Capitolo 37

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Pioveva a dirotto e il tempo calzava a pennello per il funerale. Nuvole grigie e tuoni facevano da cornice all'evento. Molte persone erano li a piangere e a portare un po' d'affetto alla famiglia, questo conferma che era una persona amata e noi ne avevamo bisogno.

Entrammo in chiesa e ci sedemmo in prima fila pronti per ascoltare la messa funebre, i quaranta minuti più lunghi della mia vita. Tra le lacrime e strette di mano accompagnammo la bara al cimitero a piedi, per fortuna ci vollero dieci minuti ad arrivare, non per essere crudele ma i pianti e la tristezza delle persone non erano di certo d'aiuto, anzi mi rendono più vulnerabile. Arrivammo davanti all'oculo di famiglia, ci bloccammo mentre aspettavamo che portassero la bara di fronte a noi e si creò un semi cerchio lasciandoci più vicino ad essa per darle l'ultimo saluto. Uno alla volta i parenti più stretti si avvicinarono, c'era chi si accasciava sopra urlando e piangendo allo stesso tempo, chi le diede solo un bacio e poi chi come me si avvicinò abbassandosi a sussurrarle da fuori sperando sentisse "Non ti preoccupare mi prenderò cura io di lui" presi un respiro e continuai "Grazie per quello che hai fatto per me, te ne sarò per sempre grata, ti voglio bene. Riposa in pace" lasciai la mano appoggiata per qualche secondo ricordando i suoi caldi abbracci e solo al pensiero mi scese una lacrima. Lentamente le persone iniziarono ad andare via, lasciando più intimità alla famiglia, poi a un tratto venni distratta da una voce dietro di me "Condoglianze" disse dandomi due baci sulle guance "Grazie Maca" l'abbracciai cercando di asciugare le lacrime, poi fece segno con la testa indicando due alberi non lontani da noi. Senza farmi vedere mi avvicinai "Commuovente la veglia" mi uscii un piccolo sorriso poi tornai seria "Dov'eravate? Non vi ho viste" aprii l'ombrello perché stava ricominciando a piovere dopo la mezz'ora di tregua "L'ho obbligata a stare dietro, odio i funerali" replicò "Siamo in due" avvicinai l'ombrello facendole spazio "Qualcosa avrai pur preso da me" passò il suo braccio sotto al mio e iniziammo a camminare verso Macarena "Posso dire una cosa?" annuii "Finalmente! Non la sopportavo più" non sapevo se ridere o piangere "Mamma! Non si dicono queste cose" "Riposi in pace ovviamente" replicò subito "Allora cosa vi ridete voi due?" chiese la bionda "Segreti tra madre e figlia" conclusi l'argomento perché sicuramente si stava rivoltando nella tomba "Condoglianze Guzman, ci mancherà molto tua madre" lui ringraziò, aveva gli occhi rossi "Celebreremo con un rinfresco in sua memoria a casa dei miei genitori, vi unite a noi?" si scambiarono sguardi in cerca di una risposta "Ne saremo onorate, grazie".

Un mese dopo...

L'acqua era limpida di prima mattina, il sole si stava svegliando mostrando i primi colori dell'aurora dorata tendente al rosa e la tranquillità in quel momento regnava facendomi ascoltare a pieno i suoni della natura. Sta notte non ho dormito bene, un altro incubo mi fece svegliare prima di tutti, lo stesso incubo che mi perseguita da mesi. Chiudo gli occhi e vengo trascinata sempre nella stessa scena dove passai il giorno più brutto della mia vita, solo che il finale era diverso: stavo camminando verso mia madre dopo lo scambio della spilla e lo sparo che sentimmo fu quello della pistola di Goya, da cui fuoriuscii un proiettile che mi colpì da dietro. La scena era al rallentatore, mentre mi accasciavo verso terra vedevo mia madre che urlava venendo verso di me per prendermi al volo. Vederla piangere mi faceva più male della pallottola che stava penetrando il cuore, perché nessuno l'ha mai vista piangere e ciò vuol dire che stava veramente provando dolore in quel momento. Appoggiai la mano sopra la sua guancia per tranquillizzarla, ma non riuscii a fare altro perché gli occhi si chiusero per poi riaprirsi nella realtà. Ogni volta che mi capita quando mi risveglio controllo se c'è Guzman al mio fianco e mi stringo la pelle pizzicandola cercando di provare dolore e di non essere morta per davvero.

