.Capitolo 54.

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Entrai nella mia camera d'albergo con Lawrence, che stava brontolando sottovoce, scocciato che gli stessi rovinando la vacanza per sgridarlo.
Si appoggiò al muro nervoso e visibilmente arrabbiato, imbronciato come un bambino, ma io cercai di farmi valere:<< ragazzino, ti do la possibilità di salvarti, ma devi dirmi cosa ti è preso, e soprattutto ragionare su cosa hai sbagliato...>> gli dissi, clemente per una volta nei suoi confronti.
Non gli volevo rovinare la sua prima uscita fuori casa, ma quel caratterino aveva bisogno di una raddrizzata!
Purtroppo il biondino aveva proprio voglia di farsi sculacciare anche a Siena:<< NIENTE! Ecco cosa ho fatto, un bel niente. Sei sempre tu quello esagerato...tipo adesso, che sta scenata te la potevi risparmiare!>> mi urlò, sedendosi su una delle poltroncine.

Sospirai, scuotendo la testa:<< No Law, sei tu quello che ha fatto e sta facendo una scenata. So che è la prima volta che ti senti libero di esprimere i tuoi gusti e le tue passioni, ma diventare così aggressivo nei confronti di una signora anziana è troppo!>> cercai di spiegarmi, ma le mie parole arrivavano a orecchie sorde.
<<VOLEVA PASSARMI DAVANTI!!!>> si difese  il ragazzo, ma io lo fermai, sempre tenendo la voce bassa e dolce:<< e tu potevi essere educato e garbato, spiegando anche a lei che ci tenevi tanto ad entrare in quella mostra il prima possibile. Tralasciando che non sapevi che è un dovere civile far passare avanti le persone anziane....>> lo rimproverai, beccandomi un broncio e una sbuffata.

Lawrence incrociò le braccia e affondò nel divanetto, contrariato riguardo l'intera situazione.
Mi sedetti accanto a lui, sull'altro divanetto  cercando di farlo ragionare, nonostante il neurone senziente sapeva che mi avrebbe ascoltato solo con il culetto un pò arrossato:<< senti.... io non voglio essere il rompicoglioni di turno, ma ci tengo a te e, visto che ora ci sono e posso seguirti e aiutarti, voglio che tu cresca bene educato, colto e soprattutto felice. Se io ti faccio notare una cosa come questa, mettere il broncio non serve nè a me nè a te, anzi...non vogliamo mica andare in giro per musei senza poterci sedere, dico bene?>> dissi usando la mia voce dolce e gentile, sottolineando senza troppa foga che mi stava facendo perdere la pazienza.

Era da un pò che dicevo ai ragazzi che volevo vederli crescere bene, spesso vedevo che li faceva sentire più sicuri, meno spaventati dagli sbagli che possono capitare e più vivaci nei confronti della vita. Tranne Law oggi, che mi rispose:<< ti correggo, SEI il rompicoglioni di turno!>>
Ok, apposto, si passa al metodo Agnese Berti!
Lo acchiappai per il braccio, trascinandolo verso il letto senza fare troppa forza:<<perfetto, te le sei cercate! Vediamo se un pò di sculacciate ti faranno abbassare la cresta!>> lo sgridai, senza essere troppo violento o aggressivo. Come sempre, non volevo spaventarlo, ma insegnargli qualcosa.

Ormai l'ho capito che quei due hanno bisogno di un pò di contatto padre-figlio alla vecchia maniera tra la mia mano e il loro culetto per ascoltarmi, forse più per il fatto di poter essere vulnerabili e avere la certezza di essere al sicuro e amati, che per l'atto il sè.
<<SIRIO SCHERZAVO! Ti prego, non qui...non in vacanza, ti scongiuro!>> mi supplicava Law, ma io mi ero già seduto sul letto e con un ultimo strattone, me lo stesi sulle ginocchia.
Non avevo intenzione di dargliene chissà quante, ero dell'idea di mettere in chiaro la lezione e sgridarlo più a voce che a "mano".

Il ragazzo si ribellò un pò, e lo lasciai fare, tenendolo ben saldo sulle mie ginocchia.
Dopo un paio di minuti, finalmente si rassegnò all'inevitabile, calmandosi.
<<Law, come puoi toccare con mano, fare lo spaccone, il maleducato e l'irrispettoso ti metterà sempre e solo ne guai... ora ci sono io a sculacciarti quando sbagli, ma non mi sorprenderei se un giorno ti arrivasse un gancio per questa tua linguina straffottente. Quindi...>> dissi, calando per la prima volta la mano sul suo sedere, facendolo guaire come un cucciolo:<< ...vediamo di mettere in chiaro delle cose. Soprattutto....>> altro sculaccione, non troppo forte, ma abbastanza da pungere:<<...o inizi a darti una calmata e ad essere educato, con me e in pubblico, o finisce male.>>

Lo sgridai, spiegandogli che con l'educazione si resta sempre dalla parte della ragione, e che se non sa che dire o fare, piuttosto di chiamarmi. Lawrence era già più ricettivo e tranquillo di prima, quelle 2 sculacciate avevano fatto miracoli!
Quando finii di spiegargli, gli diedi un altro paio di sculacciate, più forti di prima, una a destra e una a sinistra:<<che queste siano di ammonimento, sono stato chiaro?>> gli domandai, ottenendo un debole "sì" con la testa.
Subito un altro colpo, al centro del culetto, lo riportò alla realtà:<<Ahi! Sì, ho capito!>>
Ricordandodi che io preferisco delle risposte verbali a dei gesti casuali.

<<quindi?>> gli domandai, ma con una sbuffata il signorino si guadagnò altre 4 sculacciate facendolo stavolta singhiozzare.
<<VA BENE! Sto zitto la prossima volta, contento?>> mi disse, un pò emotivamente al limite.
Lo tirai sù, capendo che se andavo avanti le cose sarebbero solo precipitate, e lo feci sedere sulle mie gambe, tra le mie braccia:<< il tuo modo di reagire non può andare dal tutto al niente, o parli come garba a te o stai zitto... devi imparare a controllarti e a capire che certe situazioni richiedono modi e atteggiamenti differenti....ad esempio...>> mi venne velocemente in mente una cosa che forse poteva aiutarlo a capire!

<<...Ad esempio, io e i tuoi genitori penso che in alcune occasioni ti abbiamo sgridato per gli stessi motivi, dico bene monello?>> gli domandai, cogliendolo alla sprovvista. Annuì debolmente, sentendosi un pò con le spalle al muro. <<ecco, ma mi sembra che nonostante il motivo sia stato lo stesso, io e i tuoi genitori ti abbiamo sgridato in modi estremanente differenti...quello che sto cercando di spiegarti è che esistono modi e modi per dire la stessa cosa, e tu devi imparare piano piano a capirli, soprattutto se vuoi continuare con la galleria e con il tuo lavoro da artista!>> sapevo di aver toccato ben due tasti dolenti per Law, ma era necessario. Se non gli davo delle cose concrete e soprattutto che a lui importassero su cui ragionare, non mi avrebbe ascoltato più di tanto.

Lo abbracciai stretto, lasciando che si rintanasse nel mio petto, iniziando a coccolarlo e a sussurrargli cose dolci.
Dopo un pò però, dovetti per forza finire quello che avevo iniziato, per non lasciare che quella punizione andasse sprecata:<< ascoltami, io ti voglio un mondo di bene, e per questo non ne buschi altre, però....>> lo sentii irrigidirsi tra le mie braccia:<< ...sei in punizione, e per questo starai in camera per un paio d'ore a riflettere e a scrivermi una letterina su quello che hai capito, va bene?>> dissi, ma sapevo che non gli sarebbe piaciuto.
<<COSA? M-ma Sirio....>> cercò immediatamente di saltarne fuori, ma la mia decisione era irremovibile:<< niente ma! Voglio che questa lezioncina ti resti impressa, se farai il bravo e mi darai retta, la vacanza potrà andare avanti tranquillamente, come se nulla fosse successo!>>

Law sospirò affranto, e stranamente si sedette subito alla scrivania, tirando fuori un foglio dallo zaino con le sue cose da artista. Sono contento che mi abbia ascoltato?
NO! Mi puzza, mi puzza davvero troppo questa situazione.
Lo raggiunsi, cercando con due coccole di farmi dare qualche indizio sul suo stato d'animo, ma nulla, a malapena reagì alle carezze.
Sospirai e gli diedi un bacio sulla testa, promettendogli che appena finito, saremmo di nuovo usciti all'esplorazione, ma anche lì, ottenni solo un "sì" con la testa.

Mentre raggiungevo Marcus nella Hall, la barba non mi dava pace, pizzicando come mai prima d'ora e la testa mi girava come una giostra, in mille pensieri.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Where stories live. Discover now