.Capitolo 21.

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Eravamo in casa da un paio d'ore, sul tavolino da pranzo in salotto, Lawrence a studiare, e io, accanto a lui, che mi alternavo tra correggere dei compiti e riprenderlo quando lo vedevo guardare il vuoto.
Fuori il tempo stava piano piano peggiorando, il cielo si scuriva e lontani tuoni preannunciavano un temporale in arrivo. Le prime gocce di pioggia avevano iniziato a battere sui vetri, e ogni ruggito proveniente dal maltempo imminiente, faceva avvicinare il ragazzo a me, che turbato guardava fuori.

Gli passai il braccio intorno le spalle, stringendolo a me con dolcezza, sentivo che qualcosa di brutto era legato al maltempo nel suo passato, ma non osavo chiedere, limitandomi a coccolarlo e a farlo sentire al sicuro.
I suoi occhi, azzurri come il cielo, si erano comportati come tale, diventando grigi a causa del cambiamento di luce, mentre guardava fuori le nuvole diventare via via più nere.

<<topino, studia....>> lo ripresi per l'ennesima volta, usando uno dei tanti soprannomi che un pò gli piacevano e un pò gli davano noia, sempre con una carezza e un sorriso, invocando la mia infinita pazienza. Lawrence scosse la testa, riprendendosi dai suoi pensieri e riportando la mente giù sulla terra, con una piccola smorfia per il soprannome, ma sorridendomi quando la mia mano gli sfiorò la testa con affetto.
Era una nostra piccola routine, quei pomeriggi passati assieme, lui studiava e io lavoravo, per poi, a dovere finito, dedicarci a qualcosa di ludico: fare due passi, andare a prendere qualcosa per merenda, o persino, concederci un film o un gioco di carte. Stavo veramente iniziamo a pensare di degalargli anche qualche gioco da tavolo...
Lui ne aveva bisogno, sia di una guida insistente e severa per lo studio, sia di tanto affetto e divertimento, e io avevo bisogno di prendermi cura di qualcuno, forzando me stesso a rimanere sobrio e pulito, oltre a regalarmi molto di ciò che credevo perso con Selene.

"Fortunatamente" per noi, Marcus il pomeriggio era sempre all'università, rientrando poco prima di cena, così da non poter seminar zizzania, nè aggredire me o il fidanzato per il nostro legame crescente.
Sono certo che se fosse stato qui, avrebbe avuto qualcosa da ridire....
Il chiavistello della porta mi riportò velocemente alla realtà, facendomi trasalire. Parli del diavolo...

Marcus entrò zuppo come un pulcino dalla testa ai piedi, l'ombrello rotto e arrabbiato da far paura. Lawrence ci mise poco a togliere d'impiccio ogni tensione, scoppiando ridere in faccia al fidanzato:<< inutile che ti dica che sta per arrivare un temporale, tu ci hai sbattutto di faccia!!>>
Una sottospecie di ringhio uscì dal ragazzo bagnato:<<già..... grazie per l'empatia Lolly, ricordami di averla in egual modo alla prossima disgrazia che ti capita eh!>> disse, ricco di sarcasmo, con il suo solito sorrisotto beffardo, che sparì non appena mi vide.

Velocemente mi salutò, scappando via con la scusa di asciugarsi. Guardai Lawrence un pò confuso, come amareggiato, che mi ricambiò lo stesso sguardo, finchè non gli chiesi:<< ma ce l'ha ancora con me?>>
Ero abbastanza convinto di aver esagerato quella sera, forse avrei dovuto insistere ma dargli tempi, forse avrei dovuto chiedergli se voleva parlare, forse....
<<lascialo perdere, tutta invidia!>> mi rispose con tutta sincerità il biondino.

COSA? Marcus invidioso? E di che?
Lo guardai sinceramente sconvolto e confuso, finchè lui, parlando a voce bassa, non mi rivelò cosa stesse affliggendo il fidanzato:<<è geloso del fatto che io ho te come "tutor"e che passiamo molto tempo insieme. Ha visto che sono cambiato, che stando con te sono più tranquillo e sereno.... e... Qualche tempo fa mi ha riempito di domande su cosa facessimo di pomeriggio e come tu mi trattassi, sai, aveva ancora paura che tu non fossi una brava persona. Pensavo lo facesse solo per essere tranquillo che tu mi trattassi bene, ma man mano che gli raccontavo, lui si arrabbiava sempre di più perchè era invidioso. Non si fida di te ma vorrebbe anche lui una fetta di torta, mettiamola così... e mi ha anche rivelato che....>> si avvicinò a me con fare circospetto, cercando in tutti i modi di non farsi sentire:<< .... che sotto sotto gli era piacuto che tu ti preoccupassi per lui, e... insomma gli piaceva anche giocare a quel tira e molla dove lui scappava e tu lo inseguivi...ma quando ti sei allontanato perchè lui ti aggrediva, ci è rimasto malissimo. Vorrebbe riavvicinarsi ma è troppo orgoglioso, non farà mai il primo passo!>>

