After the storm

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CAPITOLO 36 "After the storm"

Rose cadde in ginocchio incredula.
Laurance istintivamente fece un passo verso di lei per raggiungerla, ma venne subito bloccato dal braccio di Martens che avvolse il suo torace bloccandolo.
Il ragazzo continuò a fissare paralizzato la strega accasciata per terra, mentre le sue gambe non riuscivano a sorreggerla per il duro colpo che aveva appena dovuto incassare.
Come aveva potuto farle questo?
"Rose io..." balbettò alzando una mano in sua direzione. Non riuscendo più a controllare le sue emozioni, le iridi dorate di Laurance iniziarono ad illuminarsi sempre di più, generando un bagliore quasi fastidioso. Una lacrima ribelle sfuggì al suo controllo, rigando la sua guancia. 
Laurance guardò l'uomo spiazzato, seguito a sua volta dallo sguardo blu oceano di Rosalie.
Martens trascinò via Laurance, allontanandolo da lei velocemente.
Rosalie aprì la bocca cercando di dire qualcosa, ma non uscì alcun suono dalla sua gola.
Il tradimento appena ricevuto era forse la cosa peggiore che le fosse mai successa.
I loro occhi si incrociarono ancora una volta mentre si allontanavano l'uno dall'altra. 
Lo Yin e lo Yang erano stati separati definitivamente; un equilibrio si era rotto, ed avrebbe generato solo confusione e distruzione nel mondo mortale e delle ombre.
Si fissarono increduli entrambi, consapevoli del fatto che quel sottile filo che li aveva uniti per tutta la vita inconsapevolmente si era appena spezato; tagliato di netto da un tradimento.
Martens trascinò il ragazzo lontano da lei, aprendo un portale non troppo distante da loro.
Per un istante, Rose si illuse che fosse tutta una messa in scena, un piano di Laurance per reagire e fare qualcosa. Attese fino in ultimo, seguendolo con lo sguardo finchè varcava quella via mistica, ma ogni sua speranza e suposizione vennero spazzate via non appena Laurance sparì all'interno del portale senza ripensamenti con Marshall, Martens e la ragazza misteriosa che aveva rovinato la sua vita da quando era apparsa poche ore prima.
Osservò attentamente ed ancora incredula quel passaggio magico e, non appena il portale si richiuse alle spalle dei fuggiaschi, Rose si sentì mancare le poche forze che le erano rimaste e cadde per terra incosciente, incapace di sopportare oltre tutto quello che era successo nelle ultime tre ore.


Unfischio insopportabile invase la sua testa, costrungendola a strizzare gliocchi per il dolore lancinante che invase la sua testa nel giro di pochiistanti.
Cercò di portarsi una mano sulla fronte per alleggerire quel pesoopprimente che gravava sul suo cranio, ma le sue braccia erano incredibilmentepesanti, non riusciva a muoverle.
Cosa stava succedendo? Cos'era successo?
In lontananza, sentiva una voce sconosciuta, ma non riusciva a captare precisamente le sueparole. Il suo vociare era basso, lontano e confuso, ma in pochi secondi sifece sempre più chiara, rivelando le sue parole.
Reversus est nobi.
Torna da noi.

Come un lampo a ciel sereno, un calore incredibile invase il suo petto,facendole spalancare gli occhi improvvisamente e boccheggiare come se fossestata in apnea per tanto, troppo tempo. Inspirò quanta più aria poteva, mentreil bruciore si estendeva ad ogni parte del suo corpo.
Cercò di sopportare quel dolore mai provato prima e, in pochi minuti, iniziò adefluire fuori dal suo corpo, abbadonandola e lasciandole un senso dileggerezza.
Rilassò tutti i muscoli sfinita, tirando un sospiro di sollievo per il supplizio appena terminato.
Mise a fuoco la stanza intorno a sé, mettendo a fuoco anche le figure che eranosparse ed appiattite contro le pareti della stanza in cui si trovava.
Non era All'accademia, non più.
Riconobbe subito i muri bianchi ed antichi dell'Istituto di New York, era nellocale adibito ad infermeria.
