Just before the battle

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CAPITOLO 34 "Just before the battle"

Accadde tutto così rapidamente che quasi nessuno di loro capì subito cosa stesse succedendo.

Quella fredda mattina di novembre, un paio di giorni dopo l'arrivo di Alec Lightwood all'Accademia delle arti occulte, tutto cambiò per sempre, segnando la fine dell'Accademia fondata molti anni prima da Albert Francis De la Roux.


Doposvariate ore passate nella concentrazione più profonda, immersa nel potere delmentalismo e delle arti del pensiero, Rosalie venne distratta dallo scatto centenario e decisamnete rumoroso dellaserratura della porta.
Qualcuno stava interrompendo il suo allenamento.
Continuò a tenere gli occhi chiusi, senza guardare il suo interlocutore.
Non aveva bisogno di guardarlo per capire chi fosse, ne di ascoltare la suavoce.
Il potere della sua mente amplificavatutti i suoi sensi, facendole vedere con la mente ciò che con gli occhi nonpoteva vedere.
"De la Roux vuole parlarti"
"Mi stai disturbando"
"Ti vuole nel suo studio... subito"
Rosalie sbuffò scocciata, aprendo finalmente gli occhi e guardando il ragazzo fermosulla porta.
Alec la fissava con le braccia incrociate al petto, in una posa che dimostravala scarsa possibilità di obiettare ciò che aveva appena detto.
"E va bene..." affermò richiudendo il libro davanti a lei.
Si avvicinò alcaccitore con passo leggero, guardandolo con sguardo indagatore.
Quel giorno,Alec sembrava più nervoso del solito.
"Cos'hai?" gli chiese prendendolo in contropiede e fermandosi esattamentedavanti a lui.
"Niente"
"Non mentirmi, so riconoscere quando hai qualcosa ormai"
Il ragazzo sbuffò, sciogliendo le braccia e facendole ricadere lungo i finahcisconsolato.
"Non lo so..." ammise distogliendo lo sguardo dagli occhi di ghiaccio dellastrega "oggi sono nervoso"
"Ti sei svegliato male?" ridacchiò Rose, ma Alec fece una smorfia che le lasciòintendere di non scherzare.
"Ti ha detto perché vuole vedermi il Maestro?"
"Sì, ma te ne parlerà lui... tu e Beth dovete fare una cosa"
"Io e Beth?" chiese stupita.
"Sì... da quanto non riposi Rose?"
"Da un po'"
"Dovresti dormire, non hai una bella cera"
"Stai cercando di dirmi che sono brutta?" ridacchiò la ragazza dandogli unaleggera pacca sul petto. Alec prese al volo la sua mano tra la sua, bloccandolasul suo petto prima che potesse allontanarsi da lui.
"Questo non potrei mai dirlo ne pensarlo" disse a bassa voce guardandola negliocchi.
Rose rimase in silenzio, guardandolo intensamente.
"Mi dispiace non averti dato fiducia Rose" disse improvvisamente il cacciatore"avevi ragione. Avevi ragione su tutto. La tua magia è preziosa e di sicuro nonè pericolosa... quello che puoi fare con la tua magia è...è..." farfugliò lasciandoin sospeso la frase, alla ricerca della parola che potesse descriverlo almeglio.
"Incredibile?" lo interruppe la ragazza.
"Sì, incredibile"
"Sì, lo è..." annuì Rose pensierosa.
"Cosa c'è che non va?"
"A volte mi capita di pensare a prima... quando esisteva solo il mondo deimondani e non avevo neanche idea dell'esistenza del mondo delle ombre..." dissedistogliendo lo sguardo dal ragazzo davantia sé "in un certo senso era più facile, era tutto più facile... adesso sentoil peso della responsabilità e per quanto io cerchi di agire sempre nel giusto...beh non sono certa di riuscirci sempre"
"Invece lo stai facendo benissimo"
Rose si sforzò di abbozzare un sorriso, poi fece cadere il discorso. 
"Che te ne pare dell'Accademia?" chiese Rose ed Alec sorrise.
"Ne sono rimasto piacevolmente sorpreso... " disse guardandola "siete unafamiglia qui..." aggiunse.
"Un po' come all'Istituto direi" ridacchiò rose sistemandosi i capelli.
"Già... per quello che è successo tra te eSebastian..." disse improvvisamente Alec, ma le parole gli morirono in gola eRose lo interruppe prima che potesse aggiungere altro.
"Sarebbe meglio non parlarne più"
"Invece sì... non avevo il diritto di arrabbiarmi, in fin dei conti... il tuoragazzo è sempre stato lui" disse il cacciatore abbassando lo sguardo.
