facevano da troppo tempo.
"So che lo odi... ma a me piace" farfugliò Rose continuando a baciarlo.
"Non potrei mai odiare niente di te" farfguliò sotto voce. Sebastian afferrò la testa della ragazza, affondando la mano nei suoi capelli biondi, e la spinse ancora verso di lui, approfondendo il bacio. L'altra mano scivolò rapida sul corpo della ragazza, e con uno scatto invertì le posizioni intrappolandola tra il suo corpo ed il muro dietro la sua schiena.
Si staccò da lei, allontanandosi solo di qualche centimetro e la guardò negli occhi intensamente.
Il loro respiro irregolare soffiava sincronizzato, mentre il petto della ragazza si alzava e si abbassava velocemente cercando di regolarizzare la frequenza respiratoria.
Sorrise malizioso notando le guance arrossate dall'eccitazione di Rose.
"Allora? Dobbiamo ignorarci e fingere che non sia mai successo niente l'altra notte?" le chiese sotto voce, abbassando lo sguardo sulle sue labbra. Sfiorò con il pollice le sue labbra rosee, desiderando di baciarle ancora, all'infinito, finché non avrebbe recuperato tutte le volte in cui non aveva potuto farlo negli ultimi due anni.
Per l'Angelo, quella ragazza sembrava essere stata creata per farlo impazzire.
Rose si morse il labbro nervosa, guardandolo a sua volta.
"Non possono sapere che sono stata qui..." disse flebilmente, priva di tutta la sicurezza ostentata fino a poco prima fuori da quel bagno e Sebastian sorrise divertito.
"Certo che no..." sussurrò riunendo le loro labbra per un veloce bacio "e quindi? Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo far finta di niente?" le chiese piuttosto teso, appoggiando le mani sul muro affianco alla sua testa. La osservò attentamente alla ricerca di una risposta, l'idea che volesse nascondere tutto lo infastidiva, lo infastidiva da morire, ma poteva comprendere le sue ragioni.
Rose sospirò, abbassando lo sguardo per qualche istante sulle labbra invitanti del ragazzo.
"Ci comporteremo come se non sapessimo com'è la situazione, come se non avessimo chiaro cosa siamo..." disse rialzando gli occhi nei suoi "che poi non è altro che la verità" precisò incerta.
Il ragazzo incassò il colpo, cercando di non mostrare le emozioni funeste dentro di lui.
Avrebbe volentieri preso a pugni il muro, e perché no, anche Alec Lightwood.
Ma non poteva farlo.
Conosceva bene Rose, e sapeva che quando aveva intenzione di fare la stronza, le riusciva particolarmente bene; eppure non riusciva proprio a capire perché si stesse comportando così in quel momento. L'ultima volta che si erano visti gli aveva detto di essere indecisa, ma gli aveva detto anche di essere innamorata di lui, allora perché adesso ritrattava tutto?
"Che ti prende?" le chiese guardandola attentamente, ma la ragazza distolse lo sguardo dal suo.
"Niente... dico solo le cose come stanno" disse vaga.
Sorrise amareggiato guardando altrove per un istante, tornando subito dopo a guardarla negli occhi ed avvicinandosi ulteriormente a lei, fino a sfiorarle le labbra.
"d'accord, comme tu veux..." disse a bassa voce "ma questo vale per tutti e due..." aggiunse, notando come la ragazza avesse alzato lo sguardo al suo accento francese. S
apeva che lo adorava.

