Un'Allegra Gita in Montagna Finita Male

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La notte cullava dolcemente i propri figli immersi nei loro sogni. Il silenzio circondava il piccolo orfanotrofio di Verona.

Tutti ancora con gli occhi chiusi.

Non c'era nessuno che guardasse i meravigliosi disegni delle stelle che davano quel tocco di luce in un'oscurità senza fine, dolce quanto misteriosa.

Oppure quella meravigliosa luna che illuminava tutto con il suo bagliore bianco latteo.

Tutto circondato da un morbido silenzio.

Sarebbe bello poter bloccare lo scorrere le ore per ammirare per sempre questo affascinante paesaggio.

Ma il tempo non si può fermare.

Come quando il cielo a fine giornata si infiamma di mille colori, è in continuo movimento e vedi le sfumature cambiare senza sosta.

Una sottile linea rosata si accese sull'orizzonte. Piano piano si fece sempre più spessa mentre una palla infuocata faceva capolino oltre i tetti rossi della città sottostante e la luce farsi spazio prepotentemente sulla terra inondando i corridoi dell'edificio dormiente.

Sul tetto comparvero due ombre insolite, che non avrebbero dovuto essere lì. Due ombre di bambini, intenti a osservare zitti zitti i movimenti del cielo.

La notte si era fatta bella per loro, gli unici svegli in quel posto, e aveva ordinato alla dea Selene di illuminarne il cielo con il suo fioco bagliore. Solo per loro due.

Quelle due piccole figure non avevano chiuso occhio quella notte, non volevano e non vi erano riusciti. Desideravano invece vedere il loro mondo avvolto nell'oscurità.

Si erano recati, senza far rumore, al fiume per diventare i rispettivi Signore dei Boschi e Regina dei Fiumi fino a quando l'aria si era fatta fin troppo fresca. Allora avevano deciso di ammirare quelle piccole luci che trovavano nel cielo a fare compagnia alla luna, che quella notte era perfettamente sferica.

Ora invece si mossero, sempre in silenzio, scendendo dal tetto e attraversando i corridori non più bui fino ad arrivare ai rispettivi dormitori dove si infilarono nei loro letti e chiusero gli occhi nell'attesa della sveglia.

Questa arrivò solo qualche ora più tardi.

Dri e Gab, vista la nottata passata assieme, ebbero non poche difficoltà a destarsi.

Quel giorno poi la sveglia, per tutti i bambini di terza elementare, era stata fatta suonare di un'ora in anticipo visto che sarebbero andati in campeggio in montagna.

Mentre stavano facendo colazione, Adriana vide Giovannino con un enorme occhio nero e il labbro inferiore spaccato, una grossa crepa percorreva una delle lenti dei suoi occhiali.

«Gio! Che ti è successo?» esclamò stupita avvicinandosi a lui.

«Francesco...» mormorò il povero bambino. «Ieri stavo giocando con le macchinine e-e lui è arrivato dicendo che quelle fossero sue e che io che dovevo dargliele perché ci voleva giocare lui ora. Io gli ho risposto che le macchinine sono di tutti allora lui si è arrabbiato e mi ha dato tantissimi pugni.» raccontò singhiozzando il poveretto.

«Che cattivo!» gridò Ceci.

Dri guardò fuori dalla finestra. «È arrabbiato perché quando l'anno scorso ha preso la Cura non è diventato un Ultra.»

«Ma non è giusto che ci picchi per quello!» protestò pestando il piede Simone seduto vicino a loro.

Gab invece per una volta non contribuì alla discussione su Francesco, limitandosi piuttosto ad ascoltare distrattamente la conversazione cercando in tutti i modi di rimanere sveglio fissando la propria tazza di latte davanti a sé.

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now