Capitolo 31- Seconda Parte

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POV JADA

"Stavo dicendo che è colpa di entrambe, ma voglio che tu conosca anche la mia parte . La nostra storia è iniziata male: la separazione e il carcere per entrambe, tu dietro a delle sbarre e io con la nonna, ogni giorno che passavo in più con lei mi istruiva a non diventare come te, passando tutto il tempo a denigrarti. La mia idea su di te era brutta perché ero una bambina a cui veniva ripetuto che la madre l'aveva abbandonata per scappare con gli uomini, cosa volevi che pensassi?" non mi sono preparata un vero discorso, sto facendo parlare il cuore ed è ora che sappia ciò che provo "La storia si è ripetuta su di me: sono cresciuta con la nonna e le sue restrizioni come te, ho sognato la libertà e ho creato problemi come te e infine entrambe siamo state rinchiuse in carcere, ma la cosa che abbiamo più in comune è la sofferenza della mancanza l'una dell'altra nella propria vita. Se non sbaglio te l'avevo scritto nella lettera prima di uscire dal carcere 'Una cosa che ci lega è il cordone ombelicale che non ci hanno mai tagliato' forse perché l'amore tra madre e figlia è più forte di qualunque altra cosa? Anche se non l'abbiamo provato fisicamente posso dirti che è così, perché non c'è stato giorno in cui io non abbia smesso di pensarti, anche se in carcere sei stata una stronza puttana, ti volevo bene perchè eri mia madre" presi un respiro e buttai giù un po' dello spritz che mi aveva ordinato, giusto per idratare la gola che si stava seccando "Prima di incontrare Guzman al liceo, ero la ragazza araba modello, quella che tutte le suocere avrebbero desiderato: velo, preghiera e pulizie di casa ogni maledetto giorno, ma da quando l'ho incontrato qualcosa è cambiato, ho iniziato a vedere il mondo con occhi diversi e forse come lo vedevi te alla mia età. Voglio che tu sappia che tipo di uomo ho al mio fianco: seppur ricco è diverso, generoso e altruista, mi ama alla follia ed è questo che voglio nella mia vita, qualcuno che mi ami, che farebbe di tutto pur di vedermi felice, persino contattare l'ispettore ogni giorno per far uscire in anticipo dal carcere la madre della sua ragazza" i suoi occhi si aprirono increduli "Si è grazie a lui che sei fuori, il mio era solo un pensiero, lui ha agito" senza pensare alla sua reazione le presi le mani tra le mie "Ora che sai la maggior parte della storia sulla mia vita, ho bisogno solo di chiederti un favore, non ti ho mai avuta veramente nella mia vita e anche se ora è cambiata completamente voglio che tu ne faccia parte, se vorrai ti aiuterò a migliorare la tua o anche solo farne parte, perché io non ti voglio cambiare, voglio solo che tu sia al mio fianco, quindi la mia domanda è: Vuoi vivere una vita con me al tuo fianco? Madre e figlia riunite!" si era bloccata come una statua, si vedeva che non sapeva cosa dire, un'altra volta l'avevo messa in difficoltà a scegliere tra me e la sua vita, allora decisi di intervenire "Non voglio che il discorso di prima ti blocchi, anzi non pretendo che tu mi scriva ogni giorno o che ogni giorno ci dobbiamo vedere, voglio che tu continui la tua vita di prima e che ogni tanto quando vuoi ti puoi fare sentire" prese a respirare "Potrai anche assomigliarmi, ma questo tuo lato pieno di emozioni non l'hai sicuramente preso da me" scoppiammo a ridere "Anche se sembra una dichiarazione di matrimonio, farò il possibile per stare al tuo fianco" provai a rischiare, mi alzai e andai di fianco a lei e senza pensarci troppo aprii le braccia e l'avvolsi in un abbraccio. Era rigidissima "Tranquilla è solo un abbraccio" e dopo le mie parole si lasciò andare, stringendomi più forte.

Passammo mezz'ora a parlare senza fermarci, all'inizio è stato un po' imbarazzante, ma dopo qualche risata abbiamo capito che non ce ne era il motivo, così mi invitò a cena da lei 'Amore non ci sono a cena, ci sono degli avanzi in frigo o puoi ordinarti del cinese. Zulema mi ha invitato a casa sua, poi ti racconto. Ti amo' inviai un messaggio a Guzman per avvertirlo e in meno di un secondo mi rispose 'Aggiornami ogni ora, ho bisogno di sapere che tu stai bene. Per il resto divertiti amore mio, ti amo anche io".

L'appartamento si trova all'ultimo piano di un edificio in periferia, in realtà è un loft abbandonato con una terrazza, che hanno cercato di arredare a modo loro "Non guardare il disordine" disse facendomi entrare. Nel salotto c'erano altre tre ragazze: una era appena rientrata dalla terrazza, se non ho capito male lei è Monica, capelli sul castano chiaro e occhi verdi, vestita casual con una bandana sulla testa, poi c'è Goya la più in carne di tutti e indossa vestiti maschili, infine c'è la sua ragazza, l'opposto di Goya, secca e bassa, tutta vestita di rosa e brillantini "Abbiamo un nuovo acquisto?" disse quest'ultima appena mi vide "Stai zitta Trina, lei è la figlia di Zulema" non capendo a cosa si stava riferendo decisi di ignorarla e salutare tutte con una stretta di mano. C'era molto imbarazzo nell'aria, sopratutto quando mia madre mi ha lasciata da sola con loro a guardare la televisione, ma passarono solo pochi minuti dall'entrata di Maca "Ho preso la cena!" urlò "Finalmente fai qualcosa di buono" disse a bassa voce la piccolina, ma se ne pentii qualche secondo dopo aver ricevuto una borsata sulla testa dalla bionda "Jada non guardare, non è sempre così a volte fa anche la brava" rispose riferendosi a Trina "Ti aiuto ad apparecchiare" trovai una scusa per allontanarmi il più veloce possibile da questa banda di matte "Magari fossero tutte come te!" sorridendo presi la tovaglia e le posate "Maca posso chiederti una cosa?" mentre prima aspettavo seduta sul divano, mi passò per la mente un'idea "Dimmi pure" continuò lei "Sabato ci sarà il Gala annuale di beneficenza a casa dei genitori di Guzman, non so se hai sentito alla mia Laurea, ma io sarò la madrina della serata e vorrei invitare te e Zulema come mie ospiti, ci verreste?" passò qualche secondo prima che mi accorsi che era ferma immobile a guardarmi "Maca?" la sua faccia era strana "Si si, credo di si".

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