"Che ci fai già sveglia?" arrivò Zulema sedendosi di fianco a me sul ponte del lago "Sogni brutti" mi porse una tazza di te caldo "Sempre lo stesso?" girai lo sguardo verso di lei "Come fai a saperlo?" le domandai incuriosita "Ricordati che so sempre tutto" poi capii "Guzman..." "Un giorno ne abbiamo parlato, è davvero preoccupato per te" buttai giù un sorso "Non c'è ne bisogno, sto bene" "So che stai bene, perché non ammetteresti mai le tue debolezze su questo mi somigli molto, ma riconosco che a volte parlarne toglierebbe un peso grande" sospirai iniziando a raccontarle il sogno e alla fine mi uscii una lacrima "Posso confessarti una cosa?" annuii "Capita anche a me delle volte sai?" portò la tazza al viso, la guardai stupita "Tutti facciamo sogni brutti e rivivere quella scena è successo anche a me" deglutì "E' normale bambina, abbiamo vissuto uno dei momenti più brutti per entrambe. Io ho avuto paura di perderti un'altra volta, ma quella volta per sempre e giuro che non me lo sarei mai perdonato" fece un respiro "Poi invece il destino ha voluto che quella pallottola colpisse la grassona salvandoti" posai la tazza dietro di me "Sembra scontato dirlo, ma i ricordi passeranno con il tempo e con esso anche i brutti sogni e poi da li incominceranno solo più quelli belli" continuavo a osservare quanto fosse imperfettamente unica, po continuò "Guardami" spostai il mio sguardo dritto nei suoi occhi verdi "Non chiederò il tuo perdono, perché ciò che ti ho fatto è imperdonabile ma ero smarrita nell'odio e nella vendetta, da quando sei venuta al mondo hai sottratto ciò che restava del mio cuore e ora ti ho ritrovata per sempre. Te lo giuro, impedirò che ti venga fatto del male finché io avrò vita e non un giorno passerà senza che mi manchi il tuo sorriso" con gli occhi lucidi sorrisi a quelle parole  "Sei sicura di essere Zulema Zahir?" dissi ironicamente "Stronza hai rovinato un momento raro" mi spinse con la mano e con un gesto veloce mi buttai tra le sue braccia stringendole forte a me "Grazie per non esserti mai arresa" le confessai "Mai" continuò accarezzandomi i capelli "So che non te lo dico mai, ma ti voglio bene mamma" "Anche io, da morire bambina mia" mi baciò la testa e restammo abbracciate per alcuni minuti rimanendo ferme ad ascoltare ciò che la natura aveva di bello da offrirci, fino a quando venimmo interrotte da delle urla dietro di noi. Erano Maca e Guzman in costume da bagno che stavano correndo sulla passerella per buttarsi nel lago, entrambi con due tuffi a bomba tanto da bagnarci dalla testa ai piedi. Poi uscirono e con forza ci buttarono anche a me e alla mamma nel lago, sentivo la sua voce in lontananza "Giuro che stavolta vi uccido" e scoppiai a ridere pensando che era l'ultimo giorno che passavamo al lago.

Un weekend al mese avevamo deciso di venire tutti e quattro qua per vederci e raccontarci come vanno le nostre vite: la mamma e Macarena hanno comprato un camper per viaggiare il mondo, non voglio sapere come. L'altra settimana sono andate a trovare Saray, mi hanno fatto vedere le foto e la bionda ha fatto la proposta di matrimonio a mia madre, io sapevo tutto perché Maca mi aveva chiesto il permesso, sincera avevo un po' paura della risposta, non perchè non l'amasse, ma perché bisogna aspettarsi tutto da Zulema. Sono felice che la mamma abbia trovato qualcuno che la supporta ma soprattutto che la sopporti, il suo carattere non è facile. Il nostro rapporto è cambiato, anche se non ci sentiamo sempre so che quando ho bisogno lei c'è e questo non potrebbe che rendermi la figlia più fortunata del mondo. Per quanto riguarda me e Guzman, dopo la morte di sua madre ho dovuto prendere il suo posto per i lavori principali a cui lei si occupava, è stato un po' difficile all'inizio ma ora ci sono dentro come una vera donna d'affari, ma dovrò richiedere qualche giorno di ferie, perché qualche minuto fa ho scoperto di aspettare un bambino.



RINGRAZIAMENTI

Per incominciare voglio ringraziare i creatori di Vis a Vis che hanno dato vita a personaggi a cui noi tutti ci siamo affezionati talmente tanto che abbiamo deciso di creare altre storie su di essi, soprattutto perché la nostra Zulema non meritava di morire, ma sappiamo che per noi sarà sempre viva.

Poi vorrei ringraziare ognuno di voi, tutti quelli che sono arrivati a leggere questa storia fino a qui e anche quelli che ci hanno provato, questo è soggettivo. Ammetto di aver riscontrato problemi negli ultimi mesi con le pubblicazioni dei capitoli, ma si sa che il lavoro può incidere su questo e mi dispiace molto avervi tenuto in sospeso, spero mi perdoniate. 

Dopo tutta questa pappardella, grazie di essere stato con me fino alla fine!!!  Non so se si è capito ma cito un sacco di film ahah

E ricordatevi sempre:

"SOLO MUERE QUIEN ES OLVIDADO. Y A MI ME VAN A RECORDAR!"

CRIMEWhere stories live. Discover now