"Non più"
Alec rialzò lo sguardo su Rose, cercando di analizzare la sua espressione.
"Ne avete parlato?"
"Diciamo che i suoi atteggiamenti sono stati più che chiari..."
"Ma non sembra essere ciò che vuoi..." commentò il ragazzo scuotendo la testarassegnato.
"Io non so cosa voglio Alec!" sbottò Rose alzando il tono di voce "io non loso... non so scegliere tra te e lui, va bene? E' la verità che volete sentiretutti? Bene... la verità è questa!" aggiunse nervosa.
"Io non ti sto chiedendo delle spiegazioni"
"Invece dovresti!"
"No Rose, la vita è tua io non voglio metterti pressioni più di quante tu nonne abbia già"
"Io non lo so Alec... sono confusa" disse abbassando lo sguardo "e sono cosìtravolta da tutto quello che sta succedendo con Marshall che non riesco neanchea fermarmi un attimo per pensare razionalmente a quello che sento dentro di me"
Il silenzio aleggiò nella stanza, lasciando in sospeso le parole della giovanestrega.
La verità era che, da quando era tornato in vita Sebastian, tutto si eracomplicato e per mesi non aveva fatto altro che concentrarsi sulla sua magia esul modo per fronteggiare Marshall e fermarlo.
Erano mesi che non aveva il tempo ne la forza di pensare a quello che stavasuccedendo dentro di lei.
Era più facile non affrontarlo.
"So che non è facile starmi vicino..." sospriò chiudendo gli occhi. Con grandesorpresa, sentì la mano calda del ragazzo sfiorarle la guancia, appoggiandosi poi delicatamente alla sua pelle.
Riaprì gli occhi per guardarlo meglio, incrociando subito il suo sguardo verdesmeraldo.
"Non mi ero reso conto di quanto fossiincredibile Rose..." ammise Alec guardandola intensamente "non finché non sonovenuto qui..." aggiunse sincero.
"Non c'è niente di incredibile in quello che faccio, se no sarei già riuscita afermare Tom Marshall"
"Hai dei poteri enromi... li devi solo allenare"
"Sono mesi che mi alleno per migliorare, ma è un po' di tempo che non vedomiglioramenti"
"Arriveranno, vedrai... quando meno te lo aspetti"
"Sono stanca Alec" ammise la ragazza distogliendo lo sguardo da suo.
Rosetrattenne il respiro cercando di ricacciare indietro le lacrime che stavano perscendere dai suoi occhi, quando improvvisamente, senza alcun preavviso, le suelabbra vennero avvolte dolcemente da quelle di Alec.
Le ci volle qualche istante per realizzare il fatto che il ragazzo la stessebaciando, poi si lasciò andare e chiuse gli occhi godendosi la morbidezza dellesue labbra dopo così tanto tempo.
La sensazione di benessere e sicurezza che le stava infondendo il ragazzo solocon un bacio, bastava a far sparire ogni sua preoccupazione in quell'istante,facendole sconnettere la testa almeno per qualche minuto.
Portò rapida le mani sulle sue guance, attirandolo a sé per approfondire ilbacio inatteso ed Alec non se lo fece ripetere due volte. Le sue maniscivolarono sulla vita stretta della ragazza, stringendola in una morsadelicata ma sicura e facendola aderire perfettamente al suo corpo.
Nella precarietà del momento, Rose si sentiva tuttavia ancorata a terra,sicura, completa dopo tanto tempo.
Il profumo vanigliato della ragazza invase le narici di Alec, costringendolo astringerla ancora più forte sé.
Improvvisamente, un rumore sordo li costrinse a separarsi lasciando in sospesoancora una volta il loro bacio.
"Cos'è stato?" chiese preoccupata Rose guardandosi intorno "qui dentro nondovrebbero sentirsi i rumori esterni..." aggiunse pensierosa.
"Non lo so" ammise Alec guardando il soffitto "ma probabilmente ci siamo Rose..."aggiunse tornando a guardare la ragazza "Tom Marshall è qui"
Rose trattenne il fiato, consapevole del fatto che era finalmente giunto ilmomento per cui si stava preparando da mesi.
Avrebbero affrontato Tom Marshall.
"Sembra che non riusciremo mai a finire quello che iniziamo..." disseguardando il ragazzo.
Nonostante il momento, ad Alec sfuggì un sorriso e le diede un rapido bacio astampo.
"Quando tutto sarà finito avremo tempo" disse continuando a sorridere "seipronta?"
"Devo esserlo..."
Si incamminarono veloci fuori dalla stanza ed uscirono nel corriodiodell'Accademia.
