Il Dolore Del Cambiamento

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Quella mattina, gli orfani furono svegliati dalle urla di un bambino.

Molti le sentirono appena, invece chi condivideva il dormitorio con il piccolo non poteva ignorarle ma oramai col tempo avevano perso a farci tutti l'abitudine.

Era passato già un anno e mezzo da quell'incidente accaduto durante la gita in montagna con i bambini di terza elementare.

L'incontro con gli Oscuri aveva portato grossi danni psicologici ai piccoli.

Quasi tutti avevano sviluppato una fortissima paura del buio, non appena si faceva sera (qualunque stagione si trattasse) si rifugiavano nel salone con tutte le luci accese.

Qualcuno di essi trasaliva se per caso qualcuno urlava senza motivo, per poi scappare via spaventato. Molti non vollero più giocare "Eroi contro Oscuri" e presto quel gioco venne bandito dall'orfanotrofio, con sommo rammarico di Mirco.

Adriana ogni volta che c'era troppa nebbia tanto da oscurare l'ambiente circostante tendeva a diventare nervosa; Ceci non disegnava più pony, fatine e arcobaleni ma troll, orchi e creature mostruose.

I problemi peggiori li ebbero Matilde e Simone, non riuscivano più a dormire senza luce per timore che ci potevano essere dei mostri sotto al letto. In particolare, Simo non riusciva più a sopportare di sentire della saliva su qualunque parte del proprio corpo, si metteva a piangere e urlava isterico finché non era pulito. Gli ricordava troppo quel mostro con la lingua lunga e viscida.

Tutti per almeno un paio di mesi avevano gli incubi su quanto che era accaduto, ma quello a cui capitavano più frequentemente era Gabriele.

Si svegliava molto spesso, nel cuore della notte, urlando a pieni polmoni o con le lacrime agli occhi. Quando succedeva non riusciva più a riprendere sonno se non abbracciato a Dri, la sua presenza lo tranquillizzava.

Fu lui a urlare quella mattina.

Gli altri bambini della stanza gli lanciarono occhiate piene di apprensione e disagio.

Mirco gli salì sul letto. «Ehi Gabri, stai tranquillo.» cercò di rassicurarlo meglio che poteva.

Il bimbo continuava a respirare affannosamente con gli occhi sbarrati a fissare le coperte senza però guardarle realmente.

Le voci e le immagini che popolavano i suoi incubi continuavano ad apparirgli davanti.

«Ti ha abbandonato, non é così?»

«Proprio come ha fatto il resto della tua famiglia.»

«D'altronde chi potrebbe mai amarti?»

L'ombra del viso della mamma deformato da un ghigno malvagio, una risata malefica.

La piccola figura di Dri che si allontanava. «Non andartene...»

L'espressione dell'amica che lo fissava con odio e disprezzo. E paura.

Tanta paura.

«Non andartene.»

«Chi potrebbe mai amare un bambino come te?»

Si portò le mani sulle orecchie per non sentire più niente. Chiuse gli occhi per non vedere più niente.

Mamma gli voleva bene.

Non lo aveva davvero abbandonato.

Non avrebbe mai lasciato Dri.

Qualcuno lo strinse fortemente a sé, dandogli un effetto quasi calmante. Salvandolo da quel vortice da quel di cattivi pensieri che cercava di tirarlo giù con forza.

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now