20. Your lips, my lips, apocalypse

Depuis le début
                                    

Dopo che lei gemette e mosse con impazienza le gambe strusciandole contro le lenzuola, lui liberò i suoi polsi per scivolarle giù lungo il corpo e arrivare con una mano all'elastico dei suoi shorts.
Notò nei suoi occhi un lampo di emozione mista alla tensione di quello che stava per accadere.
«Elle..» Le aveva detto con sguardo intenso e protettivo. Non disse altro, ma il tono fu eloquente per entrambi, perché da quel punto in poi non sarebbe più tornato indietro.
Posso fermarmi Estelle, siamo ancora in tempo.
Dovró gettarmi in una vasca di ghiaccio e dormirci tutta la notte, ma posso farlo.

Era il diavolo tentatore e un angelo custode in un unico paio di occhi verdi a calamita.
La attirava a lui verso una trappola dolcissima e poi la rispettava come se fosse un fiore delicato che gli sbocciava tra le mani. Ma lei non aveva mai desiderato nulla di più in tutta la sua vita, al di fuori del sentirsi sua, completamente, profondamente.

Perdere il controllo con qualcuno di cui si fidasse era quello che cercava dal momento in cui aveva cominciato a scrutare il mondo attorno a sé.
E lei si fidava di quelle braccia, due opere d'arte di tatuaggi e vene in rilievo che le apparivano adesso come un porto sicuro: in quel momento, in quel preciso momento, lei si affidava a lui con tutta se stessa.

«Qualunque cosa tu stia facendo.. continua.»
Lo aveva pregato tra i sospiri, mentre parlava con una punta di imbarazzo nelle gote e nello sguardo, ma aveva incontrato di nuovo il suo sorriso autentico che aveva spazzato via le ultime ombre di disagio.

«Ci penso io a te.» Le aveva sussurrato Harry nell'orecchio, mentre le sfilava il pantaloncino accompagnandolo verso le cosce lisce e accaldate.
Si era insinuato con la mano sotto l'elastico delle sue mutandine, e quella fu la volta in cui Estelle raggiunse la piena certezza che non sarebbe sopravvissuta nemmeno al tocco delle sue dita.

La stanza girava come se fosse sotto l'effetto di una sostanza potente, i sensi erano tutti appannati ma la sensazione era quella di un piacere fortissimo che le faceva contrarre i muscoli e vibrare il sangue nelle vene.
Si era schiusa come una rosa attorno alle spinte delicate delle sue dita, che erano scese in fondo, mentre il palmo della mano era rimasto a strofinarsi sulla punta del suo piacere.

Lei aveva cominciato ad ansimare, il volto era arrossato ed Harry non riuscì a immaginare niente di più eccitante di quell'immagine di Estelle con addosso solo le mutandine abbassate, vestita unicamente di brividi e pelle d'oca, che si dimenava sotto il movimento tormentoso e straziante delle sue dita e della sua mano.

Non aveva mai, neanche lontanamente, provato niente di simile a quello che le stava facendo sentire con una maledettissima mano, come se ci fossero dimensioni inesplorate di cui lei non conosceva nemmeno l'esistenza.
E ad un certo punto ne fu convinta, del fatto che esistessero e che probabilmente lui gliele avrebbe volute mostrare tutte.

Si sentiva quasi ridicola all'idea di essere così sopraffatta dal piacere di una semplice stimolazione. Ma era la sua mano, la sua pelle, era lui, e quello cambiava tutto.
Ed era anche dannatamente bravo.

Sentiva che un calore indescrivibile le stava per invadere il corpo, e inarcó la schiena come per accoglierlo e aumentare la profondità, tendendo i muscoli.
Faceva fatica a restare ferma, e quando Harry si accorse che stava per arrivare al climax, perché i gemiti si facevano sempre più intensi, ridusse il ritmo delle spinte del polso e poi semplicemente si interruppe, lasciandola affamata delle sue dita come mai avrebbe potuto desiderare qualsiasi altra cosa.

Un lamento doloroso le strazió la gola, perché tutta la sua pelle gridava a quel contatto violentemente interrotto come se ogni cellula ne volesse ancora, si aggrappò al corpo di lui arpionandogli le unghie nella carne della schiena, come a pregarlo disperatamente di non fermarsi.
E infatti, si ritrovò a fare esattamente quello che non aveva mai fatto prima.
«Harry.. per favore..»

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Où les histoires vivent. Découvrez maintenant