In"Campeggio" Coi Soldati pt3

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«Capisco che non ti piace il thè ma potresti anche evitare di versarlo per terra!»

La voce aspra e severa di una Yen svegliata da poco in modi non propriamente definiti come gentili, furono in grado di riscuotere Gabriele dal suo torpore nel qual stava per ricadere nuovamente.

Con uno scatto il ragazzino raddrizzò la schiena rovesciando ancora un po' di thè alla pesca fuori dalla sua tazza di latta «Eh? Ci sono, ci sono» dichiarò riaprendo con fatica gli occhi «Sono sveglio!»

Dalla parte opposta del loro piccolo cerchio, Paulo ghignò beffardo intanto che soffiava sul suo thè «Sveglio non si direbbe»

«Intendi come te dopo la prima notte?» lo ribeccò Gabri sollevando un sopracciglio ed un leggero sorriso sul volto. «Perché, se ben ricordo, per riuscire a svegliarti abbiamo dovuto usare un calzino usato di Fahed»

L'argentino rabbrividì a quel ricordo nausebondo mentre la bocca si deformava in una smorfia piena di disgusto «Dovevi proprio ricordarmelo ora?» si lagnò «Sto facendo colazione cavolo!»

«Sei tu che hai cominciato» gli fece notare l'orfano nel bel mezzo di uno sbadiglio.

«Piantatela voi due» li richiamò placida Dri bevendo tranquillamente la sua tazza di thè, lei e Fahed erano gli unici a non avere ancora l'aria assonnata al contrario dei loro compagni, Nick stava praticamente dormendo con gli occhi aperti, e questo doveva essere certamente grazie al fatto che entrambi si erano dovuti svegliare tre ore prima rispetto agli altri per coprire il loro turno di guardia. Ma una cosa che condividevano tutti era la stanchezza dovuta al viaggio.

Erano passati solo tre giorni da quando avevano lasciato quella base militare sui confini ucraini e russi per scortare Mr Antipatia, ma ai ragazzini sembrava passato molto di più e le interminabili ore da passare seduti nei furgoni non avevano contribuito molto a rendere meno estenuante il loro viaggio.

Avevano già superato l'Ungheria e adesso si trovavano in un bosco che percorreva buona parte della Slovenia, anche qui i paesaggi innevati sembravano non volerli abbandonare seppur la quantità di neve presente fosse visibilmente ridotta rispetto agli altri due stati già oltrepassati.

Secondo i calcoli, dalla posizione in cui si trovavano, avrebbero attraversato i confini italiani quel giorno stesso e ciò significava che il termine della missione dei ragazzini era ormai alle porte.

Non che questa cosa li rendesse tristi, tutt'altro. A molti di loro mancava la vita comoda che si faceva alla villa o anche semplicemente vivere in mezzo alla civiltà.

Gabriele al contrario sembrava perfettamente a suo agio in quella vita all'aria aperta in mezzo ai boschi. Come se quello stretto contatto con la natura lo facesse sentire in qualche modo più vivo rispetto che in qualsiasi altro posto, tanto da renderlo molto più attivo e vispo del solito.

In più gli pareva si essere più tutt'uno con la sua abilità e con i quattro elementi basilari, persino con la terra qualche volta.

Certo, alcune cose della villa gli mancavano, come la cioccolata per fare un esempio, ma non quanto i suoi compagni che bramavano il momento in cui avrebbero avuto nuovamente l'elettricità e l'acqua corrente disponibili.

Quasi gli dispiaceva che fra solo sedici ore avrebbe dovuto dire addio a quei paesaggi semiselvaggi che li aveva accompagnati fino a quel momento.

Presto sarebbero tornati in mezzo alla civiltà e almeno tre di loro vi avrebbero fatto il loro ingresso già quel giorno.

E a proposito di questo, Gab convenne che era arrivato il momento di discuterne con i compagni prima di rimettersi in marcia.

«Dobbiamo parlare» dichiarò finendo di bere il poco thè rimasto nella sua tazza con una smorfia, si poteva benissimo dire che il thè non fosse una delle sue bevande preferite.

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now