Consegna delle Armi pt2

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A cena, nel tavolo del Blocco C22 regnava il silenzio. Un po' per l'agitazione in vista della cerimonia che era ormai prossima, ma molto per quella bizzarra discussione avvenuta sull'autobus tra Khadeer e Andrea.

Quella sui legami e sulle perdite.

Decisamente argomenti molto allegri.

Così tanto pieni di gioia che non hanno per nulla rovinato una bella giornata di mare passata coi propri amici come quella. Assolutamente no.

Pure ora il morale del gruppo era così alto da volersi buttare giù da un grattacielo (Gab non ne aveva mai visto uno dal vero ma aveva potuto ammirarne alcuni da delle foto trovate sui libri).

Si trovavano tutti in mensa seduti al loro tavolo, intenti a giocherellare pigramente con il cibo. Indossavano già le loro divise.

Pure Paulo non disse nulla di sarcastico sulla torretta di forchette che Gabriele era impegnato a costruire con le posate dei compagni e che si faceva portare dai droni-camerieri.

Se fosse stato in sé avrebbe passato la serata a criticarne la costruzione (anche per le cose più futili) smuovendo di tanto in tanto il tavolo facendola cadere per poi affermare che aveva ragione.

Ciò non era per nulla normale.

Gabri non pensava che l'argentino potesse rimanerne così sconvolto da lasciarsi sfuggire un'occasione simile.

Non doveva stare per niente bene.

Stessa cosa Fahed, da quando erano scesi dall'autobus non aveva sbuffato neppure una volta. Neanche quando prima Nick non riusciva a trovare i suoi occhialini che aveva sopra la testa.

Questo era molto grave.

Lanciò un'occhiata a Dri, concentrata ad infilzare senza pietà dei maccheroni innocenti ma con lo sguardo perso nel vuoto.

Allora Gabriele si voltò verso Nick, il quale si stava annoiando a restare lì senza fare o dire nulla.

Dovevano portare un po' di movimento a quella cena.

I due si scambiarono uno sguardo trovandosi in comune accordo, Nick appoggiò i gomiti sul tavolo e fece ai compagni «Ragazzi, avete dei musi più lunghi del collo di una giraffa.» commentò il ragazzino «Ma per fortuna ci pensa il vostro migliore amico Nick a portarvi un po' di allegria!»

Paulo sollevò un poco il viso. «Esattamente, da quand'è che saresti il mio migliore amico?»

«Precisamente da due secondi e mezzo fa quando mi sono proclamato come "Tuo" migliore amico.» rispose vivace il ragazzino.

«Piuttosto la morte» ribatté l'argentino.

«Esagerato» si aggiunse Gabriele con un'espressione malandrina sul volto. «Io opterei più per un calzino puzzolente di Fahed.»

«Tu non dovresti stare dalla mia parte?» protestò Nick guardando storto l'amico.

«Io sto dalla parte di me stesso.» scherzò l'altro facendogli la linguaccia, guardò poi per qualche secondo Adriana prima di aggiungere «E ovviamente anche quella di Dri.»

Lei gli sorrise riconoscente uscendo dal torpore di prima.

Fahed si accigliò leggermente. «Che hanno i miei calzini?»

«Niente» rispose veloce l'italiano «Fatta eccezione di essere considerati dall'intero dipartimento militare mondiale come arma di distruzione di massa tramite avvelenamento olfattivo.»

Nguyen si portò una mano davanti alla bocca nel tentativo di fermare la risatina che stava per sfuggirle. «Sono davvero così puzzolenti?»

«Di più!» disse Paulo «La prima volta che se ne è tolto uno in camera mi sono visto tutta la mia vita passarmi davanti.»

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now