Dei rumori sordi provenivano dal piano sottostante e delle urla confusegiungevano alle loro orecchie. Sembrava si fosse scatenata una battaglia alpiano di sotto.
"Deve aver portato i suoi uomini..." osservò Alec "chiamo gli altri"
Sfilò veloce il telefono dalla tasca e compose un numero, poi si allontanòappena da lei dando le indicazioni su dove si trovassero probabilmente a Jace,dall'altra parte del filo.
Rose continuava a guardare le scale pensierosa, senza dire una parola.
Il momento che aveva atteso per mesi e per cui si era preparata interminabiligiorni era arrivato.
E aveva una paura fottuta di nonriuscirci.
Se il contro incantesimo non fosse andato a buon fine, non aveva idea dicosa sarebbe accaduto.
Era la resa dei conti finale, o loro o Tom Marshall, e non potevano permettereche Marshall sconvolgesse il loro mondo. Sarebbe stata la fine per tutti; peril mondo delle ombre, ma anche per i mondani.
Un lieve tremore invase il suo corpo, mentre una morsa dolorosa strinse il suostomaco per l'agitazione.
La voce di Alec la chiamava lontana, ma la sua testa non riusciva aconcentrarsi su ciò che stava succedendo intorno a lei. La sua mente era fissaa ciò che avrebbe dovuto fare, alleaspettative che tutti riponevano in lei.
Il futuro di tutti dipendeva da lei.
Il petto iniziò a bruciarle terribilmente, mentre il fiato si fece semprepiù corto.
"Non...non riesco a respirare" disse in difficoltà a bassa voce.
"Cosa?" chiese Alec senza aver capito.
"Non respiro" disse veloce scuotendo la testa ed iniziando ad ansimare.
La vista le si offuscò improvvisamente, mentre gli atti respiratori aumentavanosenza controllo.
"Rose...devi calmarti"
"Non ci riesco"
"Rose ascoltmi... puoi farcela, io..."
La voce di Alec sparì improvvisamente dalle sue orecchie, come se non fosse piùal suo fianco.
Non sentiva più niente.
Zero.

La vista divenne sempre più scura, fino adiventare tutto buio.
Non riusciva a muoversi, non riusciva a fare un solo passo e non vedeva piùniente.
Il petto in fiamme, così come tutto il resto del corpo, le faceva male e ungrandissimo senso di calore e soffocamento la invase fino a farla andare inapnea.
Poi, improvvisamente, una sensazione di freschezza l'avvolse, travolgendola comun fiume in piena e riportandola finalmente a respirare. La vista le tornòimmediatamente, come se si fosse risvegliata da un incubo e boccheggiò allaricerca di ossigeno con il fiatone.
La sua testa in confusione registrò una stretta conosciuta intorno al suocorpo, e si abbandonò con la testa sulla spalla dell'unica persona che era semprestata in grado di riportarla indietro.
Laurance.
Ancora con il fiatone, rimase immoblile tra le sue braccia, appoggiatanell'incavo della sua spalla, godendosi la sensazione di freschezza donataledal ragazzo sulla sua pelle bollente come il fuoco incandescente. Sapeva che stava usando il suo potere dell'acqua; a volte era così rigenerante anche per il fuoco essere a contatto con lui...
"Bruci Rose" le sussurrò all'orecchio senza lasciarla andare.
"Cosa ci fai qui?" gli chiese con voce strozzata dalla mancanza di ossigenoprolungata.
"Ti proteggo da te stessa"
"Cos'è successo?"
"Hai solo avuto un attacco di panico" le spiegò il ragazzo "ma la tua magia hareagito male... sei incandescente, nessuno riesce a toccarti"
Rose alzò la testa guardandosi intorno ed improvvisamente si rese conto dellapresenza di Alec, Joel, Jace, Izzy, Clary e... Sebastian. Il paviemento intorno a lei era bruciato, mentre qualche foglietto ardeva ancora invaso dalle fiamme.
Doveva essere passato un po' di tempo, doveva aver perso la cognizione della realtà intorno a lei. Aveva perso il controllo dei suoi poteri, si era fatta conquistare dalla paura.
Questo non sarebbe più dovuto succedere.
Lei e Sebastian si guardarono perqualche istante incerti, poi Rose tornò di nuovo con la fronte sulla spalla dello stregone, abbandonandosi alla sua presa.
"Tu mi stai toccando" disse sotto voce per farsi sentire solo da lui.
Laurance trattenne una risata.
"Io sono l'acqua Rose.. acqua spegne fuoco, te l'ho sempre detto"
"Posso farti evaporare quando voglio" ridacchiò la ragazza finalmente piùtranquilla.
