Solo una maglietta nera

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CAPITOLO 7 "Solo una maglietta nera"

Avviso: in questo capitolo saranno descritte delle scene hot. 

Camminarono lentamente nel corridoio dell'Istituto in silenzio, finché Sebastian decise di parlare "sono felice di diventare il tuo Parabatai..." ammise ridacchiando per la prima volta dopo mesi "forse questa volta ce la faremo a fare l'incisione della runa, prima che succeda qualche altro imprevisto..."
Joel guardò l'amico soddisfatto "finalmente vedo un sorriso..." commentò divertito "sono felice anche io... sei il mio migliore amico da quando ci siamo conosciuti e nessuno mi capisce come te..."
"Quando combatto con te mi sento più forte" ammise il ragazzo continuando a guardarlo.
"E poi dicono che i francesi sono stronzi..." lo prese in giro Joel dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Sebastian fece una smorfia di dolore "la Iratze non mi ha guarito del tutto... vacci piano" lo ammonì senza smettere di sorridere.
Joel sollevò le mani in segno di scuse "non pensi di dover avvisare la tua famiglia che sei vivo? Aline era distrutta... mi hanno detto che qualche mese dopo aver trovato il tuo corpo si è presentata qui e ha fatto a pugni con Clary..."
Sebastian continuò a camminare affianco all'amico "Aline? Si è nel suo stile..." commentò divertito.
La cugina aveva sempre avuto un temperamento molto focoso, ci voleva poco per mandarla su di giri. Era certo che non avesse accettato facilmente la sua morte, dopotutto erano cresciuti come fratelli finché non era stato mandato all'Istituto di Parigi. Si erano sempre coperti le spalle a vicenda, nonostante la distanza.
Joel rise "si hai ragione... è proprio nello stile di Aline" confermò divertito.
"Devo... devo farti una domanda Jo..." farfugliò il ragazzo a disagio. Doveva assolutamente togliersi quel dubbio che si era insinuato nella sua mente da ore "sarò diretto, senza troppi giri di parole... perché Alexander Lightwood si scalda così quando si parla di Rosalie?" chiese piuttosto in imbarazzo. Vide lo sguardo dell'amico vagare in giro a disagio, mentre la risposta tardò un po' troppo ad arrivare.
Sorrise amareggiato "come immaginavo..." decretò guardando davanti a sé. Dopotutto non poteva certo sperare che Rosalie fosse rimasta lì ad aspettarlo... era morto.
"Non è come pensi... cioè si lo è, ma non lo è" disse subito Joel cercando di rimediare. Non ci aveva capito molto neanche lui della storia tra sua sorella e Alec, ma qualcosa aveva intuito e Isabelle glielo aveva confermato.
"So che c'è stato qualcosa tra di loro, ma niente di ufficiale... quando sei sparito Rose era distrutta, non ha mangiato e non è uscita di casa per due mesi... ha anche perso la gara All Star, e sai quanto tenesse a quella dannata competizione di cheerleader..." disse ritornando con la mente a quei momenti. Sua sorella era cambiata da quando Sebastian era sparito dalla sua vita; aveva perso quella sicurezza che aveva sempre ostentato e quella solarità che l'aveva da sempre caratterizzata... quando era andato a New York l'aveva vista decisamente meglio, entrare nel mondo Invisibile le aveva fatto bene, le aveva ridato quel qualcosa che le mancava; ma nonostante quello le era rimasta una insicurezza di fondo che non era riuscita a togliersi. 
