.Capitolo 11.

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<<ah quindi, secondo lei, non bastano i cinque caffè che mi sono preso???>> mi attaccò in meno di un secondo, con fare straffottente e inquisitorio, scattando in avanti irritato da quella supposizione inesistente. Strabuzzai gli occhi, basito che il ragazzo si scaldasse per... letteralmente nulla.
<< Marcus, io di certo non sapevo che ne avevi già bevuti così tanti (e ora lo noto!)... era solo per farti fare una pausa, non ci vediamo da un pò, mi sarebbe piaciuto chiaccherare con te!>> dissi, cercando di essere gentile e amichevole.
Con la coda dell'occhio, notai Lawrence farmi "no!" a grandi gesti dal salotto, senza farsi vedere dal fidanzato, cercando di frenarmi dall'andare oltre con quella "chiaccherata", ma lo ignorai.

Marcus infatti storse il naso, nervoso:<< come vede, starei studiando! A meno che lei non creda che non sia abbastanza, professorone!>> mi disse senza pudore, con un sorrisino beffardo, prima di darmi le spalle e tornare alla scrivania.
Okay, ora iniziavo ad irritarmi io. Non ascoltai le segnalazioni di pericolo dell'artista e feci un passo avanti, deciso a farmi mettere i piedi addosso:<< Marcus, non ho detto nulla di tutto ciò! Ti chiederei primo di smetterla di distorcere le mie parole, scaldandoti per cose che NON ho detto e secondo di portarmi rispetto, non ci conosciamo così bene e non sono tuo amico!>> dissi, con tono fermo e severo, ma non aggressivo.

Vidi con la cosa dell'occhio Lawrence mettersi le mani tra i capelli disperato, e Marcus incamminarsi di gran lena verso di me, prima di mettersi a 2cm dal mio viso rischiando:<< ma CHI cazzo si crede di essere? Lei ci ha fatto solo il favore di aiutarci quella sera, nulla di più! Non si monti la testa che noi vogliamo averla tra i piedi o di poter venire qui a dirci come cazzo debbiamo vivere la nostra vita!!!>> mi sbraitò aggressivamente addosso, parlando al plurale.

Non mi mossi di un centimetro, e feci le spallucce, guardandolo severamente dall'alto in basso, dimostrandogli che non mi tangeva la sua aggressione:<<non parlerei al plurale se fossi in te, forse tu non vuoi avere a che fare con me.....  e ribadisco: io non ho detto nulla di tutto ciò. Ti ho solo fatto notare che stai di nuovo superando il limite ragazzo... Io. Pretendo. Rispetto. Grazie! Sono un adulto e un professore...>> le mie parole furono gelide e ferme come blocchi di ghiaccio.

<<oh ma vaffanculo!>> mi disse solo, prima di caricarmi. Era dalla prima volta che ci eravamo visti che voleva fare a botte, o meglio mi aveva dato l'impressione di volerlo fare, ma alla fine lo aveva fatto. Appena mi fu addosso, schivando un pugno diretto al mio stomaco, lo bloccai sotto al mio braccio per il collo, mentre sentivo i suoi deboli cazzotti battermi sulla schiena. Respirai profondamente, mi stavo veramente arrabbiando, ma non potevo di certo nè infuriarmi nè sgridarlo nè tantomeno picchiarlo. Mai prima di allora mi sarei aspettato di trovare un ragazzo tanto testardo, cafone, straffottente e testa di cazzo, ma soprattutto, con la faccia tosta di aggredirmi! Ma soprattutto, con così tanta rabbia repressa nei confronti del mondo.... cosa ti hanno fatto ragazzino?

Cercai di esortarlo a darsi una calmata e un contegno, ma all'ennesima risposta straffottente e volgare, mi sentii il sangue ribollire e le mani prudere, no! Questa volta non gliel' avrei fatta passare liscia, manco per idea!! Lo afferrai per il colletto e lo sollevai da terra, rendendolo incapace di colpirmi:<<brutto stronzo!! Appena ti rimetto le mani addosso, ti cavo gli occhi!>> mi disse il ragazzo, agitandosi e iniziando a menare colpi all'aria. Ridacchiai, ex militare alto 1,90 cm, ma che vuoi farmi?
Sembrava un gattino randagio preso per la collottola....