Ecco svelato l'arcano del perchè mi sta evitando come la peste, non vuole farsi beccare. Una parte di me avrebbe preferito ignorarlo, lasciandolo nel suo brodo di superbia condito con aggressività, ma il neurone senziente, aveva in mente un altro piano. Farlo morire così tanto d'invidia da constringerlo a cedere...
Non mi vogliate male, aveva un suo perchè questa idea: la cosa che più ostacola Marcus, è la sua mancanza di fiducia nei confronti del prossimo, come ben sapete, ma cosa davvero gli impedisce di risolvere questo "problema", e il suo orgoglio, che lo ostacola anche solo nel provare a cercare un rapporto, e la sua aggressività, che allontana ogni contatto umano.

<<.... Lawrence, ti va di aiutarmi a fare una cosa?>> domandai, con un sorrisino che non poteva promettere nulla di buono. Il ragazzo mi guardò di sottecchi, aveva già capito che c'era sotto qualcosa di losco. Gli feci cenno di avvicinarsi, e gli bisbigliai cosa avevo in mente. Semplicemente, trovare ogni modo e maniera per far cadere Marcus, facendolo ingelosire fino a farlo diventare li-vi-do!

Temevo un pò una sua possibile reazione violenta, ma credo che sarebbe stata semplice da smorzare, puntualizzando che io non stavo dando noia a nessuno, e stavo solo prendendomi cura di Lawrence.
Inutile dirlo, con la sua indole pestifera e da mascalzone, il biondino accettò subito di far impazzire il fidanzato:<< ci sto! Capisco cosa vuoi fare e, se devo essere sincero, feci la stessa cosa per avvicinarlo a me, prima ancora di diventare amici... so che può funzionare... allora che facciamo?>> mi domandò.

Io non dissi nulla, lo presi da sotto le ascelle e lo misi a sedere sulle mie ginocchia, avvicinando il libro:<< direi che oggi tu puoi studiare qui! Ah.... dimenticavo..>> ci tenni a precisare questa cosa, un pò titubante in quel rapporto uno a uno che si stava creando. Certe volte mi comportavo come un padre e certe volte come un amico, e non sapevo che quegli istinti mi avrebbero mai messo nei guai, ma li seguivo ciecamente:<< se, per qualsiasi cosa, tu non ti sentissi a tuo agio, dimmelo! Lo so che può sembrare una cosa un pò "stupida", ma non vorrei mai che io percepissi una cosa che faccio a te come una coccola, e tu invece tu sentissi disturbato... io... io ci tengo a te, e al nostro rapporto. E non vorrei mai che un mio passo falso ti possa allontanare, va bene?>>

Non so perchè mi sentii di precisare questo, ma spesso vedevo Lawrence così fragile, inesperto, spaventato e si era cominciato ad affidare a me senza pensarci due volte. Volevo solo essere sicuro di stare facendo la cosa giusta. Il ragazzo mi guardò un pò, inclinando la testa da un lato, come se stesse cercando di risolvere un puzzle. Ma alla fine mi abbracciò, forte, come non aveva mai fatto prima, sussurrandomi:<< .... l'unica cosa che non mi fa sentire a mio agio vicino a te è il fatto che tutto quello che fai per me, ogni singola carezza, gioco e persino rimprovero, è qualcosa che io non ho mai ricevuto nella mia vita. Pensare di aver passato così 17 anni, quello.... quello mi fa star male...>>

Sospirai con il cuore pensate, stingendo il ragazzo al mio petto e accarezzandogli la schiena.
<< ora ci sono io! Ti..... ti prometto che cercherò di darti tutto quello che ti è mancato fino ad ora>> gli sussurrai, accarezzandogli i capelli.
Avevo appena sigillato una promessa, che non sapevo ancora, sarebbe stata la più bella cosa che io avessi mai fatto nella mia vita, anche se un pò, è la mia rovina...

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora