.Capitolo 9.

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Sono passate 2 settimane dall'ultima volta che ho visto i ragazzi, sapevo che la cosa sarebbe andata sciamando..... maledetti me e la mia testa del cazzo che mi ha convinto per giorni del contrario, aspettando trepidante ed ansioso una loro telefonata o un loro messaggio. Sono felice di averli aiutati e protetti, finché ho potuto.

Esco dall'aula al suono della campana, mentre osservo una mandria di ragazzini uscire di corsa. Ho perso le speranze in quella classe, tutti ignoranti come capre, anche se devo ammettere che ho smarrito lo spirito da insegnante che avevo un tempo: la voglia di incuriosire e far divertire i ragazzi.

Cammino per i corridoi ammuffiti della scuola pubblica dove lavoro: il soffitto cade a pezzi, chi vi insegna non ha la fedina penale tanto pulita (me compreso, ma dettagli) ed è frequentata da ragazzi delinquenti, che come prima scelta per il futuro non hanno l'università, ma lo spaccio!

Solo lei aveva per anni ravvivato l'atmosfera in quelle fredde mura, con il suo sorriso e i suoi modi dolci, la scia di profumo che lasciava mentre andava nelle classi, e i nostri baci strappati nascosti dai libri durante i cambi dell'ora. Eravamo gli unici professori che si potessero definire tali.

Ogni angolo della scuola profuma di lei, ricco di ricordi e memorie, e una parte recondita di me spera ancora di vederla spuntare da un corridoio o da un'aula, e venirmi incontro come una gatta, sensuale e misteriosa, per farsi amare.......ma lei non c'è più......oh Selene...

Scuoto la testa, scacciando via quei pensieri. Sento gli occhi bruciare e un dolore farsi strada nel mio petto fino ad annodarmi la gola. Respiro profondamente per restare calmo. Fa ancora male, dopo 6 mesi fa ancora malissimo il solo pensiero di lei e del fatto che non ci sia più.

Cammino più velocemente, cercando di uscire da quelle mura grigie e crepate il prima possibile, lo avevo già detto che questa merda di istituto mette i brividi? Di notte ovviamente, ma pure di giorno....

Un sacco di aule sono chiuse perchè pericolanti, sbarrate da assi di legno e stricioni di divieti, i muri ammiffiti e mal pitturati sono graffiati dagli atti vandalici dei ragazzi, e le tubature sono così scadenti che sembra di avere il fantasma dell'opera nelle pareti.

Sto per uscire da quel buco di posto quando qualcosa attira la mia attenzione: noto un ragazzo, appoggiato allo stipite del portone della scuola, che non è fuggito come gli altri, ma sta aspettando pazientemente qualcuno. Che sia...?

Mi avvicino circospetto, anche se una parte di me sta sperando sia chi penso, e l'altra forse lo sa già. Lo guardo da lontano, camicia azzura con un motivo a foglie stampato sopra, pantalone bianco legato con una cintura marrone scuro che si intravede sporgere sotto la camicia, al collo una collana lunga molto strana, borsa a tracolla di pelle e i capelli biondi raccolti a codino.

Finalmente si accorge che lo sto fissando, i suoi occhi azzurri incontrano i miei e mi dona un sorriso raggiante, che mi regala una ventata di vita. <<Professore!! Buongiorno!>> mi dice solo, prima di corrermi incontro. Non so cosa cazzo mi dice il cervello, ma mi limito ad aprire le braccia, sorridendo, lasciando che i ragazzo si tuffi ad abbracciarmi, felice di vedermi.

<<Lawrence, ma che piacere! Pensavo fossi morto! Stavo per andare davanti alla tua galleria a portare una corona di fiori per l'onoranza funebre!>> gli dico, mentre lascio che mi abbracci. Mi stringe forte, affondando nel mio petto senza farsi troppi problemi, lo sento che si sta godendo quel contatto di affetto,  come se ne fosse digiuno da tempo.

<<mi scusi se io e Marcus non ci siamo fatti più sentire, è solo che... sono successi dei casini...>> mi dice, staccandosi dopo un pò. Mi sembrava strano non fosse successo nulla:<< oh cielo, spero che questi casini non siano stati causati da voi in prima persona....>> gli dico ridacchiando, mentre lo invito a seguirmi con lo sguardo.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora