8. Where are you now when I need you most?

24.3K 909 788
                                    


Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta






Harry dovette salire in macchina prima di realizzare tutto quello che era successo quella notte.
Fu costretto a sedersi, ascoltare il proprio respiro e rilassare i muscoli in tensione per realizzare che le sue mani profumavano di lei e che nella sua bocca c'era ancora il suo sapore.
Sospiró socchiudendo gli occhi ed immaginando di avere ancora tra le mani la bocca di lei, che come un bocciolo di rosa si schiudeva di fronte ai suoi implacabili affondi.

Si chiese se non fosse stato tutto frutto di una gigantesca suggestione, semplicemente il risultato della nostalgia di un qualcosa che era rimasto irrisolto, indefinito. Se non si fossero lasciati trascinare da un momento che portava con sé una tensione accumulata internamente, che non conosceva altri sbocchi al di fuori di quel battito di ali a turbargli ancora di più l'esistenza.

Lei era stata un pensiero immancabile delle sue giornate solitarie, e non avrebbe mai pensato che sarebbe riuscito di nuovo ad avvicinarla. Perché Estelle era un carattere tenace e fragile allo stesso tempo: terrorizzata dal suo troppo sentire, innalzava una corazza di cristallo grezzo contro tutto ciò che avrebbe potuto farla vacillare. Ed Harry l'aveva fatta oscillare, tremante come un ramoscello piegato sotto la tempesta battente, almeno un milione di volte.

Quelle circostanze che lo avevano portato di nuovo fino a lei sembravano disegnate a tavolino, in un gioco perverso che tendeva solo a farli capitolare l'uno verso l'altro. A metterli alla prova.
A riportare a galla nella memoria i pezzetti di felicità e gli stralci di sofferenza che invadevano l'anima con tutta la loro prepotenza, perché forse loro si erano rifiutati troppo a lungo di guardare in faccia alla realtà delle cose.

Ma lui l'aveva sentita tremare tra le sue braccia e fremere di struggimento al contatto dei loro corpi così stretti e così vicini.
E gli occhi potevano indurre in errore, ma le mani non mentivano mai.
E tutto il resto perdeva improvvisamente importanza, vedendo sfumare i propri contorni come un orizzonte rarefatto in una bollente giornata di agosto.

Improvvisamente, seppe perfettamente cosa doveva fare.





Nella penombra della cucina, Ivonne sistemò i suoi lunghi capelli rossi leggermente ondulati in una morbida coda.
Poi allungó verso Estelle una tazza fumante e colorata che profumava di fiori.
«Grazie.» Rispose lei, ancora con lo sguardo imbarazzato e leggermente distante. «Anche se forse avrei più bisogno di una birra.»
«Fatti andare bene la tisana, per stanotte. Voglio veramente andare a dormire.»
Ivonne pensó ad Oliver che era già nel suo letto, al piano di sopra, senza di lei, ma non poteva proprio evitare di sentirsi responsabile per sua sorella e di essere lì per lei, in quel momento.
Sapeva di aver esagerato, sapeva di essersi lasciata trascinare dal suo carattere focoso incline a reazioni eccessive, ma era solo la sua afflizione per quella sorella che lei vedeva sempre così malinconica e abbattuta, a parlare al posto del suo buon senso.
Quella preoccupazione latente di non riuscire ad esserci sempre, per lei.
L'angoscia che fosse da sola, abbandonata a se stessa in un mondo vorticoso che non si faceva scrupoli a risucchiare tutta la vitalità e le energie che lei sapeva che Estelle possedesse come qualità naturali e innate.

«Fosse per me, ci sarei già andata da un pezzo. Vorrei che questa serata finisse il più presto possibile.»
Ammise Estelle, e non sapeva davvero in cuor suo come avrebbe voluto che quella serata fosse andata a finire. Una timida sensazione di mancanza si stava facendo largo a passi impacciati nella sua coscienza sgretolata.
La pendola che scandiva i secondi le rimetteva alla mente il silenzio che l'aveva investita poco tempo prima, quando i suoi sensi dimenticavano di comprendere qualsiasi percezione che non fosse Harry, tutto intorno a sé.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Where stories live. Discover now