Rose lo fissò interrogativa, senza capire a cosa stesse alludendo.
"Cosa intendi dire?"
"Che finché cercherai di capire se sei innamorata di me o di Alec Lightwood non me ne starò a guardare... la vita va avanti per tutti e due Rose" soffiò serio sulle sue labbra, guardandola intensamente. La ragazza trattenne il respiro, cercando di comprendere le parole del ragazzo, ma per quanto si sforzasse, l'unica soluzione che le veniva in mente il suo cervello si rifiutava di accettarla.
Con uno scatto annullò la distanza tra le loro labbra, baciando nuovamente di scatto il ragazzo. Ripresero a baciarsi con foga, senza riuscire a staccarsi l'uno dall'altra. Rose invertì di nuovo le posizioni, facendo scontrare il ragazzo contro il muro che ridacchiò divertito.
"C'était très intense..." farfugliò sulle sue labbra tra un bacio e l'altro, infilando le mani sotto la maglietta della ragazza.
"Smettila... di... parlare in francese..." farfugliò contrariata tra un bacio e l'altro "lo sai che mi fa impazzire" aggiunse affondando le mani nei capelli biondi di Sebastian.
Senza alcuno sforzo, la prese in braccio e la appoggiò sul ripiano con i lavandini, mentre le sue mani scivolarono delicatamente sulle sue cosce lisce. Rose abbandonò la testa nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo che avrebbe riconosciuto tra mille.
Era come una droga.
Improvvisamente, la ragazza lo fermò appoggiandogli una mano sul petto e lo allontanò appena da lei per guardarlo negli occhi. Sebastian la guardò interrogativo, senza capire cosa le passasse per la testa.
Rose era sempre stata un'incognita, era sempre stata lunatica, ma da quando era tornato in vita lo stava facendo impazzire con i suoi colpi di testa.
"Dobbiamo tornare dagli altri..." gli disse incerta mordendosi il labbro "se restiamo qui dentro capiranno che c'è qualcosa..."
"Rose... pensano che non ci vediamo da due anni circa" le ricordò trattenendo un sorriso ripensando al loro precedente incontro "penso di avere il diritto di parlare con te almeno per un po'" aggiunse allargando le braccia, ma Rose rimase in silenzio continuando ad osservarlo.
Sebastian la fissò per un istante, poi sospirò rassegnato e si allontanò da lei per farla scendere. Si voltò di spalle mentre la ragazza si rimetteva in piedi, cercando di non soffermarsi su di lei mentre si sistemava i capelli disordinati e la gonna stropicciata guardandosi allo specchio.
Il senso di vuoto che provava era fastidioso e quasi doloroso.
Rose aveva il potere di farti sentire dieci metri sopra il cielo, e con la stessa rapidità ti spediva sotto terra.
Si sbottonò il primo bottone della camicia che gli stringeva insopportabilmente sul collo,facendo un bel respiro per riacquistare il controllo, poi la voce di Rosalie lo richiamò.
"Sebastian"
Non si voltò, continuando a fissare il vuoto davanti a lui.
Non era certo di riuscire ad accettare che la sua ragazza fosse incerta tra lui ed un altro. Non era certo di poter sopportare che il cuore di Rose fosse diviso ed incerto.
Per tutto quel tempo passato nella prigionia di Jonatahan Morgenstern non aveva fatto altro che pensare a lei, Rose gli aveva dato la forza di resistere e adesso non sapeva più cosa provava per lui. Ci aveva messo così tanto a decidersi per lasciarsi andare con lei, ci aveva messo così tanto a far crollare le sue barriere, e adesso non aveva più alcuna certezza.
Sapeva che sarebbe stato irrazionale da parte sua prendersela con la ragazza, dopotutto era morto e lei si era semplicemente ricostruita una vita; eppure in quel momento era terribilmente incazzato con lei e non riusciva a sopportarlo.
"Sebastian" lo richiamò la ragazza con scarsi risultati.
Un rumore alle sue spalle gli fece immaginare che Rose si fosse spostata, ed infatti comparve all'improvviso nel suo campo visivo.
Non abbassò lo sguardo per guardarla negli occhi, non ce l'avrebbe fatta.
"Sebastian io... scusami" disse con voce rotta ed attirando finalmente lo sguardo azzurro del ragazzo su di lei. La osservò in silenzio, meditando su quello che le avrebbe voluto dire.
"Io sono venuta qui in missione, per sistemare tutta questa storia una volta per tutte... siamo vicini alla fine... non posso distrarmi, devo concentrarmi su questo" aggiunse guardandolo intensamente "lo capisci?"
Il ragazzo annuì distogliendo lo sguardo, la capiva anche fin troppo bene.
Erano anni che non faceva altro che portare a termine i suoi doveri angelici, con dedizione e sacrificio. Da quando era nato gli avevano inculcato questo senso del dovere, del rispetto delle regole e del proprio lavoro. Ma adesso... adesso che aveva capito tutto quello che si sarebbe potuto perdere, aveva cambiato visione delle cose.
Il suo punto di vista era cambiato.
Aveva capito quanto potesse essere beffarda la vita.
"Non sarei neanche dovuta venire qui da sola ma... all'Accademia abbiamo avuto dei problemi" disse sospirando ed appoggiandosi al ripiano del bagno "Laurance ha scoperto che Meyer è morto e non ha reagito molto bene... quando sono partita per venire qui a New York sembrava in stato catatonico" spiegò mordicchiandosi l'unghia del pollice nervosa "devo dimostrare di poter portare a termine una missione da sola, senza combinare casini, senza farmi travolgere sempre dalle mie questioni sentimentali" aggiunse decisa "mi hanno dato fiducia e non posso deluderli... devo sapere tutto sull'aggressione a Meyer"
Sebastian rimase in silenzio osservandola con sguardo vuoto.
Rose non era più la ragazza di una volta, adesso era una strega e, per quanto in questo momento non lo immaginasse minimamente, era anche una shadowhunter e si stava rivelando degna di essere tale. Provava un orgoglio infinito per lei, era fiero di vedere come molte delle sue debolezze che aveva sempre cercato di nascondere fossero state in realtà colmate. Probabilmente stava solo aspettando di sbocciare, e stava diventando un fiore davvero bellissimo. 

Bellissimo, ma pericoloso.

