Capitolo 7

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PRESENTE

POV. ZULEMA

Avevano appena spento le luci ed era ora di dormire. Le guardie stavano per fare il cambio turno e Saray colse l'occasione per aprire la porta della cella con la chiave che aveva rubato alla sorvegliante ed è così che entrammo in azione.

"Cella 225 Zule" mi indicò Saray.

Arrivammo li di fronte, c'era anche lei, quella puttana di Iolanda le teneva la mano.

"Ioly" la chiamai cercando di svegliarla "Stai dormendo?"

"Più o meno " rispose.

"Ci fumiamo una sigaretta in bagno? Ho bisogno di rilassarmi" si alzò dal letto e venne incontro.

"Ma non ho tabacco"

"Io si" le aprii la cella per farla uscire.

Raggiunto il bagno Casper e Saray bloccarono Iolanda e la legarono ad una sedia.

"Allora dimmi un po' Ioly bella" mi accesi una sigaretta "Dove hai nascosto i soldi?" scoppiò a ridere "Pensi che io stia scherzando?" le spensi la sigaretta sulla guancia, lei urlò.

"Non te lo dirò mai puttana di merda"

"Sicura? Ti ho dato tante possibilità piccola Ioly, stavi iniziando a starmi simpatica e guarda un po' devi rovinare tutto per dei soldi" le arrivai faccia a faccia "Allora?" mi sputò addosso.

"Bruciatela" lasciai il lavoro sporco alle altre due, accesi un'altra sigaretta e godei dello spettacolo.

IL GIORNO DOPO

Passai per caso davanti alla cella 225, girava la voce che Iolanda fosse morta.

La sentii parlare, la sua voce era cambiata dall'ultima volta che l'ho vista, era cresciuta.

"Vuoi dell'erba?" le domandò Annabelle .

"Si grazie"

"Ti do tutto quello che vuoi" si sedette al suo fianco "Poi quando esci di qui ti posso dare un lavoro, con questo visino ti faccio guadagnare ventimila euro al mese" strinsi i pugni per evitare di andarle a spaccare la faccia.

"L'erba basta" le rispose.

"Tieni" mi domandai quando iniziò a fumare.

"Com'è andata con l'avvocato?"

"Male non mi è servito a niente"

"Mi dispiace dolcezza però il favore te l'ho fatto"

"Grazie tante"

"Sai cosa puoi fare tu per me?" mi sporsi leggermente per vedere meglio "Non avere paura" la stava accarezzando, poi la prese dai capelli e con forza la buttò per terra "Ora me la lecchi" la trascinò dai capelli "Avanti cazzo leccamela" stavo stringendo così forte i pugni che sentivo le unghie penetrare la carne. "Fai piano. Guarda qua la vedi questa cicatrice? Colpa di tua madre , ha preso delle ossa di pollo e me le ha infilzate qui in profondità. Ma tu sei venuta per ricompensarmi  e biondina farai quello che ti dico quando te lo dico" per fortuna entrò la riccia in tempo.

"Lasciala in pace" urlò.

"Che ti prende riccia?"

"Devi lasciarla in pace"

"Ti sei innamorata?Non è mica un dramma"

"Vattene Annabelle" me ne andai pure io senza farmi vedere.

Per fortuna c'era Riccia, non riuscivo a vederla indifesa, ma sopratutto a sopportare che io 'sua madre' non potessi fare niente per aiutarla. Ma non potevo farci niente, nessuno doveva sapere quale fosse il mio punto debole.

All'esterno del carcere c'è un pollaio con all'interno delle galline , una per ogni detenuta, giusto per farci passare il tempo qua dentro, ed ero proprio li mentre aspettavo Saray. Sentii aprire la porta e mi nascosi dietro la piglia del mangime, era Jada. Si diresse verso la gabbia della mia gallina, aprì la porticina e con aria vendicativa cercò di strangolarla. Sbucai alle sue spalle e la bloccai in tempo.

"Abbassiamoci" le dissi "Ascolta bene quello che ti sto per dire perché è l'unico consiglio che voglio darti" sbuffò "Ascoltami cazzo! Nessuno ti salverà in questa vita, nessuno! Sei sola, siamo tutti soli perciò o impari a cacciare da sola o diventi il pasto degli altri. Devi scegliere la prigioniera più temuta, Annabelle e cacciarla, lei è un animale tutte le detenute la temono, ma è lenta e grossa coglila di sorpresa e distruggila. L'importante è che che ti vedano tutti, se esiti si sente la tua paura, tu sei fottuta" le portai l'arma con cui avevo ferito Annabelle, simile alla mano di Wolverine ma fatta con le ossa di pollo.

"Prendilo, afferralo" lo afferrò "Bene ti ho portata dentro nove mesi, ti amavo più di chiunque altro, ti ho sentita crescere. Sei mia figlia, hai il mio sangue puoi farcela. Che peccato non essere qui per vederlo, falla a pezzi".

"Perchè dove vai?" mi domandò.

"Verso la libertà tesoro" me ne andai con gli occhi lucidi lasciandola li da sola.

CRIMEWhere stories live. Discover now