Gabriele si Inventa Pilota

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«Gabriele Ossani e Cecilia Brighi. Potreste stare zitti almeno un secondo?» li rimproverò severa l'Educatrice Maria, che fungeva anche da insegnante all'orfanotrofio, mentre leggeva ai bambini un testo d'inglese.

«Mi scusi Maria.» fece subito Cecilia dando una gomitata a Gab. Lui la guardò storto.

«È colpa tua se ci ha sgridati! Se non avessi infastidito...»

«Ossani vuoi uscire per caso?» continuò la donna fissandolo severamente.

Il bambino aprì la bocca per protestare «Ma...»

L'occhiata dell'Educatrice fu alquanto eloquente.

«Scusa Maria.» borbottò Gabriele imbronciato.

Dal nervoso che aveva non riuscì più a stare concentrato, non che prima prestasse poi particolare attenzione.

Detestava l'inglese, non riusciva mai a comprenderlo. Specialmente per quanto riguardava le regole grammaticali.

Già faticava a sapere quelle italiane figurarsi quelle di un'altra lingua.

Perciò non stava ascoltando molto quanto la maestra stava dicendo, piuttosto era impegnato a progettare un nuovo aquilone che fosse migliore del precedente.

Cioè, il suo primo tentativo aveva funzionato alla grande. Basandosi soltanto su quanto che aveva letto in un libro era stato un gran successo.

Persino gli Educatori avevano elogiato la sua creazione mentre questa volava alta nel cielo azzurro.

Ovviamente questo prima di accorgersi che, da usare come tela per l'aquilone, Gab aveva ritagliato un pezzo del lenzuolo di Francesco.

Era stato piuttosto divertente.

Però sapeva che si poteva far di meglio.

Un aquilone più aereodinamico (aveva trovato quella parola su un libro che parlava di aerei, ci aveva messo settimane prima che riuscisse a pronunciarla correttamente), più veloce e più bello di un semplice quadrato di stoffa con due bastoncini.

Adesso però, con suo sommo fastidio, si ritrovava a tamburellare le dita sul banco dal nervoso. Incapace di andare avanti.

L'Educatrice Maria si bloccò di nuovo guardandolo da sopra dei suoi occhiali a mezza luna «Ossani...»

Gabri sollevò le dita dal banco mettendo fine a quel fastidioso rumore, ma aveva ancora bisogno di muoversi perciò tirò fuori dallo zainetto il cubo che Shakoma gli aveva regalato ormai più di un anno fa.

Era riuscito a risolverlo da mesi ma si divertiva tutt'ora a giocarci.

Lo rilassava.

Dri gli lanciò un'occhiata scuotendo la testa continuando a stare attenta, sapendo poi che avrebbe dovuto spiegare tutto ai suoi due amici una volta terminata la lezione.

Ceci invece era impegnata a guardare fuori dalla finestra ammirando le foglie dorate sugli alberi; quando queste cadevano sembrava che stessero ballando, accompagnate da lievi soffi di vento in quel fresco ottobre.

La scuola era ricominciata da solo qualche settimana, dando così inizio al secondo anno di elementari dei tre amici.

Gab e Ceci non ne erano stati poi così contenti, entrambi avevano riscontrato grossissime difficoltà in quasi tutte le materie scolastiche.

Cecilia ancora quando leggeva, lo faceva parola per parola ad una lentezza assurda mentre la scrittura di Gabriele era e restava sempre illeggibile, per quanto cercasse di migliorarla.

Pure in matematica, i calcoli erano qualcosa di troppo complicato (le divisioni poi...), ma ameno lì Gab riuscì a scovare dei trucchetti che gli permettevano di risolvere i problemi, posti dall'insegnate, in maniera più veloce ma corretta.

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now