Primo Giorno a Villa Justice pt2

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Quando furono le sei del pomeriggio, Vipère decise che li aveva torturati abbastanza e li fece uscire dalla palestra. «Ricordatevi, domani vi voglio puntuali.» li avvisò.

Fuori nel corridoio, seduto sopra una sedia traballante, li aspettava Andrea.

«Ehi piccoli! Com'è andata?»

«Uno schifo» gli rispose Gabriele trascinandosi a fatica.

L'uomo sorrise a loro rassicurante. «Dai, non può essere andata così male» obiettò «È sempre così i primi giorni. Sono tante le cose da imparare, ingranare non è mai facile all'inizio.»

«La fai facile te, sei l'Eroe più forte qui alla Villa dopo Supreme Dragon!» fece Fahed abbattuto. «Non dev'essere stato così difficile per te!»

«Ed è qui che ti sbaglio caro mio.» lo corresse Andrea «I primi giorni qui alla Villa sono stati terribili, ero arrivato a fine mese che sembravo uno zombie. Poi quando cominciai ad adattarmi alla routine e a notare i miei progressi le cose divennero più facili.» raccontò «Dovevate vedere Navaìnica e Vipère quando erano soltanto dei Neo-Ultra. Neppure per loro è stato così semplice. Hanno fatto tanti di quegli errori. Pensate che Navaìnica per i primi tre mesi non poteva stare accanto a niente che avesse a che fare con l'elettricità per via della sua abilità, ha avuto serie difficoltà a controllarla tanto che doveva girare costantemente con dei guanti di gomma.»

I bambini ridacchiarono appena rincuorati. Allora non facevano così schifo.

Questo li aiutò parecchio a rasserenarsi un po'.

Risero tra loro all'idea di quel burbero di Navaìnica che girava con dei guanti giallo canarino. Gab optò per il colore rosa fluo, più imbarazzante.

Finito di scherzare, Andrea li invitò a seguirli. «Voglio farvi vedere una cosa»

«Dove?» non poté fare a meno di chiedergli Gabriele con i rimasugli dell'ultima risata ancora sulle labbra.

L'Eroe gli sorrise misterioso «In un posto che ti piacerà particolarmente» si incamminò per il corridoio seguito dai bambini curiosi di sapere che cosa voleva far vedere a loro.

L'unico che restò indietro fu Paulo.

«Tu non vieni?» gli domandò Adriana.

Lui scosse la testa «Non sono cose che m'interessano. Piuttosto preferisco farmi una bella doccia, non voglio mica puzzare come un Omèga.»

Dri si voltò senza dire niente, quando Gabri le chiese perché si ostinava ad essere gentile con quell'antipatico lei gli rispose che voleva aiutarlo a fargli capire che quello che cercava sempre di mostrare non era il vero Paulo.

«Si, ma non puoi continuare a farti trattare così solo perché lui possa capire che in realtà si sta solo nascondendo dietro ad una maschera.» le disse il bambino scocciato.

Adri scrollò le spalle «Forse hai ragione»

«Dri, sul serio. Non puoi soffrire gratis per chi non se lo merita o non vuole essere aiutato. Ci rimetti solo tu.» l'avvisò sinceramente preoccupato, le afferrò la mano perché lo ascoltasse sul serio «Davvero Dri, fidati»

Lei lo guardò fisso negli occhi «Ma io mi fido di te. Mi fiderò sempre di te.» lo assicurò sincera, aveva ascoltato veramente il suo amico «D'accordo, ti prometto che se a fine settimana Paulo si comporterà ancora nello stesso modo di adesso smetto di cercare di aiutarlo. Lo lascerò stare»

Nelle sue iridi argentate Gab vide che stava dicendo la verità e che era determinata a mantenere la parola data. Sorridendo tranquillo, si fece più vicino a lei intanto che continuavano ancora a camminare «Grazie» le bisbigliò all'orecchio «Lo so che vorresti dargli una mano, ma se lui rifiuta il tuo aiuto non puoi farci molto. Rischia di buttarti giù a fondo con lui.»

The Child - Compagni d'InfanziaWhere stories live. Discover now