Capitolo 20

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POV.ZULEMA

"Zahir hai una visita" alzai lo sguardo e con faccia sorpresa notai che la guardia non si riferiva a me "Qui lo scorpioncino ci sta nascondendo una cotta" bisbigliò Saray addentando una banana, quando Jada andò via colsi l'occasione per rubarle il posto sedendomi al fianco della gitana "Oh guarda chi c'è! Zule sei pronta ad aggiungere un posto in più a tavola?" scoppiarono tutte a ridere, ma non c'era un cazzo da ridere "E' la seconda volta in meno di due giorni, tu sai chi è?" le domandai mordendo la mela che aveva lasciato Jada nel vassoio "Non ha parlato con nessuno è muta come un pesce" mi alzai avvicinando il mio viso a quello di Saray "Me ne occupo io, tu controlla che fili tutto liscio" lei annuii.

Mi recai in cortile ad aspettare il suo arrivo. Finalmente oggi metteremo in atto il piano studiato per più di otto mesi e riusciremo a evadere da questo posto di merda, l'unico problema è che proporrò a mia figlia di venire con noi, non credo sia pronta ad affrontare quest'avventura con quattro detenute pazze come noi, ma sinceramente non me ne frega della sua risposta, se accetterà renderà tutto più facile e sarò disposta ad aiutarla ma se mi dirà di no, la lascerò qua dentro a malincuore senza problemi. Passarono ore ma niente, nemmeno l'ombra "Zulema" Yerro si avvicinò "Cosa vuoi?" tirò fuori un foglio dalla tasca dei pantaloni "Leggila" si allontanò lasciandomi seduta su quel tavolo in mezzo al cortile, incrociai le gambe e lentamente aprii il foglio sul quale c'era scritto il mio nome:

"Avevi ragione, sei proprio una madre di merda e allora che cos'è che mi lega a te? Un cordone ombelicale che non ci hanno mai tagliato? Io ho provato a spezzarlo, con le mani, con i denti , per tutta la vita e so che tu hai fatto lo stesso, so che hai provato a dimenticarmi, che hai resistito fino alla fine prima di consegnare Macarena, so che hai tradito te stessa. Però se c'è una cosa che abbiamo in comune Zulema e che nessuna delle due è riuscita a tagliare quel cordone, siamo unite per quanto faccia male a entrambe. Volevo abbracciarti prima di andarmene, si perché sta mattina i genitori di Guzmán  hanno pagato la cauzione, sono libera! Strano vero? All'inizio nemmeno io ci credevo ma Guzmán  è vivo e mi ha aiutata; come dicevo prima avrei voluto abbracciarti ma non lo farò sai perché? Perché so che mi rifiuteresti anche se avresti altrettanta voglia di abbracciarmi e forse perché inizio ad assomigliare a te, a essere una vera figlia di puttana e questo mi piace ma allo stesso tempo mi terrorizza. So che avresti voluto parlarmi in questo momento, ma al contrario ti trovi a leggere un volantino scritto all'ultimo minuto, ma ti posso promettere che quando mi darai l'opportunità e solo quando lo vorrai, mi farò perdonare. Prima di salutarti ho una domanda: che nome mi avevi dato alla nascita? So che Jada la scelto la nonna, ma come mi avevi chiamata tu? Mi piacerebbe saperlo" quando finii di leggerla gli occhi si colmarono di lacrime ma mi bastò il suono delle urla di Saray a non farle cadere, le andai incontro mettendo la lettera nella tasca "Allora che ti ha risposto?" in quel momento avrei voluto parlare d'altro, mi sentivo tradita dal mio stesso sangue "Siamo solo noi, se n'è andata" con la mano mi bloccò il braccio "Come se n'è andata?" con forza levai la sua mano "Che cosa non hai capito da se n'è andata? Ora chiudi quella cazzo di bocca e andiamo in lavanderia".

Passammo inosservate dalle guardie, pronte per incominciare il nostro turno di lavoro in lavanderia, ma questa volta invece che stirare e piegare mutande saremmo uscite da questo posto di merda attraverso una galleria dietro la lavatrice "Brava Casper" le diedi una pacca sulla spalla dopo aver visto il buco che aveva terminato di scavare, girai lo sguardo per vedere se le lenzuola coprivano bene la visuale delle telecamere "Perfetto andiamo cazzo!" una alla volta ci infilammo dentro "Dai forza! Muovete quel culo" urlò la gitana poi mi abbracciò felice, io ero l'ultima a entrare, quando mi girai per tirare la corda sentii la porta della lavanderia aprirsi "Prendete la corda e tirate" e con tutta la forza che avevamo tirammo la corda che avvolgeva la lavatrice, rimettendola al suo posto contro il muro, con la mano feci segno alle altre di stare in silenzio e quando sentimmo la porta chiudersi feci un bel dito medio mandando a fare in culo la polizia. Non so cosa ci aspettava oltre quella galleria ma posso dire che il profumo di libertà si faceva sentire sempre di più.


*SPAZIO AUTORE*

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