"Direi che è meglio se andiamo a fare qualcos'altro adesso..." disse con unsorriso.
Rose si staccò da lui e Laurance sciolse la presa guardandola negli occhi.
"E' il nostro momento Rose"
"Ho paura" ammise fissando gli occhi verdi del ragazzo, sfumati da qualche doratura. 
"Non sarai sola"
"Hai ragione, lo faremo insieme"
Si scambiarono un'occhiata d'intesa e sorrisero.
"Andiamo a prendere a calci nel culo mio padre Rose"
"Ma prima dobbiamo fare una cosa io e lei" si intromise Beth, improvvisamente spuntando dalle spalle dei suoi amici cacciatori di ombre.
Rose la guardò curiosa "cosa dovremmo fare?" chiese, intuendo che c'entrasse qualcosa con quello che avrebbero dovuto fare poco prima che ci fosse quell'improvviso sisma. 
"Un incantesimo protettore... per la scuola" 
"Un cosa?" chiese senza capire Jace.
"Io e Rose faremo in modo che nessuna entità delle ombre possa varcare la soglia dell'Accademia..." spiegò Beth.
"E in che modo?" chiese Clary intromettendosi nel discorso.
Rose la guardò per qualche istante di troppo.
La sua vicinanza a Sebastian le era subito saltata all'occhio. Non era certa ci fosse qualcosa tra quei due, ma sicuramente non erano semplici amici. 
"Li bandirò" rispose Rose con naturalezza, attirando l'attenzione di tutti su di lei.
"In che senso?" chiese Jace confuso.
"Non posso bandirli da questo mondo, ma posso fare in modo che non possano entrare nell'Accademia"
"Tu puoi bandire i demoni?" chiese sorpreso Sebastian.
Rose si voltò a guardarlo, rendendosi conto di come fosse la prima volta che le rivolgeva la parola dopo aver chiuso con lei. 
Il suo stomaco fece un balzo all'indietro, ma cercò di non mostrarlo.
"La mia magia ha potere sui regni infernali, quindi sì" rispose pacata "in questo caso i demoni magici non rispondono al sovrano dei regni infernali, Lucifero, ma a Tom Marshall. Quindi non potrò bandirli dal mondo mortale, ma potrò bandirli da questa Accademia"
Tutti rimasero in silenzio, meditando sulle sue parole e restando spiazzati per qualche istante.
Non era stata sincera con loro fino infondo.
Da quando era arrivata all'Accademia, aveva scoperto molte cose sui suoi poteri e sulle origini della sua magia. Non tutto aveva natura luminosa e buona, ma anche la sua parte oscura poteva tornare utile, soprattutto se avrebbe duplicato la sua potenza.
"Beth, facciamolo" disse improvvisamente facendo un passo avanti e portandosi al centro della sala in cui si trovavano. La terra tremò nuovamente sotto i loro piedi, per poi fermarsi.
Beth si posizionò davanti a lei e, dopo essersi guardate per un istante negli occhi, aprirono le braccia verso l'esterno continuando a guardarsi fisso. 
Dopo qualche istante di silenzio, iniziarono a recitare insieme a voce alta delle parole imparate molto tempo prima, che avevano già avuto modo di sperimentare in passato.
Parola dopo parola, ripeterono il rituale in lingua latina numerose volte, finché un vento sopranaturale si alzò nella stanza. Una luce abbagliante illuminò i corpi delle due ragazze, che con uno scatto si presero per mano emanando un bagliore quasi divino. Tutto intorno a lroo iniziò a tremare impazzito; il pavimento oscillava rapido, mentre tutti gli oggetti sembrano essere ormai privati della forza di gravità. Un'aria elettrica si avvertiva nella stanza. 
Tutti i presenti si corpirono gli occhi, senza distogliere l'attenzione dalle due ragazze. 
Continuarono a recitare parole latine, finché la voce di Elisabeth non cessò di parlare. In quel momento, la voce decisa e tonale di Rosalie prese il sopravvento, tuonando in tutto il salone. 
"Mostri e creature magiche, create ed originate con la magia ed il potere di uno dei membri fondatori dell'antico ordine del Pentagono, io Rosalie Elizabeth Thorne, figlia della notte, vi bandisco da questa Accademia, terreno consacrato dalla magia oscura del regno degli Inferi. Io vi vieto l'accesso a questa struttura e vi obbligo a non varcarne i confini" recitò a voce altà Rose.
Improvvisamente la luce intorno a loro divenne di un bianco acciecante, ed in un attimo, ricoprì ogni cosa all'interno dell'Accademia, comprese le due ragazze ormai sospese in aria.  

Claimed by the shadows - II VolumeWhere stories live. Discover now