Quando aveva deciso di abbattere le sue barriere ed i suoi dubbi per stare con lei, sapeva sarebbe arrivato questo giorno. Sebastian sapeva che prima o poi Rose gli avrebbe inferto un duro colpo in futuro, e quel futuro adesso era lì, era diventato presente.
"Sebastian io... spero tu capisca che in questo momento non posso mettere in chiaro niente, con nessuno... devo mettere in secondo piano il mio cuore per dare la priorità a tutto il resto" disse la ragazza riportandolo alla realtà "devo raccogliere informazioni e tornare subito all'Accademia..." aggiunse guardandolo tesa.
Sebastian la osservò ancora qualche istante, comprendendo improvvisamente cosa avrebbe dovuto fare. Se ami qualcuno lascialo andare gli avevano sempre detto... e lui non sarebbe potuto esserle d'aiuto in quella situazione. Ma qualcun'altro sì. 
Si avvicinò alla ragazza, e sfiorandole delicatamente la guancia le passò un dito sotto al labbro inferiore, sistemandole il rossetto ed eliminando la traccia sbavata che avrebbe tradito la verità di quell'incontro. Rose sussultò al suo tocco inaspettatamente dolce, privo della passione di poco prima ma carico di tutto l'amore del mondo e si perse nei suoi occhi azzurri.
Sebastian indugiò per qualche istante sulla sua guancia.
Riuscì ad avvertire distintamente il respiro caldo della ragazza sulle sue labbra, e si guardarono così intensamente che per un attimo credette di cedere di nuovo ma, alla fine, quando Rose si sporse in avanti per annullare la distanza tra loro d'istinto, fece un passo indietro, allontanandosi da lei e lasciandola di stucco.
"Allora credo che tu stia perdendo tempo qui con me..." disse sotto voce rispondendo al suo sgardo interrogativo.
"Alec saprà sicuramente come aiutarti per portare a termine la tua missione" concluse serio. Osservò lo sguardo spiazzato della ragazza ma, prima che potesse dirgli qualcosa o che potesse ripensarci, si fiondò fuori da quel bagno carico di emozioni contrastanti.
Lontano da Rosalie.
Si incamminò nel corridoio velocemente e confuso, senza neanche udire il rumore della porta richiudersi alle sue spalle. Camminò sempre più veloce, dirigendosi verso il portone d'ingresso dell'Istituto, ormai incurante di tutto ciò che stava accadendo intorno a lui.
Aveva preso la sua decisione, aveva reso tutto più facile.
Non avrebbe interferito con la sua missione, non avrebbe interferito con la sua vita. Se Rose desiderava quello, allora non si sarebbe più immischiato ed Alec, come capo dell'Istituto, sarebbe sicuramente stato più utile di lui avendo più informazioni e potere. Non avrebbe permesso al loro rapporto di rovinare tutto ciò che Rose aveva costruito fino a quel momento e se lei era andata avanti avrebbe potuto farcela anche lui. 
Si sentiva legato, si sentiva obbligato a rispondere ai suoi doveri angelici, si sentiva in gabbia nonostante avesse ritrovato al libertà.
Doveva andarsene da lì.
Adesso.
Si aprì anche il secondo bottone della camicia continuando a camminare nervosamente, mentre strinse con nervosismo nella mano il manico della sua lama angelica fissata sulla coscia.
Stava per esplodere di rabbia, ma non era il caso di farlo lì, in quel momento.
Improvvisamente, una voce conosciuta, ma inaspettata, fermò la sua avanzata.
"Sebastian... aspetta!"
Si voltò sorpreso verso Clary, incurante del fatto che probabilmente gli si leggesse in faccia che avrebbe volentieri distrutto tutto in quel momento.
Cercò di trattenersi il più possibile ed indossando una maschera inespressiva guardò interrogativo la ragazza. La rossa sussultò guardandolo, notando immediatamente che ci fosse qualcosa che non andava.
"Sono venuta a vedere dove eravate, dovremmo iniziare a parlare di... stai bene?" gli chiese preoccupata. Sebastian aprì la bocca per rispondere, ma le parole gli morirono in gola e distolse lo sguardo a disagio mentre gli occhi iniziarono a pizzicargli. 
No, non stava bene. Stava andando tutto a puttane.
"Scusa Clary io..." disse guardandosi intorno "io devo prendere una boccata d'aria" aggiunse visibilmente confuso. La rossa lo guardò comprensiva, intuendo ci fosse qualcosa che non andava, ma prima che potesse dirgli qualcosa, si incamminò nuovamente a passo spedito verso l'uscita dell'Istituto ed in pochi secondi uscì finalmente all'aria aperta.
Respirò a pieni polmoni chiudendo gli occhi, cercando di calmarsi, quando la voce di Clary raggiunse di nuovo le sue orecchie, questa volta più dolcemente.
"Se hai voglia di parlare... sono piuttosto brava ad ascoltare"
Si voltò alla sua sinistra, osservando la ragazza appoggiata al muro con le braccia conserte sorridergli. Voleva stare da solo in quel momento ma... la compagnia di Clary non gli sembrò così male in quel momento, quindi ricambiò il sorriso. 

Colpo di scena!
Finalmente Rose e Sebastian si sono confrontati e Sebastian ha preso la sua decisione. Che ne pensate? Ha fatto bene e riuscirà ad andare avanti o tornerà sui suoi passi? E Rose come la prenderà? Fatemi sapere cosa ne pensate!

Claimed by the shadows - II VolumeWhere stories live. Discover now