48. Head in the clouds but my gravity's centered

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NdA: Le parti scritte in corsivo in prima persona sono pensieri o ricordi dei protagonisti. Buona lettura.

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"Lui e io ci siamo scontrati come due stelle predestinate e in quel brevissimo istante ho sentito cosa si prova ad essere immortali."


In mezzo alle nuvole, immerso in quell'aria artificiale a bassa densità di ossigeno, solitamente sentiva la testa volteggiare e i suoi pensieri farsi più leggeri

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In mezzo alle nuvole, immerso in quell'aria artificiale a bassa densità di ossigeno, solitamente sentiva la testa volteggiare e i suoi pensieri farsi più leggeri.

Eppure, Harry quel giorno percepiva una sensazione di oppressione vagamente differente dalla solita leggerezza. Era vero che aveva dovuto di nuovo separarsi da lei, ma si trattava solo di una settimana, e ormai era qualcosa a cui si erano abbastanza abituati, anche se in fondo, ad un tipo di relazione del genere non ci si abitua mai. Ma era il prezzo da pagare per far combaciare due carriere come le loro, e dei sentimenti altrettanto invasivi.

Ciò che gli grattava via dal cervello qualsiasi pensiero superficiale, era che l'aveva vista controllare lo schermo del cellulare davanti a lui, quando erano ancora in camera da letto, e nei suoi occhi aveva notato una piccola scintilla di inquietudine.
Il fatto che lui si trovasse al suo fianco certamente non aiutava, in più rimase ad osservarla, aspettando che lei dicesse qualcosa sul nome che aveva appena letto sul proprio schermo, tra le chiamate rimaste senza risposta.

Estelle non aveva proferito parola, su chi fosse stato ad averla cercata.
E lo sguardo compromesso da un turbamento sottile era tornato nel giro di qualche istante pacato, perfettamente rilassato.
Ecco: questo fatto era un piccolo tarlo che scavava rumorosamente insinuandosi nella mente di Harry, per conquistare sempre maggiore spazio.
Perché aveva continuato ad aspettare che lei glielo dicesse, e ci aveva sperato fino all'ultimo, fino al momento in cui non si erano salutati.

Nei suoi occhi aveva sempre letto la trasparenza di una limpida giornata di neve, quando tutto è ricoperto di candore soffuso e luccichii incantati, ma quella volta poteva essere sicuro del fatto che lei gli avesse taciuto qualcosa. Probabilmente la riteneva un'informazione poco degna di nota, eppure, lui avrebbe gradito di essere messo al corrente.

La biasimava, in quel momento, eppure sapeva di potersela prendere solo fino ad un certo punto, perché lui le stava tacendo qualcosa che lo consumava dentro come una fiamma che consuma inesorabilmente la miccia di una tonnellata di tritolo.
Quindi era seduto in quella comoda poltrona in pelle mentre si dannava le pellicine delle unghie, senza saper bene cosa pensare ancora di quel rapporto che a volte gli sembrava talmente bello da apparirgli illusorio, transitorio ed effimero come solo le cose più intense sono capaci di essere.

Perché a volte un sentimento può essere più forte di qualsiasi tempesta. Eppure i rapporti si incrinano, nonostante tutto, rimanendo vittima del precipitare consequenziale di avvenimenti che si abbattono su di essi.
E il sentimento può rimanere incatenato in ogni fibra del nostro essere, ma giacere inascoltato e seppellito in una parte di noi stessi mentre tutto il resto crolla, le impalcature cedono, e quell'utopia si sfalda come un castello di carte in mezzo a un vortice di correnti malevole.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Där berättelser lever. Upptäck nu