Lo portai in bagno, accompagnato dal suo articolato vocabolario di insulti, ma sapevo benissimo come mettere a tacere quella linguaccia!
Lo incastrai a forza nel box doccia, minuscolo e che a malapena ospitava una persona, vestito com'era, chiudendolo dentro. Mentre Marcus batteva i pugni contro la porta di plastica, io mi tirai con calma su le maniche della camicia, sorridendo tranquillamente a Lawrence che era alla porta, preoccupato come non mai, che mi fece segno se andava tutto bene.

Scandii con il labiale: "non ti preoccupare, ci penso io" prima di rimettere il braccio nella doccia, aprendo a malapena la porticina di plastica per farcelo passare, e accesi l'acqua gelida. Rapidamente acchiappai di nuovo Marcus per la collottola e lo misi sotto il getto freddo, ricevendo una bella sfuriata di insulti.
Lo tenni sotto l'acqua per un minuto, prima spostarlo:<< raffreddata la testa calda? O ne vuoi ancora??>> alzai il sopracciglio, donandogli un sorrisino.

Marcus mi fulminò con lo sguardo, bagnato come un pulcino, cercava di non farsi vedere debole:<< VAFFANCULO! LEI È SOLO UNO STRONZO FIGLIO DI PUTTANA, APPENA ESCO DI QUI IO...>> lo rimisi sotto al getto prima che potesse finire la frase. <<quando ti sarai "raffreddato", dimmelo..... per ora mi sembra che la tua testa sia ancora bella calda.>>

Vidi Lawrence scoppiare a ridere dallo stipite del bagno, e Marcus riprendere a insultarci. La sfuriata andò avanti per una decina di minuti, prima che il freddo cominciasse a penetrargli nelle ossa, facendolo lentamente cedere. A un certo punto smise di aggredirmi verbalmente per il fatto che lo stessi tenendo per il colletto sotto l'acqua ghiacciata, non demordendo però dal guardarmi male e lanciarmi occhiatacce. Dopo un minuto scarso iniziò a battere i denti e a tremare. <<calmato...?>> gli domandai, quasi sussurrandoglielo.

Annuì con la testa, e finalmente cedette:<< VA BENE!! Mi dispiace.... mi faccia uscire da qui! Sto gelando...>> disse, sommesso e guardando il basso. Sorrisi, lasciandolo andare e accendendo l'acqua calda, aprii finalmente la porta della doccia. Mi aspettavo di trovarmelo di nuovo alla giugulare, invece ricevetti solo altre occhiatacce e del silenzio volontario. Alla fine il caldo lo sciolse e si rintanò sotto il getto. Feci per uscire, ma gli allungai il cesto dei panni sporchi, non guardandolo per rispettare la sua privacy e anzi, affacciandomi fuori dal bagno:<< butta qui i vestiti bagnati e fatti una doccia, ti farà bene.>>

Non mi mossi finchè non sentii i vestiti nel cesto:<< buona doccia!>> dissi solo, cercando di far sentire dalla voce che ero tranquillo e solare, e uscii dal bagni, lasciandogli la sua privacy. Nel salotto, Lawrence aveva un sorriso entusiasta a 32 denti, e si vedeva che era in qualche modo eccitato. <<Law tutto bene?>> gli domandai, anche abbastanza preoccupato che fosse lui a dirmi di sparire per come avevo (giustamente) trattato Marcus.

Lui si illuminò:<< Sto una FAVOLA! Lei è un mito!!! Sa quante volte avrei voluto dare una lezione del genere a Marcus, senza portelo fare?? HAHA è stato FANTASTICO!>> mi disse, contanto. Non potei che ridacchiare, ma sapevo che ci sarebbe stato ancora tanto lavoro da fare...

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Where stories live. Discover now