La Caduta dell'Ultima Maschera pt2

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«Aprile! Tienile ben aperte quelle dita!»

Audrey lasciò cadere nel mare il flusso d'acqua che stava controllando e sollevò le mani mostrando all'orfano la giusta posizione delle dita. «Così devono essere.»

Poco più avanti, a sinistra, Nick era impegnato a correre alla velocità di un normale essere umano con l'acqua che gli arrivava al petto facendo avanti e indietro tra i due pali che erano stati conficcati nella sabbia ad una distanza di circa quindici metri l'uno dall'altro.

Il sole caldo di tarda mattinata colpiva inesorabile e senza pietà le spalle abbronzate dei giovani Ultra, diventando ad ogni minuto che passava sempre più cocente.

In qualche modo Gab e Nick erano riusciti a seguire l'allenamento restando perfettamente svegli, nonostante le quattro ore di sonno. Tre e mezzo per Gabriele.

La sveglia alle sette e un quarto aveva permesso a loro di fare colazione con calma e anche di spartirsi equamente il bottino di quella notte con il loro amici, appena destati, riuscendo addirittura ad arrivare comunque puntuali all'appuntamento con Audrey alla spiaggia Brandons, una delle più vicine a Bridgetown.

Ora però, dopo ormai due ore di allenamento quasi continuo, i due ragazzini cominciavano a sentire la stanchezza pesargli addosso. Anche la loro giovane insegnante iniziava a dare segni di essere un po' provata.

Gabri cessò di controllare il suo flusso d'acqua lasciandolo cadere anche lui nel mare e si studiò brevemente le proprie mani per poi sollevare lo sguardo verso Audrey guardandola perplesso. «Ma le mie dita sono completamente fatte d'acqua...»

La ragazza scosse la testa con fermezza, alcune ciocche ancora asciutte della chioma bionda seguirono il movimento con la stessa morbidezza delle onde del mare. «Non importa, tu devi comunque tenerle ben aperte quando domini l'acqua» replicò con fare deciso e autoritario.

«Beh... il piccoletto con le lentiggini non ha tutti i torti, Drey» le gridò Ghaith steso a pancia in giù sul suo telo color corallo a pochi metri dalla riva con addosso un paio di occhiali scuri per proteggersi gli occhi dal sole ed un bicchiere di granita all'anguria, ancora pieno, posto al suo fianco sulla sabbia. Era arrivato circa un'ora prima e da allora non aveva fatto altro che rimanere lì a prendere il solo ed intervenire di tanto in tanto con qualche commento a caso. «In effetti le sue mani sono già fatte completamente d'acqua! Non ha bisogno di tenere aperte le dita.»

Audrey gli scoccò un'occhiata seccata. «Ma tu sei venuto qui per aiutarmi o per vedermi in costume?»

Da quella distanza, Gab parve di vedere il ragazzo sorridere in difficoltà. «Ehm... se ti rispondo con la seconda non ti arrabbi, vero?» tentò Ghaith con tono speranzoso.

La sua ragazza non gli rispose verbalmente, si limitò invece a sollevare il braccio col polso piegato all'ingiù in direzione del compagno di Blocco. Obbedendo al suo gesto, un'onda dalle notevoli dimensioni si alzò dal mare e si diresse con sorprendente rapidità verso Ghaith investendolo in pieno.

«Mi sa di sì...» mormorò lui completamente bagnato dalla testa ai piedi, telo compreso. «NO! La mia granita!» esclamò successivamente non appena vide il bicchiere rovesciato a causa della forza esercitata dall'onda che gli era stata spedita contro con il contenuto riversato sulla sabbia e ormai mischiato con essa. «Non ne avevo ancora bevuto neanche un sorso!»

«Su forza! Alza quel tuo bel sedere e vieni qui a darmi una mano!» gli ordinò Audrey scherzosamente.

Sentendola, il ragazzo si tirò su gli occhiali da sole sistemandoseli sopra la testa, negli ultimi tempi aveva preso a tingersi diverse ciocche di capelli davanti di un rosso intenso, e sorrise ammiccante alla compagna. «Quindi ammetti che ho un bel sedere?»

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now