Isabelle

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CAPITOLO 25 "Isabelle"

"Allora avanti... iniziamo intanto!" esclamò decisa, cercando di attirare l'attenzione di tutti su di lei per distoglierla da Rose. A giudicare dalla sua faccia, il confronto con Sebastian non doveva essere stato proprio piacevole e di sicuro lo sguardo di tutti fisso su di lei non avrebbe giovato.
"Allora... diteci tutto quello che avete scoperto" disse Alec rivolto verso Joel, cercando anche lui di coprire l'aria tesa che si era creata da quando era tornata Rosalie.
Joel annuì, iniziando lo stesso racconto che aveva già fatto poco prima e che lei in realtà aveva già ascoltato. Approfittò del momento per soffermarsi a guardare meglio lo shadowhunter affianco a lei, intento a raccontare tutto senza omettere dettagli.
La decisione nella sua voce lasciava trapelare un velo di nervosismo, probabilmente dovuto alla situazione. Sapeva quanto fosse difficile per Jo affrontare tutta quella situazione; la sua famiglia si stava disgregando, e lei ci era già passata. 
Quando nominò suo padre nel racconto, non poté fare a meno di notare la sua voce decisa incrinarsi tentennante, solo per un rapidissimo istante.
Ricordava di aver parlato dei loro genitori con lui una volta...
I Thorne erano così diversi dai Lightwood; possedevano entrambe le facce della medaglia in famiglia, e questo spesso aveva portanto ad alcune tensioni. Per quanto Andrew Thorne avesse puro sangue angelico nelle sue vene, non si era mai dilettato molto con i suoi poteri shadowhunter, preferendo sempre la magia. Sua madre Katherine, invece, aveva frequentato l'accademia shadowhunter come tutti i cacciatori che si rispettano, facendo sempre fede ai suoi doveri angelici.
Joel le aveva ripetuto più volte di aver un rapporto migliore con sua madre, che con suo padre, complice la sua voglia di eccellere come shadowhunter, ma erano sempre stati due bravi genitori entrambi. Avevano sempre assecondato le inclinazioni dei loro figli, a differenza dei suoi, che non avevano fatto altro che pretendere la perfezione da lei e Alec da quando erano nati. Katherine ed Andrew Thorne, da quello che aveva potuto capire, erano un connubio di testardaggine, sicurezza e decisione, disponibilità per gli altri e bontà di cuore; tutte qualità che avevano poi evidentemente ereditato anche i figli.
Il suo sguardo si soffermò sulle labbra rosee di Joel, intente ad aprirsi e chiudersi per continuare il suo racconto dettagliato e preciso. Non c'era un particolare fuori posto in lui e, nonostante il suo cuore appartenesse ancora a Simon, svariate cellule del suo corpo stavano iniziando ad apprezzare oltre misura il ragazzo davanti a lei.
Joel era deciso, testardo, forse a volte un po' troppo sicuro di sé, ma per difendere le persone a cui voleva bene c'era sempre e avrebbe dato la vita per loro. Questo era sicuramente un punto a suo favore, quello che l'aveva fatta innamorare anche di Simon anni prima.
Joel Thorne le ricordava un po' suo fratello Jace in un certo senso, molti aspetti del loro carattere erano simili, ma la dolcezza che aveva Joel in ogni suo gesto nei suoi confronti l'aveva attirata come una calamita fin da subito.
Si sentì in colpa per i suoi stessi pensieri, era sbagliato pensare ad un'altra persona quando le cose con Simon non erano più delineate?
"Questo è quanto..." terminò il racconto il ragazzo, guardando tutti i presenti e soffermandosi per un attimo di più su di lei. Accennò un sorriso, distogliendo subito lo sguardo imbarazzato, e Isabelle non riuscì a trattenere un sorriso a sua volta.
Restava stupita ogni volta da quanto facesse il duro, ma poi in realtà fosse estremamente timido.
"Quindi Marshall non deve entrare in possesso di questo Compendio..." commentò pensierosa Rose e Joel annuì guardando la sorella.
"Esatto, proprio così... la sua copia è stata requisita anni fa, quindi lui adesso non la possiede"
"Ovviamente è stato lui ad uccidere Meyer..." aggiunse Rose guardando Alec "voleva il suo Compendio, mi sembra ovvio"
"E' possibile... ma vostra madre ha detto anche un'altra cosa..." si intromise Magnus attirando l'attenzione di tutti "ha detto che quando un anello della catena muore, la catena si spezza... l'equilibrio tra luce e buio adesso è precario, quindi dovremo aspettarci qualcosa" aggiunse preoccupato.