Il primo sguardo che mise a fuoco fuorno gli occhi verdi di Alec, in piediaffianco al letto, che non l'abbandonava con lo sguardo neanche per un istante.Subito dopo, affianco a lui, riconobbe lo sguardo blu oceano di suo fratello,che le teneva saldamente ancorata una mano intorno alla caviglia. Dall'altraparte del letto invece, un altro paio di occhi blu che conosceva bene la guardavano preoccupati,senza osare però toccarla.
Sebastian.
"Bentornata Rosalie"
Il suo sguardo saettò ai piedi del letto, guardando finalmente in faccia ilproprietario di quella voce che era riuscita a farla rinvenire.
Tra tutti glistregoni che poteva aspettarsi, lui era decisamente l'ultimo sulla lista.
Magnus Bane.
Si portò una mano alla testa e sospirò, cercando di rimettere in ordine lamiriade di pensieri confusi che aveva. Il forte mal di testa, non le rendeva disicuro più facile la cosa.
"Rose come ti senti? Ci hai fatti preoccupare" disse subito suo fratello,aumentando la presa intorno alla sua caviglia. Rose osservò la sua mano,riportando poi gli occhi nei suoi.
Joel le sarebbe sempre stato accanto, di questo ne era certo.
"Insomma..." farfugliò con voce roca. Si schiarì la voce, nella speranza diriassumere una tonalità normale.
"Co... cos'è successo?" chiese poi guardando i ragazzi intorno al suo letto.
In un istante, la sua mente elaborò la prima dolorosa consapevolezza di quellagiornata.
Si rese conto che, l'unica persona che era certa ci sarebbe statasempre ed in ogni situazione ed in ogni caso... non c'era.
"Non ti ricordi niente?" le chiese Alec.
"Certo che mi ricordo cos'è successo" rispose stizzita "intendo... cos'è successodopo che sono svenuta?"
"Niente" rispose Sebastian "ti abbiamo portata qui. E' l'unico posto sicuroadesso"
Guardò il biondo meditabonda.
"E Marshall?" chiese a voce bassa, quasi timorosa nel pronunciare quel nome.
"E' scappato" disse prontamente Sebastian "ma lo troveremo, non ti preoccupare"aggiunse accennando un sorriso di incoraggiamento.
Rose cercò di ricambiare, manon ci riuscì.
"Adesso sarebbe meglio lasciarla riposare" si intromise Magnus "devi dormireancora un po' perché ti riprenda del tutto" chiarì guardandola "ho usato i mieipoteri magici per farti rinvenire... se quando la mia influenza svanirà del tuttonon avrai ricaricato le energie, sverrai di nuovo. Inoltre la magia di un altro stregone non sempre viene ben tollerata dal corpo di un'altra strega o stregone... il tuo organismo potrebbe fare difficoltà a riprendersi sotto l'influenza della mia magia. L'ho usata per riportarti qui" le spiegò pacato.
"Edward e Beth?" chiese preoccupata "e De la Roux?"
"Sono qui anche loro... stanno aiutando tuo padre a curare le ferite di Albert"le comunicò lo stregone.
"Come sta?"
"Le ferite che ha riportato sono molto gravi... sono ferite magiche. Ma ilMedicum dell'Accademia con l'aiuto di tuo padre, Beth ed Edward sicuramenteriuscirà a guarirlo, è fuori pericolo"
Rose tirò un sospiro di sollievo.
"Devo andare ad aiutarli" disse cercando di scendere dal letto, ma lo stregonebloccò il suo movimento solo alzando una mano e tendendola verso di lei.
"No, devi riposare Rosalie" disse risluto.
Rose lo guardò per un attimo, indecisa se fargli quella domanda oppure no.
Non avrebbe voluto affrontare quella conversazione proprio con lui; la presenzadi Magnus Bane la metteva sempre un po' in soggezione. Tuttavia, sapeva beneche lui era l'unica spiaggia che aveva per capire cosa fosse successo qualcheora prima all'Accademia.
Avrebbe potuto aiutrali?
Che ne era stato dei suoi poteri?

"Forza adesso! Tutti fuori" disse lo stregone indicando la porta.
