Sogni di Natale

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Gli Educatori stentavano a credere che quanto stessero vedendo fosse vero.

Normalmente Gabriele e Cecilia non stavano fermi neppure col sonnifero, specialmente il primo. Adesso invece se ne stavano tranquilli nel dormitorio delle femmine a leggere insieme ad Adriana.

L'orfanotrofio Campostrini era da qualche settimana in pieno periodo di varicella. Gli adulti avevano deciso di adottare un vecchio metodo, usato a loro volta dai propri genitori quando erano piccoli, lasciando che i bambini sani e malati giocassero comunque insieme in modo da passarsi la malattia e isolando invece gli orfani più piccoli a cui poteva risultare più pericolosa.

Gabri e Ceci ne erano già guariti circa sei giorni prima mentre Adri era stata tra gli ultimi a prenderla ed ora era costretta a stare quasi sempre a letto. Per evitare che la loro amica si annoiasse o si sentisse sola, gli altri due rimanevano spesso nel dormitorio femminile a farle compagnia. Si portavano spesso dietro dei giochi da fare assieme, in alternativa disegnavano oppure costruivano un fortino composto da cuscini e coperte.

Quel giorno però Dri voleva leggere, perciò si avrebbe letto. E così, mentre Ceci era sdraiata a pancia in giù vicino al fondo del letto tutta intenta a disegnare canticchiando un motivetto allegro, Adri e Gab erano dalla parte opposta della bimba intenti a leggere l'una di fianco all'altro.

La prima era seduta in maniera composta con la schiena appoggiata al muro e le gambe piegate in avanti in modo tale da sorreggere il libro, il secondo invece al contrario; schiena stesa sul letto mentre le gambe stese e poggiate contro la parete. Leggeva in silenzio e se ne stava buono così.

Ad un certo punto si lasciò cadere il volumetto aperto sulla faccia mugugnando stanco, Dri sollevò appena il libro dal suo viso in un muto messaggio di continuare a leggere. Con uno sbuffo, il bambino obbedì.

Per il resto rimase completamente tranquillo.

Una volta che se ne stava fermo a non combinare guai era veramente un peccato, per gli Educatori, distogliere i bambini da quella attività così tranquilla, ma quello era un giorno speciale. Tutti gli orfani sotto i dieci anni, non malati, dovevano svolgere tutte le loro attività nel salone per poter essere esaminati.

L'Educatrice Caterina si avvicinò ai tre «Gabriele, Cecilia. Venite su» li chiamò con dolcezza. Gab sollevò gli occhi in direzione della donna e Ceci smise di canticchiare. «Adriana deve riposarsi.»

La bimba alzò gli occhi dal libro con disappunto. «Ma io non sono stanca.»

Gabriele diede un'occhiata fuori dalle finestre, nonostante il cielo grigio carico di pioggia poteva vedere ancora la flebile luce del primo pomeriggio. «È presto. Molto presto» fece notare.

«Forza voi due monelli.» fece Marco entrando anche lui nel dormitorio «Date retta all'Educatrice Caterina e andate nel salone a giocare con gli altri bambini.» quando la nominò prese a fissare la donna con intensità.

Non appena notò che Dri e Gab lo stavano osservando distolse lo sguardo imbarazzato.

A quel punto furono i due bimbi a scambiarsi un'occhiata d'intesa. Gabri sorrise furbescamente mentre Adri si portò un dito alla bocca cercando di non sorridere anche lei.

Gabriele ripeté il gesto continuando a sogghignare perspicace. Aveva capito il messaggio.

Lui e Ceci seguirono Marco fuori dal dormitorio. Prima di uscire del tutto ci fu un altro scambio di sguardi tra i due migliori amici. Un muto saluto.

E infine due sorrisi sinceri percorsero i due visi da fanciulli.

Una volta in corridoio Gabriele dovette accelerare il passo per trovarsi a pari con l'Educatore. «C'è una visita medica a sorpresa?»

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now