"Aspettarci qualcosa tipo?" chiese Jace.
Magnus scosse la testa "Katherine non lo sapeva con esattezza..."
Rose sospirò pensierosa.
"Non possiamo permettere che Marshall metta le mani su quel libro" disse abbassando lo sguardo sul plastico proiettato di New York sotto i suoi occhi. I ragazzi annuirono dandole ragione quando, improvvisamente, Sebastian e Clary apparvero insieme dal portone principale, avvicinandosi al tavolo lentamente. Gli occhi di tutti vennero subito calamitati da loro curiosi ma, il biondo evitò accuratamente gli sguardi di tutti, mentre Clary accennò un sorriso tirato. Raggiunero il tavolo,sistemandosi intorno ad esso affianco a loro facendo finta di niente, ignorando le occhiate confuse di tutti.
"Cosa ci siamo persi?" chiese Clary spezzando l'aria tesa.
Isabelle intuì all'istante ci fosse qualcosa di strano, la sua parabatai sembrava quasi imbarazzata. Volò rapida con lo sguardo prima su Rose, poi su Jace, cercando di analizzare le loro espressioni e quello che vide non le piacque per niente.
Aveva avuto abbastanza tresche nella sua vita per capire quando c'era qualcosa di strano che frullava nell'aria, e quella era di certo una di quelle situazioni.
Rose spostò per un attimo lo sguardo da Sebastian a Clary, per poi fissarsi sul ragazzo. I suoi occhi lo guardavano senza alcuna intenzione di spostarsi, ma lo sguardo azzurro del ragazzo sfuggiva senza voler incontrare lo sguardo della giovane strega. Guardava fisso la proiezione sotto di loro e non accennò a muoversi. Jace invece osservava attentamente la sua ragazza interrogativo, ma anche Clary sfuggiva allo sguardo del biondo come se stesse scappando. Anche da sé stessa.
Isabelle sospirò, senza comprendere cosa stesse accadendo realmente.
Tutto si stava complicando e non sarebbe stato un bene per la missione.
"Datemi il libro" disse improvvisamente Rose "lo proteggeremo noi all'Accademia" aggiunse guardando negli occhi Alec molto seriamente.
Il moro la fisso per un istante, scuotendo subito dopo la testa.
"No, non posso dartelo Rose. Il libro adesso è di proprietà del Conclave, se io te lo dessi..."
"Sappiamo tutti noi che il libro sarebbe più sicuro all'Accademia" lo interruppe Rosalie decisa.
"Chissà cosa ci fareste poi..." commentò il fratello stizzito guardando la sorella.
Rose lo guardò accigliata.
"Ah! Fareste? Adesso faccio parte dell'altra fazione?" chiese innervosita Rose "ti ricordo Joel che siamo in possesso già di due copie del Compendio... quella di Albert e quella di papà" affermò stizzita "stiamo usando quel libro per esercitarci con il contro incantesimo io e Laurance" aggiunse guardando male il fratello.
"Non possiamo rischiare che ci sia un'altra copia del libro in giro" disse Alec attirando di nuovo lo sguardo della strega su di lui.
"Soprattutto se Laurance Meyer in realtà è il figlio di Marshall" precisò Joel.
Rose spalancò gli occhi esterrefatta.
"Come lo sai?" chiese sorpresa, ma non attese una risposta "in ogni caso Laurance non darebbe mai il Compendio a Marshall, lo vuole vedere morto quanto noi"
"Ne sei sicura Rose? Ti ha già mentito una volta" disse Alec guardandola serio. La ragazza stava per controbattere, quando Izzy decise di intervenire prima che le cose prendessero una brutta piega.
"Io concordo con Rose" disse improvvisamente attirando lo sguardo di tutti su di lei. Evitò accuratamente lo sguardo contrariato di suo fratello e di Joel, fissando Rose davanti a lei.
"Se c'è qualcuno che può proteggere realmente questo libro sono loro... se mandassero dei demoni magici qui, noi non potremmo fare niente"
"Abbiamo Magnus" precisò Alec, e Izzy non poté fare a meno di notare la smorfia sul volto di Rosalie.