Uno ad uno gli shadowhunter nella stanza si incamminarono fuori, salutandola e facendolecenni di incoraggiamento. Rose seguì con lo sguardo per qualche secondo Clary, che le rivolse solo uno sguardo imbarazzato.
Certo, le aveva fregato il ragazzo ed aveva piantato in asso Jace. 
"Ci vediamo dopo Rosy" la salutò suo fratello dandole un bacio sulla fronte"cerca di riposarti".
Rose sorrise a Joel, prima che il ragazzo uscisse dalla stanza avvolgendodolcemente le spalle di Isabelle.
Erano proprio una bella coppia.
Isabelle aveva vinto alla lotteria con Jo, ed era certa che fosse vero anche ilcontario.
"A dopo Rose..." disse a bassa voce Alec, cercando il suo sguardo.
La ragazzaguardò i suoi occhi verdi leggendoci dentro una nota di preoccupazione, ma nonci diede peso. Non in quel momento.
Non era ancora in grado di reagire.
Adesso, doveva ancora metabolizzare tuttociò che era successo e limitare i danni.
"A dopo" le rispose accennando un sorriso. Il ragazzo ricambiò e, dopo averlanciato un'occhiata seria a Sebastian ancora in piedi affianco al suo letto,si diresse fuori dalla stanza raggiungendo Jace nel corriodio.
Notò immediatamente Magnus Bane sgusciare fuori dalla stanza, raggiungendo Alecin corriodio ed intromettendosi nel discorso dei due Parabatai.
Cercò di ingoiare quella sensazione di fastidio che provò nel vederli insieme,dato che in quel momento le questioni di cuore non erano di certo la priorità esoprattutto lo stregone l'aveva aiutata.
"Rose"
Improvvisamente, la voce conosciuta e pacata di Sebastian attirò la suaattenzione, facendola voltare verso di lui, ancora in piedi affianco a lei.
Loguardò in attesa, in attesa di qualsiasi cosa.
Non si erano più parlati da quella volta nel bagno dell'Istituto, non avevanopiù chiarito la situazione ne preso una decisione, ma tra lo shadowhunter eClarissa Fairchild c'era di sicuro qualcosa, e tutti lo avevano capito.
Leavrebbe detto adesso come stavano realmente le cose? Le avrebbe detto adessoche aveva deciso di mandare a monte la loro relazione per sempre?
"Mi hai fatto preoccupare" disse il ragazzo sospirando.
Rose lo guardò accigliata.
"Credevo fossi impegnato a proteggere Clary" risposte acida, senza riuscire atrattenersi.
Sebastian scosse la testa sconsolato, abbassando lo sguardo.
"Rose... io..."
"Va bene così, non servono spiegazioni" disse la ragazza senza guardarlo.
"Non è come credi"
"Ah no?" gli chiese tornando a guardarlo "non credo ci siano tanti altri modidi vedere le cose" aggiunse stizzita.
"Non è il momento di parlarne adesso... ma non è come credi" ripetè il ragazzoappoggiandosi al letto.
"Sebastian non mi interessa, vai via" rispose quasi rabbiosa.
Non riuscì a spiegarsi neanche lei da dove provenisse tutto questo nervosismo,ma dentro di lei si sentiva delusa, incazzata ed amareggiata ed avere un'altraconversazione che avrebbe peggiorato il suo umore non era ciò di cui avevabisogno in quel momento.
"Che ti prende?" le chiese il ragazzo.
"Cosa?"
"C'è qualcosa che ti frulla in testa, io lo so" disse sicuro il ragazzoappoggiando le mani sul letto per studiarla con lo sguardo più da vicino. Sebastian allungò la mano, sfiorando delicatamente il suo zigomo, ma un dolore lancinante le invase lo stesso il volto. 
Irrigidì il volto con un espressione di dolore incontrollata.
"Ti sei presa un bel pugno eh?" ridacchiò il ragazzo, poi si sedette sul bordo del letto e la guardò attentamente, con quello sguardo che solo lui poteva avere. 
Rose si sentì in soggezione, consapevole del fatto che Sebastian nonostantetutto fosse in grado di leggerle dentro qualsiasi cosa le passasse per latesta.