"Io sono dovuto tornare a San Diego, c'era bisogno di me all'Istituto e poi non ho più avuto tue notizie... mi è arrivata voce che eri andato da qualche parte a disintossicarti di Yin fen o l'Angelo sa solo cosa, ma nessuno sapeva dove fossi finito. Ti ho cercato molto Sebastian... sono stato a Londra, a Parigi, in qualsiasi posto potesse avere un collegamento con te, ma ovviamente non eri in nessuno di questi posti" disse amareggiato "per fortuna c'era Lily con Rose a Santa Barbara, ma poi ha mollato tutto improvvisamente... cheerleader, amici, i miei... si è trasferita qui a New York, è entrata alla Columbia, ha fatto qualche mese e poi si è ritrovata nel mondo invisibile" concluse guardando l'amico in attesa di una sua reazione.
Sebastian scosse la testa "se solo avessi saputo che lei era qui, mentre io ero chiuso nello sgabuzzino di uno psicopatico..." disse sorridendo amareggiato.
"Già..."
"Quando l'ho vista io... mentre ero nel portale..."
"Come stava?" chiese subito il ragazzo.
Sebastian ripensò a quel momento, alla a quale non aveva fatto altro che pensare da ore "bene... suppongo. Absolument magnifique, comme toujours" disse con un sorriso "credi che sia riuscita a scappare da quei demoni?" chiese visibilmente preoccupato.
Joel scoppiò in una fragorosa risata "non ti preoccupare... sono sicuro che li abbia dato il buon servito da parte nostra. Non hai idea di cosa abbia fatto durante una delle ultime missioni a cui ha partecipato qui a New York... ha fatto esplodere tutti i vetri di un'intera via..." ricordò divertito il ragazzo, facendo sorridere Sebastian "non riesco ad immaginarmela in missione come shadowhunter" ammise sincero pensando alla ragazza. Aver dovuto tenerla sempre fuori dal mondo nascosto non rendeva semplice accettare che lei in realtà ne facesse parte.
Joel gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla "ti assicuro che è molto più strega di quanto non sia una shadowhunter... è teatrale, non riesce a passare inosservata" commentò divertito.
"Rose non è mai passata inosservata" gli fece notare Sebastian.
"Anche questo è vero" ridacchiò Joel.
Si fermarono davanti alla porta della stanza e, dopo aver atteso qualche istante, entrarono all'interno "ecco, è questa qui..." disse Joel girando intorno al letto.
I ragazzi si guardarono intorno e, la prima cosa che saltò immediatamente all'occhio di Sebastian, furono gli svariati oggetti nella camera che riconobbe appartenere alla vecchia proprietaria della stanza.
Restò in silenzio per qualche minuto, analizzando i mobili e tutto ciò che aveva intorno, cercando di controllare la miriade di emozioni che lo stavano travolgendo. Si avvicinò alla scrivania, notando un libro che aveva tutta l'aria di essere un grimorio di magia ancora sul tavolo. Sfiorò la copertina del libro, aprendolo poi nella pagina in cui c'era un segnalibro. L'idea che le dita della ragazza avessero sfogliato quelle pagine lo facevano sentire in qualche modo sereno, come se potesse averla lì vicino a lui ancora una volta. Sapeva che la sua assenza immotivata l'avrebbe portata a dimenticarlo. A farla andare avanti.
Rosalie non era una che si fermava, probabilmente aveva pensato che fosse solo l'ennesimo stronzo che incrociava la sua strada. L'idea che avesse avuto qualcosa con Alexander Lightwood gli corrodeva il fegato, ma cercò di non pensarci, non era quello il momento di creare lesioni all'interno del gruppo.
La voce di Joel ruppe il silenzio "penso stesse studiando come aprire un portale prima di..." sospese la frase, abbassando lo sguardo in difficoltà.
Sebastian richiuse il libro e si voltò verso l'amico "direi che ha imparato più che bene..." commentò facendo sorridere il ragazzo "si, penso sia diventata brava..."
L'attenzione di Sebastian fu attirata da una maglietta abbandonata sulla poltrona nell'angolo della stanza. Si avvicinò prendendola tra le sue mani, toccando delicatamente il cotone morbido nero ed improvvisamente la sua testa fece un tuffo nel passato.

Claimed by the shadows - II VolumeWhere stories live. Discover now