"Pensi che uno stregone faccia la differenza?" chiese alterata Rose incrociando le braccia al petto e guadagnandosi un'occhiataccia da Magnus "se vi manda dieci demoni magici Magnus Bane non farebbe la differenza" aggiunse decisa.
"Ha ragione" insistette Izzy "se invece attaccassero l'Accademia avrebbe sicuramente pane per i suoi denti, è innegabile"
"Smettila Isabelle, sai anche tu che non possiamo farlo" disse risoluto Alec. Isabelle cercò di contenere la rabbia dentro di lei, ma non ci riuscì.
"No smettila tu Aec! Smettetela voi!" esclamò alzando la voce "vi ostinate a non fidarvi degli stregoni dell'Accademia, quando mi sembra che non abbiano mai fatto niente contro di noi... stanno solo cercando di aiutarci" aggiunse riabbassando lo voce. Rose le sorrise in un tacito ringraziamento, quando a sorpresa di tutti la discussione venne interrotta da un intervento che nessuno si sarebbe aspettato in quel momento.
"Izzy ha ragione" disse improvvisamente Sebastian. Alec lo fulminò con lo sguardo, ma tornò subito a guardare sua sorella, senza rispondere al biondo.
"Devo andare nel mio ufficio, sarà meglio che quel libro venga custodito solo da persone fidate" disse serio "Rose, vieni con me" decretò e, senza aggiungere altro, si incamminò verso il suo ufficio. La ragazza lo guardò restando ferma per un istante, senza capire comprendere il suo atteggiamento.
Come poteva non fidarsi di Laurance?!
"Scusate..." farfugliò, prima di incamminarsi dietro di lui. Osservò per un istante a disagio Sebastian, ma gli occhi del ragazzo erano catturati dalla figura in piedi davanti a lui, Clary.
Rose deglutì nervosamente, cercando di tralasciare il suo nervoso interiore ed il suo sesto senso che le diceva che c'era qualcosa che non andava, e seguì Alec nel corriodio adiacente. Quando i due ragazzi sparirono dalla vista di tutti, Isabelle sospirò.
"Mio fratello è davvero incredibile..." commentò aspra "non si fida mai di nessuno"
"E fa bene" si intromise Jo "non mi fido neanche io di quello stregone... da quando è arrivato qui ha portato solo problemi" aggiunse incrociando le braccia al petto stizzito.
"O forse ti sta così antipatico perché ha portato tua sorella all'Accademia?" lo punzecchiò Izzy.
"Non è questo il punto Izzy"
"Oh si invece è rporpio questo il punto..."
Joel distolse lo sguardo per un istante, restando in silenzio, poi sospirò.
"Sarà meglio che vada a dormire un po', non dormo da tre giorni" disse innervosito.
"Jo io..." iniziò Isabelle, ma non riuscì a finire la frase perché il ragazzo la interruppe.
"No Izzy, non voglio più ascoltare niente per oggi, ne ho le palle piene" sbottò voltandosi per allontanarsi. Isabella guardò Sebastian in cerca di appoggio, ma il ragazzo sembrava essere inespressivo, fisso con lo sguardo sul muro davanti a lui. 

Ma cosa stava succedendo quel giorno?

Prima che potesse dire qualcuosa, Joel si era già allontanato dalla centrale operativa. Sbuffò decidendo di seguirlo, doveva sistemare le cose e capire quale fosse il suo problema.
"Jo aspetta" disse a voce alta accelerando il passo nel corriodio per raggiungerlo, ma il ragazzo non accennò ad arrestare il suo passo rapido.
Fece una piccola corsa e lo raggiunse, parandosi davanti a lui.
"Joel Josiah Thorne! Aspetta" disse risoluta mettendo le mani sui fianchi e bloccando la fuga del ragazzo "si può sapere cosa ti prende?" gli chiese guardandolo negli occhi.
Il biondo, dopo un attimo di indecisione, finalmente la guardò a sua volta.
"Non lo so, ma io non mi fido di lui" disse acido.
Isabelle accennò un sorriso "tu sei proprio come Alec..." decretò improvvisamente.
Joel la guardò confuso, quindi si affrettò a spiegare.
"Volete proteggere la vostra sorellina, ma non avete ancora capito che lei se la sa cavare meglio di voi da sola..." disse ampliando il suo sorriso.
Si guardarono intensamente e Izzy si convinse di aver fatto centro.