Sospirò esasperata.
"Credo di non essere più una strega"
"Di cosa stai parlando?" chiese confuso il biondo.
"Marshall ha preso la mia magia"
"Non dire sciocchezze" scosse la testa lo shadowhunter "nessuno puòappropriarsi dei poteri di qualcun altro"
"E invece credo sia proprio così... non riesco neanche a fare incantesimi minimi"ammise rassegnata.
"Rose io..."
"Ragazzi... adesso sarebbe meglio se Rosalie riposasse un po'"
Magnus li interruppe rientrando nella stanza, e Rose intravide lo sguardo diAlec soffermarsi per un attimo sulla sua figura; poi, il ragazzo se ne andòallontanandosi da lì.
"Certamente" rispose Sebastian afferrando saldamente uno dei pugnali che tenevadiligentemente in vita "adesso vado... ne riparleremo quando ti sarai riposata e ripresa del tutto! Non ti preoccupare, ci metteremo subitoalla ricerca di Marshall" cercò di rassicurarla. 
Rose guardò il ragazzo, accennando un debole sorriso.
Dopotutto, Sebastian le faceva ancora un certo effetto che non riusciva acatalogare in nessun modo. Aveva sempre avuto uno strano ascendente su di lei,ma da quando le loro strade si erano apparentemente divise non aveva avuto nemodo ne tempo di rifletterci su.
Gli ultimi due anni della sua vita erano stati proprio così; troppo pieni edimpegnativi per pensare a sé stessa ed a cosa stesse facendo della sua vita.
"Cerca di riposare Rose" le disse infine, sbilanciandosi in avanti per darle unbacio delicato sulla fronte. Rose chiuse gli occhi al contatto con le suelabbra, per assaporare fino infondo quel contatto.
Sebastian la trattenne per un attimo di troppo tra le sue braccia, poi, siallontanò dal letto dirigendosi fuori dalla stanza sotto lo sguardo attentodella bionda.
"Sebastian... fammi sapere se avete notizie" disse la ragazza poco prima che uscissedalla porta.
Il cacciatori si voltò per un istante e, dopo un cenno di assenso con la testa,si voltò uscendo definitivamente dalla stanza, lasciando soli Magnus e Rosalie.
Rose si chiese per un istante se la prossima tappa del ragazzo sarebbe stata ClarissaFairchild, ma decise di non pensarci. In quel momento aveva ben altro a cuipensare.
"Come ti senti?"
La voce di magnus attirò la sua attenzione lasciandola perplessa. Il tono divoce dello stregone sembrava essere gentile e stranamente apprensivo nei suoiconfronti.
"Meglio..." rispose a bassa voce, poi sospirò ed abbandonò la testa sulloschienale del letto ospedaliero su cui era stata accuratamente sistemata.
"Prendi queste... ti aiuteranno" le disse porgendole un bicchiere con dentrodelle gocce.
Rose lo prese in mano e guardò il contenuto sospettosa.
Non chenon si fidasse; era certa che Magnus Bane non le avrebbe mai torto un capello,eppure l'idea di rendere qualche sostenza sconosciuta non la entusiasmava.
"Tranquilla... sono solo delle gocce che ti tireranno un po' su, ne hai bisogno"la rassicurò lo stregone.
Rosalie buttò giù il contenuto del bicchiere, catalogandone il gusto come anchestranamente buono. Magnus si allontanò iniziando a sistemare delle boccetteancora fuori sul bancone, riordinandole accuratamente all'interno dell'armadioche c'era addossato alla parete.
"Magnus... posso farti una domanda?" gli chiese improvvisamente guardandolo negliocchi.
Lo stregone annuì, avvicinandosi al letto in attesa, immobile in quella suaposa plastica ma elegante.
"I... i miei poteri..." farfugliò in difficoltà "è possibile che Marshall me liabbia... rubati?"
Non appena pronunciò la domanda, il suo stomaco si contorse in una morsa diagitazione.
"Non lo so..." ammise Magnus "ma è quello che dovremo scoprire" aggiunseincrociando le braccia al petto "solo un dio o un principe infernale puòappropriarsi dei poteri di una strega e di uno stregone... proprio come mio padreha fatto con me un po' di tempo fa"
Rose lo guardò, stupita da quella confidenza.
"Tuo padre?"
"Sì, Asmodeo, principe infernale... mi ha tolto i poteri per punizione, ma comevedi li ho anche riavuti" le spiegò "non so come otrebbe esserne capace TomMarshall... il suo sangue è sangue angelico, ma non discende ne da un sovrano deiregni angelici ne da un sovrano infernale" proseguì riflessivo.
"Quando ho cercato di attaccarlo, lui ha... usato una specie di collana... credofosse una collana almeno, un medaglione" disse Rose ripercorrendo con la menteil momento "l'ha scagliato contro il fuoco infernale, ed è riuscito a fermarmi"
Magnus spalancò gli occhi.
"Ha usato il medaglione come contenitore"
"Come contenitore di cosa?"
"Del fuoco infernale"
Rose lo guardò perplessa.
Un oggetto così piccolo poteva davvero racchiudere una magia così grande e soprattuttoun elemento così forte come il fuoco infernale?
"Ed è possibile?"
"A quanto pare..." rispose confuso lo stregone "ma dobbiamo saperne di più...dovremo fare delle ricerche in merito a questa situazione, non credo si sia maiverificata" aggiunse meditabondo.
Rose abbandonò la testa sul cuscino sospirando esasperata.
Questa non ci voleva proprio.
"Vedrai, sistemeremo le cose" cercò di rassicurarla Magnus.
La bionda guardò sorpresa lo stregone; come mai cercava di rassicurarla?
Non avevano mai avuto contrasti particolari, ma Alec era sicuramente un puntodi disgiunzione tra di loro. Nonostante questo, lo stregone sembrava esseremolto disponibile e gentile con lei.
Forse aveva fatto male i suoi conti, forse si era fidata delle personesbagliate.
Una morsa al cuore le provocò una dolorosa fitta al petto.
Laurance.
Si sarebbe aspettata di tutto da qualsiasi persona al mondo, ma non da lui.
Non dal suo Yang.
"La situazione era già abbastanza incasinata... non ci voleva anche questo" dissechiudendo gli occhi.
"Adesso sei stanca, e non vedi via d'uscita... riposa, poi ne parleremo"
La bionda annuì cercando di sorridere allo stregone, che ricambiò il suosorriso incoraggiante.
"Sei una strega potente Rosalie, vedrai che sistemeremo tutto. Questa non è lafine" concluse l'uomo, prima di uscire dalla stanza lasciandola sola con i suoipensieri.
Tutto sembrava paradossale in quel momento.
Niente sembrava avere senso.
La sensazione di vuoto che provava dentro di sé era frustrante ed un senso dirabbia nei confronti del ragazzo che l'aveva tradita le martoriava l'animaormai da quando si era risvegliata.
Aveva riposto una fiducia cieca in Laurance, una fiducia sciocca probabilmente,e alla fine l'aveva pugnalata alle spalle senza farsi alcuna remora.
Aveva finto anche quando aveva incontrato suo padre tornando all'Accademiaferito?
Aveva finito anche a Venezia qualche anno prima quando avevano combattutocontro di lui?
Aveva sempre finto, ogni giorno passato insieme, aveva solo cercato diavvicinarla per poi rubarle il suo potere?
Improvvisamente, il suono del suo telefono attirò la sua attenzione,riscuotendola dai suoi pensieri. Alzò la testa dal cuscino ed individuò subito il cellulare sul tavolo infondoalla stanza.
Allungò la mano, cercando di compiere una delle prime magie che aveva imparatoad eseguire.
Si concentrò focalizzando tutta la sua attenzione sul telefono, su quel suonoche le stuzzicava l'udito, cercando di spostarlo verso di sé, ma non si mosseneanche di un millimetro dal tavolo su cui era appoggiato.
"Maledizione" imprecò furibonda gettando la testa all'indietro e ricadendo apeso morto sul cuscino.
Era inutile.
"Con questo suono non riuscirai mai a dormire"
La voce di Elisabeth le fece riaprire gli occhi.