"So che non è facile per te non poterla proteggere, essere lontano da lei e non sapere cosa sta facendo e come se la passa... ma Rosalie Thorne è forte! E tu dovresti capirlo una volta per tutte... dalle un po' di fiducia, non remarle sempre contro... da quando è entrata a far parte del mondo invisibile non hai fatto altro che mettere in discussione le sue scelte e le sue idee, è ovvio che lei ce l'abbia con te adesso"
Joel alzò gli occhi al cielo, per poi riportarli in quelli della ragazza bellissima davanti a lui, consapevole di quanta ragione ci fosse nelle sue parole e sospirò rassegnato.
"Hai ragione..." ammise "è da quando sono nato che proteggo le spalle a mia sorella e l'idea di non poterla proteggere quando ne ha bisogno mi fa impazzire" disse a bassa voce incorciando le braccia al petto.
"Se lei si fida di Laurance Meyer... anche tu dovresti fidarti di lui"
"Laurance Marshall vorrai dire" la corresse il ragazzo.
Isabelle scosse la testa "qualunque sia il suo cognome... Laurance ha la fiducia di Rose... e credo che come lo conosca lei, nessuno di noi possa conoscerlo... non avere pregiudizi sulle intuizioni di tua sorella, se lei si fida di lui anche tu dovresti farlo" disse guardandolo seria "quando Jonathan Morgenstern si è introdotto qui all'Istituto si è servito di me per farlo... perché ero debole, perché ero una bersaglio facile" raccontò riportando alla memoria dei ricordi decisamente poco piacevoli "Rose non è debole, Rose non ha bisogno di qualcuno che le dica cosa fare perché tutte le sue decisioni le ha sempre prese con la sua testa... per quanto fosse confusa, per quanto fosse indecisa, ogni sua scelta è stata sua ed esclusivamente sua. E' rimasta sempre fedele a sé stessa, non si è mai fatta raggirare da nessuno" proseguì intenzionata a far capire una volta per tutte il suo ragionamento al ragazzo davanti a lei "dovresti fidarti anche tu di Laurance, non ha mai fatto niente contro di noi, nonostante sia il figlio di Tom Marshall. Non hanno importanza i nomi che il destino ci ha assegnato, quello che fa la differenza sono le nostre azioni"
"Hai molta fiducia anche tu nello stregone mi sembra" commentò stizzito il biondo, con un velo di gelosia nella voce che lo tradì. Isabelle sorrise divertita, senza riuscire a trattenersi.
"Non sarai geloso Joel..." lo prese in giro incrociando le braccia al petto. Il ragazzo sorrise malizioso, avvicianandosi ulteriormente a lei, fino ad arrivare a pochi centimetri dalle labbra.
"Mi da solo fastidio che lo osanniate tutti come se fosse il nostro salvatore... è solo un bugiardo che ha mentito sulla sua identità" disse risoluto, senza far sparire un sorrisetto divertito dal suo volto. Izzy non mollò la prese, e si avvicinò ulteriormente a lui, decisa a non perdere la sfida che si era instaurata tra di loro.
"Ma è anche la persona che ha salvato più volte tu sorella... e tutti noi"
Joel rimase in silenzio, senza sapere come controbattere.
Colpito e affondato.
"Dovresti scioglierti un po' Jo, sei sempre sulle difese, invece ogni tanto dovresti abbassare le tue barriere" disse pacata la ragazza.
"Le abbasso solo con te" ammise d'istinto il ragazzo, spiazzandola totalmente con quella confessione improvvisa. Sorrise d'istitno, senza riuscire a trattenersi.
Nessuno, da quando Simon era andato via, era riuscito a farla sentire come faceva Joel.
All'apprenza poteva sembrare uno spaccone, pieno di sé e sempre sicuro di essere nel giusto, un po' come Jace... ma bastava grattare un po' sotto la superficie per capire quanto in realtà fosse buono e protettivo con le persone a cui voleva bene. In quei mesi aveva sempre cercato di farla sentire bene; ogni giorno no, ogni giorno in cui era triste, ogni giorno in cui si sentiva fiacca lui si inventava qualcosa per tirarle su il morale. Un giorno l'aveva addirittura accompagnata a Los Angeles, a salutare suo padre che non vedeva da molto tempo... era sempre attento a tutti, era sempre attento a non pestare i piedi a nessuno.
Si preoccupava per gli altri, e questa era decisamente la qualità più bella di lui. 

Claimed by the shadows - II VolumeWhere stories live. Discover now