Osservò al ragazza appoggiata allo stipite della porta, impeccabile comesempre.
Beth entrò nella stanza, afferrando il cellulare e si avvicinò al lettoporgendoglielo.
"E' tua madre, dovresti rispondere" le disse seria.
Rose la guardò incerta per qualche istante, poi chiuse la chiamata e abbandonòil telefono distrattamente sul letto, senza curarsi della chiamata appenaricevuta.
"Sarà preoccupata" le fece notare Elisabeth accigliata.
"Può chiamare mio fratello... gli darà sicuramente informazioni più dettagliatedi quelle che potrei darle adesso io" rispose atona guardando il soffitto.
Il silenzio invase la stanza.
Elisabeth si guardò intorno per qualche istante, poi, si accomodò sullosgabello affianco al suo letto.
"Come stai?"
La bionda rimase in silenzio, continuando a fissare il soffitto bianco inmuratura.
Di merda, avrebbe volutorisponderle.
Marshall li aveva sconfitti, aveva rubato i suoi poteri e Laurance se n'eraandato con lui.
Come poteva stare?
"Bene" mentì spudoratamente.
"Cazzate"
Rose finalmente la guardò.
Delle profonde occhiaie solcavano il volto della ragazza. Era perfetta edimpeccabile come sempre, ma dei segni di stanchezza erano palesemente visibilisul suo volto truccato alla perfezione.
"Pensavi di dirmelo prima o poi di te e Laurance?" la incalzò la mora.
Lo sguardo di Rosalie saettò su di lei sconvolto.
"Me e Laurance?" ripetè sconcertata "cosa avrei dovuto dirti?" chiese sulladifensiva.
"Te l'ho chiesto più volte Rose, e hai sempre negato"
"Non è come pensi" si affrettò a dire, ma la mora la interruppe prima di farleterminare la frase.
"Oh io invece credo sia esattamente come penso Rose..." rispose acida "e midispiace che tu non abbia mai avuto le palle di dirmi le cose come stavano. Cisiamo sempre dette tutto, ti ho ascoltata quando avevi problemi con Alec eSebastian e con i tuoi poteri e tutto il resto... ci sono sempre stata per te, matu mi hai nascosto l'unica cosa che riguardava anche me" sbottò frustrata.
"Non è mai successo niente tra di noi Beth, te lo posso giurare!"
"Valla a raccontare a qualcun altro Rose"
"Io e Laurance siamo solo amici..." disse la bionda "eravamo amici... o almeno, così credevo" si corresseimmediatamente.
Sospirò passandosi una mano sul viso.
"Quindi ti ha baciata perché eravate amici?" le chiese indispettita la strega.
"Beth non lo so!" sbottò definitivamente la bionda "non so niente, ok? Non hoidea del perché mi abbia baciata, non ho idea del perché abbia deciso dipassare dalla parte di Marshall, non ho idea del perché mi abbia fatto questo,non ho idea del perché ci abbia presi tutti in giro... io non lo so, ok?"
Si rese conto solo dopo aver terminato di aver urlato tutto il tempo, e guardòla faccia della sua amica perplessa davanti a lei. Il silenzio regnò sovranonella stanza, appesantendo ulteriormente l'aria.
Aveva esagerato, ne era consapevole.
Elisabeth non aveva alcuna colpa in tuttoquello e l'aveva vista baciare l'unico ragazzo di cui fosse mai statainnamorata. Non poteva sfogare la sua frustrazione su di lei.
"Scusa..." disse tornando a guardare il soffitto.
La morsa non rispose, ma si alzò dallo sgabello e si incamminò verso l'uscitadella stanza.
Quando fu sul punto di varcare la porta, si fermò per un istante e si voltòverso di lei.
"Rose"
La bionda guardò l'amica, in attesa che le dicesse qualcosa.
"Io l'ho sempre saputo"
Rosalie la guardò confusa, senza capire.
"Che cosa?"
"Che era nnamorato di te"
"Beth questo non è vero, non..."
"Si vedeva da come ti guardava"
Prima che potesse controbattere, la mora uscì dalla stanza, abbandonandolanella totale confusione.


Claimed by the shadows - II VolumeTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon